09/10/2007 - Iced Earth + Annihilator + Turisas @ Alcatraz - Milano

Pubblicato il 16/10/2007 da
A cura di Alessandro Corno
 
Un’impresa a dir poco titanica avventurarsi per i viali di Milano il mercoledì sera… ma si fa questo e altro per assistere ad un concerto che promette scintille, visto che è in programma l’esibizione di uno dei gruppi più precisi, professionali e devastanti in sede live, gli Iced Earth. Dopo la defezione dei Dark Tranquillity, è toccato addirittura agli Annihilator far da spalla alla combriccola di Jon Shaffer. Infine, un gruppo che sta facendo parlare di sé, soprattutto in nord Europa, i “guerrieri” Turisas, formazione che unisce folk, orchestrazioni, death melodico, atmofere epiche e quant’altro. Le premesse per una gran serata ci sono tutte, non resta che trovare un marciapiede senza troppi vetri rotti per terra su cui parcheggiare l’auto ed entrare.

TURISAS

A causa dell’orario, c’è ancora poca gente di fronte al palco quando salgono i Turisas. Con tanto di armature da battaglia e trucco, attaccano con “To Holmgard And Beyond” dall’ultimo “The Varangian Way”, dal quale viene estratta anche la successiva “A Portage To The Unknown”. Il gruppo colpisce soprattutto per il look ma dimostra di saperci fare on stage. Il cantante Warlord Nygard è vocalmente abbastanza affaticato ma ci pensa il minuscolo violinista Olly Vanska ad attrarre l’attenzione del pubblico, affiancato dalla fisarmonica dell’altrettanto bravo (e minuscolo) Lisko Makinen. I suoni, da prima poco definiti, vanno via via migliorando e la band prosegue spedita con la festaiola “One More”, al termine della quale il cantante annuncia il nuovo singolo “Rasputin”, una curiosa e divertente cover degli Abba (sorry, Boney M, ndr). Il pubblico apprezza ma il pochissimo tempo a disposizione sta per finire e quindi ecco la conclusiva “Battle Metal”, epica titletrack del bellissimo debut album datato 2004. Una setlist di soli cique pezzi è decisamente poco ma è comunque abbastanza per capire che il gruppo ha qualità e grinta per offrire show di buon livello.

SETLIST:
To Holmgard And beyond
A Portage To The Unknown
One More
Rasputin
Battle Metal

ANNIHILATOR

Sostituire i Dark Tranquillity in una terra dove godono di buona popolarità non è certo facile ma in questo caso abbiamo di fronte una delle migliori formazioni thrash metal. Un gruppo che dal vivo ha sempre avuto un gran potenziale, grazie all’inossidabile grinta e carisma del suo “capitano” Jeff Waters. E allora ecco che la band irrompe con una mazzata dal nome “King Of The Kill”, cantata dallo stesso Waters. Segue “Operation Annihilation”, estratta insieme a  “Clown Parade” dall’ultimo disco “Metal”. Non male, ma il confronto con la successiva “Set The World On Fire” non è nemmeno da accennare. Dave Padden se la cava bene sia come chitarrista ritmico che come cantante, ma, senza andare indietro di troppo, la carica di Joe Comeau era un’altra cosa. Da notare l’assenza totale di scenografia ma suoni decenti (almeno davanti al mixer). Avanti con “Stonewall”, al termine della quale Waters ringrazia i presenti e raccoglie i favori di un pubblico che ora si è fatto più numeroso. Il tempo stringe ed ecco la mitica “Never Neverland”, seguita dal thrash spaccaossa di “W.T.Y.D (Welcome To Your Death)”. In chiusura non poteva mancare un’acclamatissima “Alison Hell”. Gli applausi e le grida di apprezzamento salutano gli Annihilator, autori qui di una prova non ai massimi livelli ma comunque sempre positiva.

