11/07/2022 - KISS + THE LAST INTERNATIONALE @ Arena Di Verona - Verona

Pubblicato il 14/07/2022 da

Report a cura di Federico Orano
Foto di Enrico Dal Boni

Si tinge ancora di rock il centro storico di Verona (dopo lo show granitico degli Scorpions al quale abbiamo assistito qualche settimana addietro) per la data più volte posticipata dei Kiss. Il tour d’addio della storica ed emblematica band mascherata tocca l’Italia con un’unica data che trova casa all’interno delle magiche mura dell’Arena di Verona. Si è temuto il peggio per tutti gli appassionati del gruppo newyorkese in arrivo da tutta la penisola a seguito delle dichiarazioni degli ultimi giorni, nelle quali il soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio, Vincenzo Tinè, aveva comunicato la contrarietà della Soprintendenza all’uso di effetti pirotecnici all’interno dell’Arena, definendoli pericolosi per l’Arena stessa e per il pubblico. Per fortuna si è arrivati ad un compromesso e a giovarne è stato lo spettacolo che lo storico quartetto statunitense ha messo in atto durante le due ore di un intenso show. Un’arena gremita e sold-out da tempo ha accolto i propri beniamini calorosamente, tra applausi ed esaltazione, godendosi la spettacolare performance comodamente seduti all’interno di una location romantica e magica durante una serata estiva che resterà nella memoria per molto tempo.

Artista: KISS | Fotografo: Enrico Dal Boni | Data: 11 luglio 2022 | Venue: Arena | Città: Verona

 

La cronaca della giornata di lunedì non inizia però nel migliore dei modi. L’apertura delle porte fissata per le ore 19 – con inizio concerti alle 21 – è ritardata di molto e quello che si incontra giungendo a Piazza Bra intorno alle 20 è una coda lunghissima che passa attraverso i Portoni della Bra (i due archi che danno l’accesso alla piazza) e continua ancora per qualche centinaio di metri. Insomma dodicimila persone in fila ad attendere impazientemente di poter assistere allo show. Le motivazioni non sono chiare – c’è chi parla di ritardi nel montaggio del palco, chi di controlli per la sicurezza – fatto sta che solamente alle 21 si sblocca la situazione e pian piano tutti prendono il proprio posto all’interno dell’Arena.
Alle 21.30 ecco l’ingresso dei THE LAST INTERNATIONALE con un rock blues dalle tinte classiche – ma con altresì un leggero tocco moderno – spinte da una batteria energica e dalla voce possente e grintosa della brava cantante Delila Paz. Tastiere sempre ben presenti con un sound settantiano profumato di hammond ed un’energia davvero notevole per questo quartetto newyorkese: i Nostri hanno poco tempo a disposizione per lasciare un segno tra i presenti – un’occasione d’oro per loro per farsi maggiormente conoscere in Italia – e la sfruttano alla grande. La partenza è possente e grintosa, prima di passare alle note più blueseggianti e malinconiche di “Mind Ain’t Free”, con poi l’intensa “Soul Of Fire” che graffia attraverso chitarre esplosive, mentre la musicista americana che scende dal palco per abbracciare virtualmente tutti i presenti. La frizzante “1968” è un concentrato di puro rock and roll scoppiettante, con protagonista il folcloristico tastierista che balla con il suo kilt tra una nota e l’altra prima di concedersi un bell’assolo sui suoi tasti d’avorio, che non siamo riusciti ad immortalare visto che l’accesso ai fotografi è stato consentito solamente più tardi per un paio di pezzi degli headliner. Solamente mezz’ora ed una manciata di pezzi a disposizione, ma sono abbastanza per lasciare un’ottima impressione su tutti i presenti. I The Last Internationale sono stati abili nello scaldare la platea che non ha esitato a farsi trasportare da questa appassionante scarica rock.

