02/07/2019 - KISS @ Ippodromo San Siro - Milano

Pubblicato il 04/07/2019 da

Report a cura di Simone Vavalà
Fotografia di Mathias Marchioni

Sarà davvero il tour di addio per una delle band più iconiche del rock? Chissà… ma quello che è certo è che la Kiss Army italiana non si è fatta pregare per accorrere ad assistere al pirotecnico show della data milanese. Tutto andrà come da copione, come vedremo nel report, eppure c’è sempre qualcosa di magico nell’assistere ai continui giochi di luce e fuochi, e i numerosi bambini presenti, così come chi presenzia per la prima volta a un concerto dei Kiss, restano a bocca aperta nel vedere anche la sontuosa scenografia messa in campo dai quattro. Si tratta di uno show, prima che di un concerto, e non a caso per questo End Of The Road World Tour, la band newyorchese ha scelto di non avere nemmeno una formazione di supporto, bensì una performance; è quella di David Garibaldi, artista che realizza all’impronta ritratti di personalità celebri (indovinate quale gruppo chiude la sua esibizione…) con schizzi di colore velocissimi e a due mani, che hanno quasi dell’incredibile nel loro prendere forma. A seguire, un enorme telo nero va ovviamente a coprire i preparativi del palco, per aumentare l’effetto sorpresa, e quando partono le note registrate di “Rock And Roll” dei Led Zeppelin…

 

…proseguendo quanto sopra, è un trascinante riff di Jimmy Page a scaldare gli animi, con il pubblico ormai pronto ad impazzire, e a ragione. Non appena finisce l’intro registrata, infatti, possiamo sentire il canonico richiamo ‘You wanted the best, You got the best! The hottest band in the world: KISS!’, e di seguito l’inconfondibile attacco di “Detroit Rock City”, con il telone che cade e con i Kiss calati da quattro piattaforme aeree sul palco per il boato generale. Non staremo nemmeno a elencare la quantità e le tempistiche delle fiammate e delle palle infuocate sparate dallo stage, comprese quelle sputate come d’abitudine da Gene Simmons al termine di “War Machine”; proveremo invece a concentrarci sulla dimensione musicale, segnalando subito che anche da questo punto di vista il concerto funziona, assolutamente, anche se Paul ha ormai il fantasma della voce di un tempo, a differenza di Gene Simmons, la cui timbrica sporca, quando entra in gioco, è ancora potente. Gli innumerevoli intermezzi e siparietti servono chiaramente a far rifiatare The Starchild, e il sospetto di un ‘aiutino’ vocale è forte, visto che le linee vocali sono un po’ basse ma limpide, mentre quando parla al pubblico stride come un gatto dal veterinario. Poco male, le maschere sono una metafora stessa dello “Psycho Circus” (per citare uno dei brani proposti verso la fine del concerto) che i Kiss, da sempre, vogliono offrire agli astanti, forse ancor più della loro musica. Quando comunque, nel corso di circa due ore, si possono ascoltare brani immortali come “Deuce”, “Lick It Up” o “Calling Dr. Love” come ci si potrebbe lamentare? A partire da “Cold Gin” inizia anche la fase degli assoli: al solito Simmons passa al basso a forma di ascia, sputa sangue e si fa sollevare al cielo, all’alba dei settant’anni non più con cavi dietro le spalle, ma sulla piattaforma di inizio show; Eric Singer, a sua volta proiettato al cielo, dona un tonante ma soporifero assolo di batteria, che comunque rende felice il pubblico; mentre l’unico musicista talentuoso, ossia Tommy Thayer, fa il minimo indispensabile per dimostrare la sua classe senza umiliare i compagni di band. C’è ancora tempo per un trittico di canzoni da paura, ossia “Love Gun”, prima della quale Stanley sorvola il pubblico per piazzarsi a suonarla sopra il mixer al centro dell’arena, “I Was Made For Lovin’ You”, che fa cantare l’intero quartiere, a sensazione, e la conturbante “Black Diamond”. Vi pare manchi qualcosa? Chiaro che sì, e così nel bis c’è spazio per la struggente “Beth”, in cui Eric Singer sostituisce l’autore originale Peter Criss esibendosi anche al pianoforte; l’esplosione di “Crazy Crazy Nights”, con il lancio di enormi palloncini griffati Kiss sul pubblico; e infine, ovviamente, uno dei brani più famosi della Storia, ossia “Rock And Roll All Nite”: un inno, un manifesto, un urlo di gioia che per il primo minuto possiamo solo sentire, dato che il palco è reso invisibile da milioni (letteralmente) di coriandoli. Perché i Kiss sono questo: una festa per gli occhi e, nei limiti di quarantacinque anni di carriera, anche per le orecchie; e poco contano i sospiri e le smorfie di sospetto sulla resa sonora. Sul loro inchino finale ci viene solo da ricambiare riconoscenti: addio, se è vero, e grazie di tutto.

Setlist:
Detroit Rock City
Shout It Out Loud
Deuce
Say Yeah
I Love It Loud
Heaven’s On Fire
War Machine
Lick It Up
Calling Dr. Love
100,000 Years
Cold Gin
God Of Thunder
Psycho Circus
Let Me Go, Rock ‘N’ Roll
Love Gun
I Was Made For Lovin’ You
Black Diamond

Beth
Crazy Crazy Nights
Rock And Roll All Nite

Artista: Kiss | Data: 02 luglio 2019 | Venue: Ippodromo San Siro | Città: Milano

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