Introduzione e report a cura di Roberto Guerra
Fotografie di Michele Aldeghi
Sebbene siano in molti a sostenere che l’epoca di maggior splendore commerciale del folk metal abbia avuto vita relativamente breve, bisogna tuttavia ammettere che, almeno negli ultimi anni, pochi generi sono stati in grado di ritagliarsi una fetta tanto grande di estimatori anche, e soprattutto, tra i metallari più giovani e vogliosi di divertimento sfrenato, a base di fiumi di birra e situazioni dal sapore epico, battagliero e festaiolo. Il trittico previsto per la serata dell’11 marzo incarna perfettamente i concetti in questione: dagli ignorantissimi e simpatici Trollfest, passando per i bellicosi Turisas, fino ad arrivare a quella che è forse la realtà più nota se si parla di folk metal danzabile e gioioso, ovvero i finlandesi Korpiklaani. Con queste premesse, capite quindi quanto possa essere amareggiante accorgersi che un evento orientato principalmente verso il puro e semplice divertimento, si rivelerà in grado di fallire proprio in questo specifico obiettivo. In ogni caso, è bene andare con ordine, quindi ci limitiamo a rivolgere un saluto a Hellfire Booking e ad augurare una piacevole lettura a tutti voi.
TROLLFEST
Considerando la combinazione abbastanza proibitiva di prezzo del biglietto e orario di inizio, non c’è proprio da stupirsi della affluenza di pubblico relativamente scarsa al momento dell’ingresso on stage di una delle folk metal band più comiche e dissacranti dell’intero panorama mondiale. Come di consueto, abbinamenti improbabili di luci natalizie, costumi sgargianti e copricapi fatti di palloncini sono alla base della presentazione dei Trollfest, che iniziano sin da subito a non difendersi altrettanto bene sul versante sonoro, a causa di un’equalizzazione decisamente approssimativa e una quasi totale incapacità di distinguere i singoli strumenti all’interno del brano iniziale. Fortunatamente vi è presto un parziale miglioramento, sufficiente a intrattenere anche coloro che sono alla ricerca di una discreta esecuzione musicale, oltre che di una presenza scenica al limite della goliardia. La setlist non è poi così breve come ci saremmo aspettati, tanto da permettere alla band di piazzare svariati numeri piuttosto simpatici, tra cui una cover di “Toxic” di Britney Spears e una specie di trenino composto dal bassista Lodd Bolt e da qualsiasi membro del pubblico abbastanza in vena per farsi trascinare. L’immancabile “Helvetes Hunden Garm” conclude una prima performance sicuramente da premiare dal versante scenico, ma decisamente più anonima da quello musicale; tant’è che non sono in pochi ad augurarsi che i ben più composti Turisas possano risollevare l’umore ancora un po’ freddino della serata.
Setlist:
Fjøsnissens Fjaseri
Kjettaren Mot Strømmen
Toxic (Britney Spears cover)
Steel Sarah
Illsint
De Tre Bukkene Berusa
Kaptein Kaos
Professor Otto
Deildegasten
Solskinnsmedisin
Espen Bin Askeladden
Helvetes Hunden Garm
TURISAS
Nonostante i ben sei anni trascorsi dall’uscita dell’ultimo, controverso, album abbiano in parte allontanato i finlandesi Turisas dai riflettori di una buona porzione del pubblico metal mondiale, bisogna comunque ammettere che l’affluenza più numerosa dell’intera serata è proprio quella a prendere posto, di fronte al palco del Live Club, negli attimi precedenti l’ingresso on stage del carismatico frontman Mathias Nygard e dei suoi commilitoni. Un buon inizio con l’accoppiata “As Torches Rise” / ”A Portage To The Unknown” proietta immediatamente lo show dei Turisas su livelli decisamente più alti rispetto a chi li ha preceduti, mantenendosi su buoni livelli musicali e scenici per tutta la prima parte. Purtroppo l’impatto della band sembra giungere presto a un punto di stallo, come riscontrabile anche da un lieve intiepidimento della risposta del pubblico, la quale torna a brillare solo in concomitanza della attesa “Battle Metal”, rimanendo accesa fino all’apparente conclusione con la nota “Stand Up And Fight” e la divertentissima e immancabile cover di “Rasputin”. A questo segue un encore interamente acustico, francamente, a nostro modesto parere, poco necessario e per niente incisivo, al seguito del quale la band dal facepainting rossonero (no, non sono milanisti!) si congeda definitivamente, lasciando il posto ai connazionali e ben più goliardici Korpiklaani. Decisamente riteniamo che i Turisas ci abbiano convinto maggiormente rispetto ai Trollfest, ma siamo certi che comunque si potesse fare molto meglio. Ora restiamo in attesa di uno stramaledetto nuovo album e, magari, di un tour da headliner per una band di cui ancora non siamo riusciti a cogliere completamente le intenzioni.