Inutile dire che dopo una scaletta così contenuta da parte del gruppo di supporto, ci saremmo attesi una rapida salita sul palco degli headliner della serata. Niente di più sbagliato. I Kiss si sono fatti attendere e non poco, acclamati dall’intera platea che ad un certo punto ha cominciato a spazientirsi, temendo addirittura il peggio. Ma alle 23 precise (con due ore di ritardo rispetto all’orario previsto) ecco partire la classica introduzione: “Rock And Roll” dei Led Zeppelin con tutti i telefonini puntati in attesa dell’ingresso della band americana. Sulle note dell’iniziale “Detroit Rock City” il telo con la scritta KISS ben in evidenza viene lasciato cadere, aprendo così lo scenario al quartetto mascherato. Il palco più piccolo montato all’Arena di Verona non ha consentito il montaggio di alcune scenografie che la band utilizza in altre occasioni, come i classici pannelli che scendono dalla struttura, ma poco importa: il gruppo è carico e piazza subito “Shout It Out Loud” per far cantare tutti i presenti, che si esaltano anche grazie ai poderosi effetti pirotecnici subito messi in evidenza, in un tripudio di cannonate di fuoco e fuochi d’artificio che si propagano sul palco a suon di rock and roll (e subito qualche pensiero è andato al soprintendente Vincenzo Tinè che, se presente, avrà avuto bisogno di prendere una bella boccata d’aria). Paul Stanley carica la folla con alcuni siparietti ben riusciti, ma poi a parlare ci pensa la musica ed è difficile non farsi coinvolgere da brani storici ed immortali come l’oscura “War Machine” e l’anthem hard rock “Heaven’s On Fire”. La voce stridula di Paul, nonostante gli anni, riesce ancora a graffiare. Non manca il solito gioco col fuoco di Gene Simmons prima di dare inizio a “Say Yeah”, midtempo che dal vivo è irresistibile con il suo coro semplice ed efficace, che tutti sono obbligati a cantare. Nel frattempo Eric Singer dietro le pelli è carico a mille e colpisce con autorevolezza la sua batteria, ma il proscenio è tutto per Tommy Thayer, che con il suo assolo infuocato regala spettacolo. Dalla sua chitarra partono dei razzi infuocati che vengono puntati in alcune zone dello scenario, dalle quali rimbalzano scie di fuoco dando vita ad autentiche esplosioni capaci di lasciare tutti a bocca aperta. Si torna a suonare con con i ritmi contenuti ma coinvolgenti di “Lick It Up”, tra i momenti più esaltanti dell’intero show, e poi via con “Calling Dr. Love” che viene prolungata a lungo attraverso una jam session e qualche simpatico siparietto durante il quale Paul e Gene, i due leader incontrastati, si scambiano alcune parole in italiano sparate a caso tra le quali ricordiamo: ‘tortellini’, ‘pizza’, ‘mandolino’…. e ‘Rita Pavone’. La possente “God Of Thunder” riprende con ardore fino alla tanto attesa “Love Gun” con il suo incedere spinto dal basso preciso di Simmons e da riff di chiara scuola rock fino ad un refrain facile da cantare. Tutti in piedi a ballare sulle note ottantiane di “I Was Made For Lovin’ You”, prima dei saluti che arrivano poco dopo i ritmi possenti di “Black Diamond”. Le luci si spengono e la band saluta il pubblico, ma tutti sapevano bene che ad attenderli ci sarebbe stato un encore esplosivo. Peccato che nel frattempo si sia fatto relativamente tardi (mezzanotte e quarantacinque) e molte famiglie con bambini a seguito – bello vederne così tante con bambini ben sotto i dieci anni che cantavano le canzoni dei loro beniamini – sono state costrette ad abbandonare lo show con leggero anticipo per andare incontro alle esigenze dei più piccini.
Si riaccende lo scenario trovando il pianoforte dal quale Eric Singer può inneggiare le note della ballata “Beth”; l’atmosfera è magica, ampliata dal pubblico che accende i propri telefonini rendendo lo scenario altamente suggestivo. “Do You Love Me” e infine “Rock And Roll All Nite” chiudono lo show attraverso un palco infuocato dal quale esplodono, per sancire il gran finale, fiamme e fuochi d’artificio, il tutto miscelato alla perfezione con gli applausi e le urla di un pubblico esaltato e soddisfatto.
Uno show di altissimo coinvolgimento per la band americana che saluta forse definitivamente i propri appassionati da un’Arena di Verona che ancora una volta si dimostra location unica per questo tipo di eventi. Nonostante i problemi iniziali e l’ora tarda, la soddisfazione dei presenti, durante l’uscita dei cancelli, è piuttosto evidente e la memoria di questa serata durerà a lungo anche per quei giovani ragazzini che dovranno portare avanti la fiamma del rock and roll nei prossimi anni!

Setlist:
Rock and Roll (Led Zeppelin cover)
Detroit Rock City
Shout It Out Loud
Deuce
War Machine
Heaven’s on Fire
I Love It Loud
Say Yeah
Cold Gin
Lick It Up
Calling Dr. Love
Tears Are Falling
Psycho Circus
100,000 Years
God of Thunder
Love Gun
I Was Made for Lovin’ You
Black Diamond

Beth
Do You Love Me
Rock and Roll All Nite

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