22/01/2013 - KARMA TO BURN + BLACK RAINBOWS + ROZBUB + ELEPHANTE @ Sinister Noise Live Club - Roma

Pubblicato il 26/01/2013 da

A cura di Claudio Giuliani

Immaginiamo la direzione artistica del Sinister Noise, locale di culto dedito alla musica dal vivo situato in zona Ostiense a Roma, alle prese con la programmazione annuale degli show. Uno dei primi loro pensieri sarà stato quello di collocare l’ennesimo concerto dei Karma To Burn, combo di culto nel filone stoner, che negli ultimi tre anni ha suonato altrettante volte nella capitale. E quindi, una volta confermato lo show, ecco gli organizzatori completare il bill con i romani Black Rainbows, gli svizzeri Rozbub e i pontini Elephante, armonizzando una scaletta di band come meglio sarebbe stato difficile fare. Non potevamo quindi perderci lo spettacolo degli americani, terzetto che suona solo strumentale e capace di ribellarsi anche al colosso Roadrunner Records, che ad inizio carriera gli impose la presenza di un cantante in formazione, pena la mancata pubblicazione del debutto. I Karma hanno fatto poi di testa loro, i fan sono rimasti tali. A Roma sono adorati e allora noi di Metalitalia.com siamo andati al Sinister Noise a testare lo stato di questa storia d’amore…


ELEPHANTE

Il gruppo in questione (fantastico monicker e logo!) propone un rock pesante e totalmente strumentale, come gli headliner della serata. Non si tratta assolutamente di rock leggero ma di canzoni stoner tetragone, dominate da riff lenti e molto sabbathiani. E quindi senza microfono, con i due strumentisti a corda posizionati ai lati per lasciare il centro al batterista, canzone dopo canzone, i pontini di Latina conquistano il pubblico. Le tracce sono per l’appunto pachidermiche in quanto a pesantezza. Onesto il lavoro di batteria, scarno ma puntuale, mentre il rumore della chitarra basso, elemento assolutamente portante nelle fondamenta del loro suono, indirizza il mood del brano. Mezz’ora scarsa ma di ottimo coinvolgimento per i giovani Elephante, rocker duri.

ROZBUB
Dopo un rapido e veloce soundcheck si riparte e forse, direte voi, con qualcosa di più pesante? Invece no. I Rozbub arrivano dalla Svizzera e sono artefici di un blues rock di buona fattura. Rispetto al gruppo che ha aperto lo show, il suono è decisamente più snello, la chitarra lavora molto più velocemente, graffia e avvolge anche meno, ma non per questo il suono generale risulta meno elettrico. ‘Star’ del gruppo è il giovane cantante, attore già consumato da palco à la Lenny Kravitz. Canzone dopo canzone, nel poco tempo a loro disposizione, gli elvetici mettono in mostra le ottime doti vocali del singer (anche chitarrista) e una serie di canzoni assolutamente godibili. Bravo il batterista, bluesman con tanto di gilet sopra la maglia nera d’ordinanza. Bravo anche perché, con il monitor guasto e quindi incapace di sentire dietro il kit chitarra e basso, non si è messo a fare storie ma ha eseguito tutto lo show a tempo!

BLACK RAINBOWS
Già noti e già recensiti, i romani hanno sfoderato la solita robusta prestazione. Con la loro entrata in scena dopo i Rozbub, il suono si fa più quadrato, robusto. I romani non brillano di certo per inventiva, ma state sicuri che le loro canzoni di rock duro e psichedelico vi contageranno, asservendovi alla causa del rock n’ roll. Il gusto per la psichedelia emerge praticamente in tutti i brani, partecipati dal pubblico (e da svariati fan), mentre nel finale dello show si raggiunge l’apice con una cover degli MC5 che, per dieci minuti, li scatena, aizzando la folla al suono di assoli prolungati, ripartenze, stridii e rullate di batteria da capogiro. Solito ottimo show per i Black Rainbows!

KARMA TO BURN
E tocca quindi agli headliner, cittadini onorari della capitale e persone godibilissime prima, dopo e durante lo show. Orfani del batterista storico, Rich Mullins e William Mecum salgono sulle assi del Sinister Noise nei loro look dissimili. Mullins imbraccia il suo basso con un mezzo colbacco con tanto di occhiali da sole sopra, canotta aderente a mostrare il fisico asciutto e sportivo e sguardo sorridente per tutto lo show; mentre il chitarrista Mecum ha il classico giubbotto da baseball, cappello del medesimo sport e sguardo allucinato. Si parte e basta una canzone per capire subito che il batterista-rimpiazzo è assolutamente all’altezza. Pervasi e guidati dalle loro stesse note, i tre si agitano parecchio, col muscoloso drummer abilissimo a picchiare duro ma lentamente, cercando col vigore dei suoi colpi di rompere la batteria. Ad ogni riff lungo, invece, il chitarrista lascia mulinare il braccio, cercando l’approvazione del pubblico che – fomentato fin dalle prime note – arriva puntuale. In scena non ci sono luci, l’atmosfera è quella underground, sincera, del ‘pochi intimi anche se il locale è pieno’. E quindi eccole le canzoni, o i numeri, se preferite: si parte con “19”, brano estratto da “Almost Heathen” e perfetto per aprire lo show seguito poco dopo da “34”, riff lunghi e coinvolgenti per quattro minuti. Il suono di basso è imbarazzante in quanto a presenza: corposo, espansivo, dannoso e catartico. Si coordina perfettamente con la chitarra e con la batteria per un trittico micidiale che dimostra come per sprigionare potenza non serva né la velocità né il ritmo alto. Eccezionali i Karma durante la spaccaossa “35”, granito puro condensato in musica, dove nessuno sente la mancanza di urla o grida per scatenarsi. Inizia un pogo selvaggio da parte di alcuni esaltati che rubano la scena. Ma c’è da capirli, tutte le teste del Sinister Noise rotolano. E quando il chitarrista prova a spiccicare una parola e si avvicina al microfono bofonchiando un ‘so, ehm…’, dal pubblico arriva l’immancabile ‘daje!’ e lui ‘yes, exactly!’. Il romano ‘daje’, onomatopeico perfetto della musica Karma To Burn. E ancora a memoria citiamo “39”, rapida, e la fantastica “41” da “Appalachian Incantation”. Senza bis, senza fronzoli alcuni, i Karma To Burn terminano il loro show, scendono dal palco, danno l’high five a mezzo locale e, mentre il bassista torna al banco merchandise a capitalizzare l’ennesima ottima prestazione, il chitarrista torna a fare quello che meglio sa fare sceso dal palco, bere birra in compagnia dei suoi fan. Show fantastico.

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