SETLIST:
King Of The Kill
Operation annihilation
Clown Parade
Set The World On Fire
Stonewall
Never Neverland
W.T.Y.D (Welcome To Your Death)
Alison Hell

ICED EARTH

Dopo “Framing Armageddon – Something Wicked Part 1”, un album buono ma penalizzato da una struttura infarcita di intro e a tratti prolissa, è interessante verificare se i nuovi pezzi dal vivo rendono come le vecchie composizioni. In molti inoltre non hanno ancora visto dal vivo l’ex Judas Priest, Tim Owens, in veste di frontman degli Iced Earth. L’ultima volta che suonarono a Milano, c’era infatti Matt Barlow dietro al microfono e la band sembrava una corazzata inarrestabile. Il pubblico è accorso ma non c’è il pienone, complice probabilmente la data infrasettimanale e la grande concentrazione di concerti in questo periodo. Un lungo sound check precede l’apertura con “Overture”, intro dell’ultimo disco, seguita da “Something Wicked Pt. I”. Il pezzo ha una buona resa live, grazie al riffing secco di Schaffer ed un ritornello molto epico e maestoso. I suoni in zona mixer sono buoni e si procede con l’intermezzo “Invasion” e la breve “Motivation Of Man”, praticamente l’introduzione a “Setian Massacre”. Quest’ulima si dimostra essere un ottimo pezzo, potente ed aggressivo dal vivo, con Owens che impressiona per potenza ed estensione vocale. E’ ora di accantonare l’ultima release e dedicarsi al passato, anche se di “recente passato” sarebbe meglio parlare, perché la setlist stasera comprenderà pochissimi pezzi dai primi album. Via tra le ovazioni con “Burning Times”, seguita in medley da “Declaration Day”, dalla terremotante “Violate” e da “Vengeance Is Mine”. Un poker da paura, eseguito alla grande e che lascia senza respiro l’audience. L’impostazione vocale di Owens è differente da quella di Barlow ed è ovvio che i brani che furono scritti per l’ugola di quest’ultimo vengano riadattati dal nuovo cantante. L’impressione è comunque positiva, anche se per apprezzare al meglio le doti dell’ex Judas bisogna ascoltarlo sui suoi pezzi. La tensione cala quando viene eseguita “A Charge To Keep”, discreta ma scialba se paragonata all’irruenza della successiva “Stormrider”, con Schaffer che prende posto dietro al microfono. Il pogo, gli applausi e le urla a fine canzone lasciano chiaramente intendere come i fan degli Iced Earth preferiscano il thrash dei primi dischi all’heavy delle ultime release. “Dracula” è l’unico brano proposto da “Horror Show” e anche quello che appare meno adatto al cantato halfordiano di Owens, che lascia invece a bocca aperta sulla successiva “Waterloo”. “The Hunter” e l’ultimo tiratisimo singolo “Ten Thousand Strong” ci portano a “Hold At All Costs” ed “High Water Mark”, rispettivamente seconda e terza parte dell’epica trilogia dedicata alla battaglia di Gettysburg. Entrambi i brani vengono eseguiti col supporto di orchestrazioni registrate ma non perdono la drammaticità che trasmettono su disco. Dopo una pausa la band ritorna on stage per il finale con la stupenda “Melancholy”, “My Own Savior” e l’immancabile “Iced Earth”, con i lunghissimi scream di Owens ed i saluti al pubblico. Sicuramente non saranno pochi quelli che continueranno a preferire la formazione di fine anni novanta ma è comunque fuori dubbio che gli Iced Earth del 2007 sono in grado di offrire due ore di show di ottimo livello, con una performance sempre ultraprecisa e professionale.

SETLIST:
Overture
Something Wicked Pt.1
Invasion
Motivation Of Man
Setian Massacre
Burning Times
Declaration Day
Violate
Vengeance Is mine
A Charge To Keep
Stormrider
Dracula
Waterloo
The Hunter
Ten Thousand Strong
Hold At All Costs
High Water Mark
Melancholy
My Own Savior
Iced Earth

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.