12/05/2008 - Kiss – Alive 35 World Tour @ Arena Di Verona - Verona

Pubblicato il 14/05/2008 da
 
A cura di: Alessandro Corno
 
 
I Kiss sono una band leggendaria. La loro musica, il loro look, le loro movenze e la loro attitudine hanno segnato per sempre la storia del rock. Un successo planetario che i due guru Gene Simmons e Paul Stanley ogni tanto rimettono in pista, facendo registrare sold out quasi dappertutto. Così è stato anche per il gran concerto che il gruppo ha tenuto il 13 maggio, riproponendo quasi per intero il celebre “Alive!” nella splendida cornice dell’Arena di Verona, stracolma di gente di ogni età (due signore sulla settantina erano comodamente sedute davanti a noi!). La folla era decisamente colorita come i suoi beniamini, tra metalheads, rocker d’annata e famiglie con bambini al seguito. Prima della band statunitense si sono esibiti i Cinder Road, formazione anch’essa a stelle e strisce dedita ad un rock molto orecchiabile e di presa. Sin dall’inizio con “I’m So Sorry” hanno dimostrato un’ottima capacità di tenere il palco, soprattutto da parte del cantante Mike Rocco. È stato proprio il bravo singer a strappare i consensi ad una platea abbastanza indifferente, correndo da una parte all’altra del grande palco e sfoggiando anche qualche efficace atteggiamento da rockstar. È nel finale che la band è riuscita a catturare un briciolo d’attenzione in più con “I Still Want You” e “Get In Get Out” sapientemente integrata con “We Will Rock You” dei Queen. Gli applausi non sono mancati ma la gente era chiaramente con la testa all’esibizione successiva. Vediamo quindi di rivivere “in diretta” questo imperdibile evento.
 
 
 

KISS

La stupenda quanto suggestiva Arena è ormai piena quando dall’amplificazione escono le note di “Won’t Get Fooled Again” dei The Who e il pubblico, che fino a quel momento si era addirittura esibito in ole da stadio, si prepara all’ingresso della mitica band newyorkese. È con “Deuce” che i Kiss irrompono sul palco con i loro leggendari costumi, le zeppe, truccati di tutto punto e dagli spalti sale un boato assordante. Il palco si accende e quattro megaschermi, nonché il logo della band illuminato sul fondo dello stage, accompagnano il primo di una serie di classici che faranno rivivere ai tantissimi presenti un’epoca che è iniziata trentacinque anni fa e che ancora vive, a giudicare dalla massiccia presenza di giovani. Via una bomba, sotto con un’altra… È “Strutter”, che trasforma il concerto in una grande festa del rock. Il volume non è molto alto e il cantare della folla spesso sovrasta in toto la musica dei quattro rocker, soprattutto per quanto riguarda le voci che da parte loro resistono abbastanza bene, considerando l’età di questi grandi musicisti. Dopo “Got To Choose”, è “Hotter Than Hell” a far letteralmente esplodere il pubblico e alla fine gli astanti si fanno sentire con un lungo applauso. La band, seppur senza Ace Frehley, suona compatta, ma, d’altronde, è il minimo che ci si possa aspettare da chiunque si esibisca a sotto il nome di Kiss. Tocca a Eric Singer cantare “Nothin’ To Lose” e subito dopo Stanley torna al microfono con “C’mon And Love Me” con Simmons che attira l’attenzione leccando il basso con la sua celeberrima lingua, mossa che ovviamente scatena le grida della folla. Seguono “Parasite” e “She”, sulla quale Paul si esibisce in movenze sensuali e con il suo tipico passo si sposta fino alle gradinate sulle quali si siede,  provocando probabilmente un infarto a chi ha preso posto in quel settore. Tommy Thayer, perfettamente calato nella parte, si lancia quindi in un assolo sparando fuochi d’artificio dalla sua chitarra e dopo la successiva “100.000 Years” è Singer a far cantare il pubblico sul suo solo di batteria. Seguono “Cold Gin”, “Let Me Go, Rock’n’Roll”, e una “Black Diamond” cantata alla grande dal batterista. Paul è un intrattenitore con un carisma incredibile, non perde occasione per incitare i fan e quando annuncia “Rock And Roll All Nite” è un tripudio di fuochi pirotecnici, coriandoli che si spargono per tutta l’Arena e urla di un’audience ormai saldamente in mano al quartetto. La band saluta e esce di scena, dagli spalti si leva un lungo “oooooooh” calcistico e si riparte con “Shout It Out Loud” e “Lick It Up”, inframezzata dalla reprise di “Won’t Get Fooled Again” dei The Who. Si va dritti verso il finale con il solo di Gene, con tanto di fumo, luci verdi, distorsione al massimo, colata di sangue dalla bocca e volo sin sopra una pedana posta sull’impianto luci. Classico ma sempre efficace. A seguire non “Destroyer” come ci si potrebbe aspettare ma “Love It Loud”, che lascia spazio ala tripletta conclusiva “I Was Made For Lovin’ You”, “Love Gun” e “Detroit Rock City” con Stanley vocalmente affaticato, che tira il fiato in più di un’occasione ma una vera rock star come lui non si fa scoraggiare e infatti tira dritto come un treno fino alla fine, chiudendo la performance tra botti, fuochi e applausi. L’impressione finale è che l’inevitabile trascorrere degli anni non è ancora riuscito a domare questi quattro leoni e così una delle più grandi rock band di tutti i tempi è tornata ancora una volta a far sognare i propri fan. Non resta che accaparrarsi un posto anche per la data di Milano, tra poco più di un mese.

SETLIST:

Deuce
Strutter
Got To Choose
Hotter Than Hell
Nothin’ To Lose
C’mon And Love Me
Parasite
She / Tommy Thayer solo
100.000 Years / Eric Singer Solo
Cold Gin
Let Me Go, Rock’n’Roll 
Black Diamond
Rock And Roll All Nite
Shout It Out Loud
Lick It Up / Won’t Get Fooled Again
Gene Solo / Love It Loud
I Was Made For Lovin’ You
Love Gun
Detroit Rock City

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