14/11/2015 - IHSAHN + KROKODIL + VOICES @ London Underworld - Londra (Gran Bretagna)

Pubblicato il 19/11/2015 da

A cura di Giuseppe Caterino

Ritorno sulle scene inglesi per Ihsahn, un artista poliedrico e sempre sul pezzo che ripropone nella data londinese un misto della sua produzione solista, spaziando tra emozioni e generi in una serata sentita e tristemente particolare, all’indomani dei terribili attentati parigini, richiamati anche dal cantante/chitarrista stesso con un pensiero ai fratelli rocker presenti al Bataclan. All’Underworld di Camden Town, insieme al mastermind norvegese, gli inglesi Krokodil e Voices (alla cui esibizione non abbiamo potuto assistere per motivi lavorativi) per una serata di forti emozioni. Ihsahn, al secolo Vegard Sverre Tveitan, non necessita di grandi presentazioni: musicista eclettico, tra i padri fondatori (con gli Emperor) di un black metal sinfonico che ha dato il la a centinaia di band poi nate nel corso degli anni, è oggi instancabile sperimentatore sempre pronto a mescolare le carte con il suo progetto solista, alchemizzando con ricerca e curiosità metal ed elettronica, così come blastbeat e trip-hop. Caratteristiche, queste, presenti anche nella riproposizione live dei brani, pregni come sempre di una vena progressive ed una sempre grande dose di intelligenza.

 

IHSAHN - LIVELONDON - 2015

KROKODIL

Arriviamo all’Underworld con un certo ritardo e purtroppo, oltre che per l’opening act, siamo in ritardo anche per gran parte dei Krokodil, dei quali possiamo apprezzare solo le ultime tre canzoni. Il pubblico in sala è comunque particolarmente attento e coinvolto dalla band ed anche noi possiamo apprezzare le composizioni ed il sudore gettato sul palco da questa formazione, che con le sue tre chitarre ed un tatuatissimo Simon Wright alla voce sta elargendo manciate di black progressivo mischiato con sludge e alternanze pulito/scream; per il poco a cui riusciamo ad assistere, il gruppo sa assolutamente tenere in mano la situazione, mostrando padronanza del palco e foga, ed il concerto sembra essere stato intenso, come percepiamo dall’affiatamento creatosi con le prime file. Sarà per la prossima.

IHSAHN

Nel tempo di ordinare una birra al bancone e tornare in zona stage, i tecnici stanno già approntando il set up della main band con i musicisti stessi, Ihsahn compreso, già sul palco per farsi il soundcheck, cosa che la dice lunga sull’umiltà del musicista: vedere una personalità tanto importante nel mondo della musica che ascoltiamo dire sorridente un timido ‘thank you’ all’audience per poi concentrarsi col fonico sulla strumentazione è qualcosa che non può non emanare una certa simpatia. Peccato, però, che di lì a una ventina minuti, all’apertura del live con “Hiber”, si registrino immediatamente problemi con la chitarra del singer, il quale non interrompe la canzone ma ne passa la prima parte armeggiando sull’amplificatore, per poi dichiararsi al microfono, con una certa remissione, ‘very very sorry…but it’s technical!’. Superato l’inghippo e la lunga versione dell’opening track dell’ultimo album, il concerto entra nel vivo con “Pulse”, in una resa incredibilmente sentita e cantata in coro dalla grande maggioranza dei presenti; per poi passare a”Tacit 2″, che è servita più che altro da introduzione per “Tacit” in un momento atmosfericamente molto forte, con luci che alternavano semplici e carichi blu e rosso, intervallando silenzi e parti strumentali seguiti con attenzione e interesse, per poi ancora eseguire una dietro l’altra due schegge impazzite estrapolate da “After”, ovvero “A Grave Inversed” e “Frozen Lakes On Mars”. A questo punto la serata è davvero calda, con la band che non sbaglia un colpo, dimostrandosi anzi molto affiatata e tecnicamente rodata. Arriva quindi il momento, ovviamente molto atteso, in cui il singer ricorda di aver fatto parte di una ‘boy band di nome Emperor’ ed attacca con il  furioso medley composto da “An Elegy Of Icaros”, quel capolavoro di “I Am The Black Wizards” e “Thus Spake The Nightspirit”, quest’ultima salmodiata da quasi tutto l’Underworld (parliamo di un buon 350/400 persone) in un celebrativo e mefistofelico sabba; proseguendo poi presentando “My Heart Is Of The North”, brano che farà parte del nuovo album previsto per il prossimo febbraio: il pezzo, non considerabile del tutto un inedito in quanto già presentato in precedenti live e di reperibilità più che semplice su Youtube, fa comunque ben sperare per il prossimo full length, venendo recepito dai presenti con la stessa partecipazione riservata a quelli più noti. E a questo proposito, è bello vedere come ci si lasci andare nei momenti più tirati riservando però un ascolto attento alle parti che ne necessitano, situazione ideale per la creazione di una certa simbiosi palco-pubblico che sembra aver toccato anche gli artisti, che tendono ad allungare i momenti più sperimentali del gig.  L’esibizione è però destinata a durare ancora poco ed infatti, dopo soli tre ulteriori pezzi, una combine tutta presa da “Eremita” – tra cui la cantatissima “The Paranoid” – il concerto si interrompe piuttosto bruscamente, con un veloce ringraziamento da parte dell’ensemble che sparisce repentinamente nel backstage, tanto che la quasi totalità dei presenti, compreso il sottoscritto, è rimasta ad attendere il rientro sul palco per un bis, finché l’organizzazione del locale non ha acceso le luci e fatto partire la musica a sistema. A tutti gli effetti, l’unica nota dolente, visto che il live è durato un’oretta appena e si parlava di una performance di novanta minuti. A parte questa piccola scocciatura, usciamo dal locale con l’inebriante sensazione di aver assistito ad uno spettacolo di alta qualità e, seppur con l’insoddisfatta voglia di ‘sentirne ancora’, non possiamo che promuovere questa prova live per Ihsahn e la sua band, attendendo con fervore, a questo punto, la release di inizio 2016 e i conseguenti – speriamo più corposi – live a supporto.

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