Report a cura di Lara Macario
C’è grande attesa per lo show milanese dei Kiss, da poco tornati con il nuovo album “Monster” e spinti da una campagna promozionale che ci ha permesso di apprezzare in anticipo la grandiosa scenografia he la band americana ha preparato per i tour. La forte affluenza al concerto si nota già dalla buona ora di coda tra l’uscita della tangenziale di Assago e il parcheggio del forum, l’area è totalmente coperta di macchine in una giornata di caldo davvero torrido, ma i volti delle persone accorse copiose per l’evento sono tutt’altro che preoccupate dalla temperatura. Già dirigendosi a piedi verso l’ingresso del forum si vede quanto sia d’ampio raggio d’età il pubblico dei Kiss. Intere famiglie, gruppi di amici di ogni età si apprestano a godersi lo show, perché quando si parla di Kiss lo show è sempre garantito.
RIVAL SONS
E’ la band capitanata dall’istrionico Jay Buchanan , reincarnazione vocale di Robert Plant con la fisionomia e le movenze di Jim Morrison, ad aprire le danze della serata: palco scarno, scenografie inesistenti, ma sostanza da vendere. In Italia avevano già suonato atre volte negli ultimi due anni tra piccoli club e la performance del passato Gods Of Metal. Il pubblico sicuramente non è lì per loro, ma qualche ‘timida’ maglietta di qualche intenditore dei Rival Sons (compresa quella della sottoscritta) si scorge tra la folla. L’incedibile voce potente ed emotiva di Jay fa da padrona, il pubblico sembra interessato pur non conoscendo i pezzi e nonostante la performance davvero troppo breve per una band di questo tipo. Scelgono una scaletta d’impatto, in crescendo, niente lenti e solo rock. I pezzi sono coinvolgenti e diretti e il carisma di Buchanan è indiscutibile. La scelta di suoni vintage crea un’atmosfera rock blues sincera e prettamente anni ’70 e non importa se strizzano forse un po’ troppo l’occhio a mostri sacri come i Led Zeppelin, ce ne fossero di band così!
Set list:
You want to
Get What’s coming
Wild Animal
Torture
Menphis Sun
Keep on Swinging
Pressure and Time
KISS
Un telo nero con l’effige delle band copre la faraonica impalcatura che sovrasta il palco dei Kiss. Decine di persone si affrettano a lavorare ai piani alti perché tutto sia pronto al meglio per l’arrivo on-stage di questi mostri sacri della musica rock. Si sa, quando si parla di Kiss si parla di show in grande e questa volta con il “Monster tour” si sono davvero superati. La tensione sale alle stelle, la folla freme e quando cade il telone il pubblico esplode in un fragoroso boato sulla storica frase “Volete il meglio? Avete ottenuto il meglio! La più calda band del mondo: Kiss!” e sulle note di “Psycho Circus” i Kiss irrompono in scena con un immenso ragno meccanico vero protagonista coreografico dello show. Lo spettacolo è letteralmente un tripudio per gli occhi: fuochi d’artificio, fiamme, giochi pirotecnici e singole postazioni che salgono e scendono, megaschermi e luci bellissime. Il pubblico è letteralmente infervorato e da subito Paul Stanley ci interagisce facendolo urlare a settori. La set list è ben bilanciata tra i loro intramontabili cavalli di battaglia e qualche nuovo pezzo. Gene Simmons è davvero in forma strepitosa sputa fuoco con “War Machine” e come da copione si inonda di sangue finto la bocca nell’ascesa sopra al ragno meccanico per l’inizio di “God Of Thunder” che a nostro avviso è il pezzo peggio interpretato della serata con uno Stanley vocalmente sotto tono, nonostante il buon groove, e Simmons a sostenerlo con la sua voce per tutta la durata dello show.
Stanley intona le note parole di “Nel Blu dipinto di Blu” (Volare) di Modugno, ma il pubblico sembra decisamente più interessato ai cavalli di battaglia dei Kiss e si fa subito perdonare con il canonico “volo” sulla folla per eseguire “Love Gun” sul secondo palchetto all’altezza del mixer. E’ davvero in perfetta forma fisica e con il solito incredibile carisma. Il pubblico femminile, nonostante l’età che incede, è ancora in visibilio. Sulle note di “Rock and Roll All Nite” il pubblico esplode cantando e ballando l’intera canzone, coriandoli a profusione vengono sparati letteralmente su tutta la folla e per finire Tommy Thayer e Gene Simmons si ergono sulla folla, salendo sulle rampe insieme alla batteria mentre Stanley fa il gesto emblema del rock per antonomasia, spaccando la chitarra a terra. Le intramontabili “Detroit Rock City”, “I Was Made for Loving You” e “Black Diamond” sono i bis che chiudono la grande festa dei Kiss in un tripudio di fuochi d’artificio per la gioia del pubblico entusiasta come sempre del poderoso e inossidabile show.
Setlist:
Psycho Circus
Shout It Out Loud
Let Me Go, Rock ‘N’Roll
I Love It Loud
Hell or Hallelujah
War Machine
Heaven’s on Fire
Deuce
Say Yeah
Shock Me
Outta This World
Guitar/drum solo
Bass solo
God Of Thunder
Lick It Up
Love Gun
Rock and Roll all Nite
Detroit Rock City
I Was Made for Lovin’ you
Black Diamond
Nota: si apprenderà solo il giorno successivo, che purtroppo durante i lavori di smontaggio del palco è deceduto un operaio di 34 anni cadendo da un montacarichi.