22/11/2018 - IDLES + JOHN @ Magnolia - Segrate (MI)

Pubblicato il 25/11/2018 da

Report a cura di Davide Romagnoli

Il punk ai tempi della Brexit è tutto qui, principalmente. Buon merito a Radar Concerti per essere riuscita a recuperare questa imperdibile data, dato l’hype di cui gode quest’anno la band di Joe Talbot, almeno dopo l’uscita del quasi miracoloso “Joy As An Act Of Resistance”, già album dell’anno per molti. La cornice del Magnolia fa quindi da recipiente per questa cascata di canzoni radicali sul nuovo mondo della post-verità, dell’anti-fascismo, delle aperture mentali e del ‘volemose bene’. Sembrano tutte semplificazioni dello spirito indie, ma quando si tratta di metterle in belle canzoni, efficaci, di cuore e polmoni, ecco trovarsi di fronte al meglio del meglio di quest’anno. Che sia questo il vero spirito punk che possa di nuovo considerarsi autentico oggi?

 

 


JOHN

Quattro braccia, quattro gambe, una batteria e una chitarra: ecco fatto. Il gioco dei John è fondamentalmente questo. Post-punk rumoroso e tutto britannico, quello dei due John di Crystal Castle, reminescente di Idles e Pulled Apart By Horses, compatto ed efficace. Nonostante l’orario di inizio del concerto sia stato anticipato per motivi legati alla logistica degli spostamenti per il proseguo del tour, la mezzora riservata al duo scorre piacevolmente a suon di distorsioni e sbottamenti indie-oriented. Reduci da due uscite discografiche nello scorso ottobre, “God Speed At National Limit” e “Local Blood Sports/Spies”, i John non fanno sconti e regalano un’ottima introduzione alla serata, prima data italiana in assoluto per i due.

 

IDLES
In molti potrebbero storcere il naso quando un nome  – Idles – con alle spalle solo due album diviene improvvisamente fagocitato da molti, diventando quasi imprescindibile negli ascolti da fare durante l’anno. Un sentimento, questo, che è sempre funzionato, nel mondo della musica alternativa, come una sorta di protettorato per le band di nicchia, scoperte negli angoli degli articoli dei vari siti di molta della musica nascosta e poi illuminate improvvisamente da certi riflettori. Accade però di rado che una formazione con così poco materiale, e soprattutto il cui album è uscito poco più di tre mesi fa, riesca ad essere così supportata anche nel nostro paese. Si dice spesso che l’Italia è un posto in cui le mode musicali, soprattutto britanniche, arrivano in ritardo (si pensi ai Biffy Clyro, per andare sul grosso) e spesso sono vittima – questo più generalmente – dell’ascolto usa-e-getta a cui soggiace la musica tout court. Grazie Spotify. Ciò scritto, comunque, è importante sottolineare che se qualcuno dei presenti era lì solo per sentito dire dall’amico che segue Pitchfork, la maggior parte della gente conosceva a memoria sia “Brutalism” che il nuovo “Joy As An Act Of Resistance”. E questo non si può dire di molte band. E di molto pubblico.
I was done in on the weekend / The weekend lasted twenty years /The world is best bulimic bartend / Tender, violent and queer. Già con “Colossus”, l’apertura che tutti si aspettavano, è chiaro che gli Idles godono di un pubblico ormai divenuto adepto al verbo di Talbot e soci. Tutti conoscono le canzoni e dopotutto non può che essere merito delle stesse, in fondo. E per una volta si possono anche lasciar perdere tutti i pregiudizi sulle mode del momento, sui generi puri e meno puri e sulla gente che viene ai concerti solo per ‘instagrammare’: la band suona come una vera band, confermando il suo status di live act inarrestabile e la gente riesce a divertirsi anche senza avere continuamente in mano lo smartphone. Lo stage diving inizia quasi subito, già con “Never Fight A Man With A Perm” e il suo anthem ‘concrete and leather’, già conosciuto da tutti, come in realtà tutto il repertorio della band presentato. La caratura e l’efficacia dei brani diviene il punto cardine della serata, riuscendo a superare l’intensità della performance dei bristoliani, in realtà – a dirla tutta- non così funambolica come ci si poteva aspettare e forse un po’ stanca di scalciare e saltare così ferocemente così come la si vede online. Talbot ha una voce che è già stata tirata per il tour e tutto sommato risulta anche un bel sintomo il fatto che si percepisca che una band faccia fatica a risultare sempre così funzionante. L’autenticità degli Idles sta forse proprio in questo. E anche la sua caratura da pub inglese. “We don’t do encores. Grazie” e si finisce con “Rottweiler”, in cui il moshpit indica una voglia ancora vera e sincera di tornare ad inneggiare contro Regina, fascismi e privazioni di ogni sorta. Mark Bowen, mollata la chitarra, si fa ergere in mezzo al pubblico, e non è la sola volta che si butta a cazzeggiare in mezzo alla folla. Ad un certo punto sul palco, i due chitarristi lasciano il posto a due ragazze del pubblico che si mettono a suonare i loro strumenti. Questo è lo spirito di comunione che riappacifica con il caro vecchio animo punk inglese, oggi naturalmente non più fatto di creste, bottiglie di birra spaccate, droga e  Sex Pistols. Probabilmente è un’altra cosa. E se questa cosa possa essere ancora valida, sembra che il giudizio passi da serate, album e band come questa.

Setlist:

Colossus
Never Fight A Man With A Perm
Mother
Faith In The City
I’m Scum
Danny Nedelko
Divide & Conquer
1049 Gotho
Samaritans
Television
Great
Love Song
White Priviilege
Gram Rock
Benzocaine
Exeter
Cry To Me
Well Done
Rottweiler

 

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