Report a cura di Simone Vavalà
Fotografie di Michele Aldeghi
Nella torrida estate milanese arriva il concerto clou della stagione, almeno in ambito metal, con gli Iron Maiden che tornano in una delle città che da sempre li ha amati di più, a qualche settimana di distanza dalla data di Firenze e prima di chiudere questo mini tour italiano a Trieste. Gli orari quasi pomeridiani delle due band di supporto ci fanno perdere del tutto l’esibizione dei The Raven Age (francamente senza troppo dolore), mentre i tre brani che riusciamo ad ascoltare di Tremonti, per quanto non ci permettano un vero e proprio report, mostrano una band quadrata e accattivante, in cui la classe del chitarrista degli Alter Bridge ben si amalgama con una sezione ritmica di tutto rispetto, anche se forse le canzoni risultano un po’ troppo simili tra loro. Non ci sono comunque dubbi sul fatto che i 17’000 presenti (come ricordato nel corso della serata dallo stesso Bruce Dickinson) siano tutti qui per la band londinese che, pur mancando da soli due anni, riesce sempre a richiamare folle enormi, devote e ben premiate dai loro show.
THE RAVEN AGE
TREMONTI
IRON MAIDEN
Come si misura un mito? Forse, a livello musicale, è sufficiente l’avvio di questo concerto per darci un’idea chiara. Appena sfuma “Doctor Doctor” degli UFO, il famoso “Churchill’s Speech” si diffonde nell’aria, un enorme spitfire si erge da dietro la batteria a sovrastare il palco, infine partono le note di “Aces High”, senza che nemmeno uno dei musicisti (a parte Nicko McBrain) sia ancora presente. L’adrenalina del pubblico è già palpabile, e appena gli altri cinque corrono a prendere posto è l’apoteosi: ecco, poco più di un minuto perfetto, un’ouverture che sa di opera lirica e lo spettacolo è già fatto. Il concerto sfiorerà le due ore di durata con un’intensità e una resa mirabili, che lasciano davvero pochi dubbi su come gli Iron Maiden siano ancora (e saranno, speriamo, a lungo) IL gruppo heavy metal per antonomasia. Per questo Legacy Of The Beast Tour viene proposta una carrellata di brani da quasi ogni album della band inglese, e così, dopo l’opener, è il tempo di “Where Eagles Dare”, con tanto di (primo) cambio d’abito di Dickinson, qui vestito con tuta militare da neve come nel celebre film di guerra a cui si ispira il brano. Terzo classico ed è il momento di “2 Minutes To Midnight”, la prima occasione per il classico passaggio di assoli tra le tre asce, che faranno gli straordinari nella seguente ed epica “The Clansman”. Colpisce come questo brano e “Sign Of The Cross” – proposta più avanti – assumano una forma decisamente godibile quando cantate da Bruce, ma forse è un commento superfluo: anche perché, dopo un periodo di calo che avevamo inevitabilmente notato dopo la cura e la guarigione dal tumore alla gola, il geniale cantante è in una forma in grado di lasciare a bocca aperta. Inframezzati a qualche brano più recente (per esempio “The Wicker Man”) i classici vengono proposti quasi tutti, e sembra di ascoltare il loro “Live After Death”, come se nel frattempo non fossero passati trent’anni. E così “The Trooper”, “Flight Of Icarus” (con tanto di lanciafiamme nelle mani di Bruce!), “Fear Of The Dark” sono solo alcuni dei momenti più emozionanti della serata, accompagnati da scenografie imponenti, dalle continue corse (e salti) del nostro spadaccino preferito, dalla solita aria sorniona e divertita di Murray, Harris e Gers (mai troppo lodato e invece secondo noi mirabile in sede live), e dai computi ricami di chitarra di Adrian Smith, ormai assodato in un look (quasi) da pirata dei Caraibi. Dietro la batteria decoratissima e su cui si staglia un orsacchiotto Paddington, Nicko fa il suo alla grande, con una potenza sonora ineccepibile, e sembra quasi doveroso tirare un po’ il fiato dopo una doppietta che più iconica non si può: chiudono infatti lo show principale “The Number Of The Beast” e “Iron Maiden”…e potremmo quasi andare a casa felici. E invece c’è tempo per altri tre brani, tra cui l’emozionante “Hallowed Be Thy Name”, prima di salutare questo vero e proprio pezzo di Storia; così, mentre il personale smonta il palco sulle canoniche note di “Always Look On The Bright Side Of Life”, ripassiamo mentalmente tutti gli ‘scream for me Milano!’ di questa sera, i tanti loro concerti visti in un quarto di secolo, fischiettando – come quasi tutti i presenti – il tema di “Life Of Brian” o un brano di quelli sentiti stasera… e sorrisi beati segnano i nostri volti.
Setlist:
Aces High
Where Eagles Dare
2 Minutes to Midnight
The Clansman
The Trooper
Revelations
For the Greater Good of God
The Wicker Man
Sign of the Cross
Flight of Icarus
Fear of the Dark
The Number of the Beast
Iron Maiden
The Evil That Men Do
Hallowed Be Thy Name
Run to the Hills