30/01/2015 - ITALIAN ICONS OF METAL @ Viper Theatre - Firenze

Pubblicato il 10/02/2015 da

A cura di Edoardo De Nardi

Il noto Viper Theatre di Firenze decide di tornare a dedicarsi anche ad appuntamenti all’insegna del metal inaugurando con una serata inneggiante all’orgoglio tricolore del genere e ospitando tutte band appartenenti alla storia del Paese, comprendenti diverse concezioni musicali al loro interno. Passando dalle sonorità lente e teatrali degli Epitaph al fare gradasso ed irriverente dei Tossic, dal piglio melodico degli Eldritch al thrash degli Extrema, fino alla performance da headliner degli storici Sabotage, si è trattato di una serata giustamente variegata e non monotematica, dove a farla da padrone è stata soprattutto l’esperienza decennale delle band in causa e l’assoluta passione di un pubblico non certo di primo pelo verso un genere duro a morire nel cuore di tutti i “vecchi” metallari.

IIOM - Flyer - 2015

 

EPITAPH

Riusciamo ad assistere solamente alla seconda parte dell’esecuzione degli Epitaph, ma tanto basta per rendere perfettamente l’idea di una band affiatata e bon oliata nei suoi meccanismi interni. A colpire maggiormente del loro doom classico, infatti, sono soprattutto gli agili passaggi musicali dove emerge sovente un importante accenno prog-rock inteso “alla vecchia maniera”, che oltre a mostrare una notevole abilità nella composizione, aggiunge sfumature inattese allo svolgimento delle canzoni. Di pari passo, la prova di Emiliano Cioffi al microfono segue il filo del discorso con un’interpretazione cangiante e molto umorale, forse talvolta un po’ ostinata ma comunque più che godibile nell’intento e nella realizzazione, coinvolgente voce narrante anche nei momenti musicali più quieti. Singolarmente, brilla soprattutto l’esperta mano alla sei corde di Lorenzo Loatelli, musicista di classe e dal tocco fino quando richiesto; ma non rimane certo indietro un basso avvolgente e pulsante allo stesso tempo, che dona la profondità necessaria ad un gruppo di questo tipo. L’esperienza ultradecennale di alcuni membri, insomma, si fa sentire positivamente ed anche l’integrazione dei “nuovi” arrivati risulta ormai perfettamente avvenuta: tutto ciò ci regala un gustoso preambolo a tutto il resto della serata.

TOSSIC

“Catarro Tricolore”, “Cazzi Di Pane” o “Mamma D’Agnello” non vi dicono niente? Sono solo alcuni dei deliranti titoli dei pezzi dei Tossic, cazzoni d’annata che, magistralmente incarnati dal singer Mazza, portano in giro su palco da anni il loro metal goliardico ed irriverente, incentrato fondamentalmente più sull’arte dell’intrattenimento cabarettistico che su quello musicale. L’evoluzione dei brani presentati stasera, infatti, non sembra seguire un percorso né rigoroso né ancorato strettamente ad un genere, quanto piuttosto un minestrone dai molti gusti dove ad emergere sempre sono i testi demenziali del cantante, vero mattatore dello spettacolo. Il thrash metal è certamente presente nel DNA dei Tossic, che non disdegnano però qualche incursione più moderna, al limite del nu-metal in alcuni casi o più estrema, come dimostrano le fugaci scappate in blast-beat dell’ottimo Mitch alle pelli, motore ritmico dell’intero teatrino. Anche in questo caso, come per le altre band presenti in cartellone, è tangibile la profonda esperienza accumulata nel corso degli anni, cosa che impedisce sbavature particolarmente eclatanti ai Tossic e permette loro di concludere una prestazione divertente e molto apprezzata dai diversi presenti sostenitori del combo pisano.

ELDRITCH

Come i Tossic ed i Sabotage, anche gli Eldritch provengono dalla Toscana e in oltre vent’anni di carriera ed un numero davvero considerevole di full-length sono riusciti a spargere capillarmente su suolo italiano il loro nome, grazie in primis ad una produzione artistica corposa non soltanto quantitativamente, ma anche e soprattutto qualitativamente, visto la grande differenziazione che ogni lavoro della band assume rispetto ai suoi predecessori. Il power/prog dei livornesi risulta essere la proposta più complessa e tecnica della serata, basata sui fitti intrecci melodici della coppia Simone/Gianneschi, appoggiati da un drumming preciso e fluente ed un basso rotondo, anche se mai particolarmente estroso. I suoni, almeno inizialmente, non aiutano nella fruizione, già di per se non semplice ai più, degli Eldritch, frenando momentaneamente l’entusiasmo di un pubblico ancora caldo a seguito dei Tossic. Con classe ed eleganza però, tutto il fascino della band emerge col passare dei minuti, grazie probabilmente anche a dei notevoli miglioramenti nel cantato di Terence Holler, ormai però irrimediabilmente lontano dai fasti di un tempo. Ad ogni modo, non mancano i dischi da cui attingere brani riconosciuti e seguiti dai fan del gruppo, che insiste naturalmente in maniera maggiore sull’ultimo uscito “Tasting The Tears”, risalente ad un anno fa, dando vita ad un concerto impeccabile tecnicamente, ma lievemente freddo nella resa on stage.