Setlist:
As Torches Rise
A Portage to the Unknown
We Ride Together
To Holmgard and Beyond
In the Court of Jarisleif
Greek Fire
Hunting Pirates
Battle Metal
Five Hundred and One
Stand Up and Fight
Rasputin (Boney M. cover)
One More (instrumental version)
The March of the Varangian Guard (acoustic)
For Your Own Good (acoustic)
KORPIKLAANI
Qui iniziano le note più dolenti dell’evento di cui stiamo parlando ormai da diverse righe di testo: non è un segreto che i concerti dei Korpiklaani non siano sempre delle composizioni omogenee di precisione, esaltazione e professionalità, ma quantomeno ci si aspetterebbe che il fattore divertimento si attesti su livelli a dir poco maiuscoli, con una realtà comunque così apprezzata e, a suo modo, emblematica per quella che è una determinata maniera di proporre e suonare folk metal. La primissima parte del concerto si attesta tutto sommato su livelli discreti, anche se i suoni davvero deboli e una presenza scenica da bocciare su tutta la linea, eccezion fatta per il frontman Jonne Jarvela, iniziano già a far storcere il naso a buona parte dei presenti. Tuttavia, il peggio sopraggiunge più o meno in concomitanza del primo quarto di show, a partire dal quale sarà una setlist davvero piatta, prolissa e studiata relativamente male a farla da padrone: vi basti pensare che diversi fan della band han deciso di uscire in cortile o, peggio ancora, sedersi per terra a parlare dei fatti propri, trasformando di fatto l’area di pogo in un’area di chiacchiere, in preda a una probabile noia dettata da un susseguirsi di brani già di per sé non molto incisivi, eseguiti per giunta senza una particolare dose di grinta. Non bastano la comparsata sul palco di un paio di membri delle band precedenti per risollevare le sorti di un concerto decisamente stantio e abbastanza deludente, che riesce in parte a riaccendere la fiamma dei presenti con un poker finale in verità piuttosto prevedibile, ma anche alquanto divertente, a base di “Wooden Pints”, “Beer Beer”, “Vodka” e “Happy Little Boozer”.
Insomma, c’è poco altro da aggiunere: l’intero spettacolo di stasera non è riuscito in nessun modo particolare a convincerci, se si escludono alcuni momenti isolati in grado di strappare più di un sorriso. Forse qualcuno di voi potrà affermare che siamo stati un po’ troppo severi; potreste aver ragione, ma rimane comunque innegabile che se a un concerto folk metal non ci si riesce a divertire come si vorrebbe, c’è decisamente qualcosa che non torna.
Setlist:
Neito
Juomamaa
Korpikuusen kyynel
Aallon Alla
A Man With A Plan
Palovana
Kallon malja
Pellervoinen
Harmaja
Kotikonnut
Henkselipoika
Sillanrakentaja
Kylästä keväinen kehto
Lempo
Pilli on pajusta tehty
You Looked Into My Eyes
Wooden Pints
Beer Beer
Vodka
Happy Little Boozer