EXTREMA

Continua la storia infinita degli Extrema, che dopo litigi, nuovi cambi di line-up e rientri inaspettati, torna nuovamente a calcare palchi presenziando a questa serata dedicata al metal italiano: nonostante il grande polverone che da sempre circonda la compagine milanese, sarebbe ingiusto infatti non considerarli tra gli esponenti più longevi e più “famosi” della nostra scena italiana, visto che i cuginetti nostrani dei Pantera, fuori nel 1992 col debut “Tension At The Seams”, contano nel proprio palmarés una serie di date veramente importanti. Anche la confidenza col palco, con il pubblico ed i propri strumenti, mette in mostra una band che, seppur collateralmente, ha vissuto a fasi alterne alcuni dei momenti di punta del metal europeo, riuscendo ad accumulare esperienze non raggiunte dalle altre compagini presenti stasera. Forse in virtù di questo, il suono degli Extrema è grosso e potente, la folla rimane immediatamente colpita dall’impatto massiccio che pompano le casse e non passa molto prima che i giovani sostenitori del gruppo inizino qualche accenno di pogo in mezzo alla pista. GL Perotti è il solito animale da palco perfettamente a suo agio sotto i riflettori, come sempre fedele al vecchio Phil Anselmo perfino nell’accento con cui presenta i pezzi, ma comunque abile conduttore dello spettacolo, accompagnato dal fido Massara alla chitarra, sciolto sul palco ma certo non impeccabile a livello solistico. Il rientro di Crimi alla batteria ha sicuramente giovato a tutti quanti, visto il tiro trascinante che dona ai pezzi, e nonostante tutto, forse goduti nel pieno di un locale notturno piuttosto che ad orari improponibili ai grandi open air estivi, gli Extrema hanno davvero impressionato stasera, con buona pace di malelingue ed immancabili detrattori.

SABOTAGE

Parlare dei Sabotage significa tornare indietro nel tempo di trent’anni esatti, nella prima metà degli anni ’80, quando i fratelli Caroli decidono di dare vita ai Blind Demon, che diventeranno nel giro di poco la prima incarnazione dei Sabotage: sono anni delicati per la musica leggera italiana, che dopo i grandi fasti del periodo prog-rock, dove sono innumerevoli le formazioni tricolori divenute fondamentali per tutta la scena mondiale, fatica a rinnovare la guardia proponendo qualcosa di veramente innovativo e sensazionale anche in ambito hard’n’heavy. I Sabotage sembrano nascere allora nel momento giusto, realizzando dopo alcune demo “Behind The Lines” ed iniziando a spargere la voce circa le loro gesta prima in Toscana ed in seguito in tutta Italia, divenendo di lì a poco un act imprescindibile per ogni amante di sonorità heavy e classic metal. Torniamo quindi alla serata di stasera con impazienza e curiosità, con rispetto e riverenza circa quello che sapranno dare questi cinque personaggi a questo Italian Icons Of Metal, per quella che sarà una performance forse non inappuntabile tecnicamente, non clamorosa da un punto di vista sonoro, ma appassionata, sentita e sudata come nessun altro è riuscito a dimostrare su questo palco quest’oggi. Il pubblico, per niente fiaccato dalle lunghe ore di musica a cui ha già assistito, trova invece nuova foga e convinzione non appena i Sabotage fanno il loro ingresso on stage, insieme alle canzoni che ne hanno segnato ormai indelebilmente la storia. Si citano per dovere di cronaca “Rumore Nel Vento”, “Heroes Of The World” e una “La Musica Strana”, ma sono davvero tante le perle con cui veniamo deliziati nel corso della serata, per un concentrato purissimo di heavy, speed e rock’n’roll che non lascia prigionieri al termine. Morby spara ancora altissimo con la voce, le asce di Danilo Bacherini e Max Bronx si scambiano fraseggi e riff che è una bellezza, mentre i fratelli del metal demoliscono la sezione ritmica, soprattutto Dario, che alla batteria macina il tempo come un trattore inarrestabile. Alla fine rimangono tanto sudore, gioia e soddisfazione per aver assistito anche stasera all’ennesima dimostrazione di potenza da parte di un pezzo della storia musicale italiana, un altro tassello nella narrazione di una band che avrebbe dovuto raccogliere molto più di quanto il Fato ha destinato lei in trent’anni di rock duro e puro.

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