Report a cura di Elio Ferrara
Fotografie di Monica Ferrari
Serata unica e speciale quella organizzata questa sera dai Lacuna Coil per celebrare “Comalies”, un album molto significativo nella loro discografia, dato che è stato quello che li ha consacrati definitivamente nell’ambito del metal, alternativo e venato di tinte scure, internazionale. In occasione del ventennale dalla pubblicazione del disco, la band ha pensato ad un’iniziativa piuttosto particolare, pubblicando, proprio il giorno prima, una riedizione di quell’album in cui le canzoni sono state riarrangiate e rivisitate alla luce dello stile attuale del gruppo, che rispetto a quel periodo ha visto certamente un’evoluzione (oltre ad alcuni cambi di line-up), includendo comunque nella stessa release anche la versione originale.
Indubbiamente tra la versione di “Comalies” del 2002 e quella attuale ci sono delle differenze, sulle quali tuttavia in questa sede non stiamo a soffermarci: per questo rimandiamo direttamente alla recensione del disco sulle nostre pagine. Ci limitiamo ad osservare che il lavoro pubblicato nel 2002 riflette molto bene il periodo in cui è stato realizzato (d’altronde, se così non fosse stato, probabilmente non avrebbe avuto tutto questo successo), ma questo non significa che in data odierna risulti superato. Semmai, è la band ad essere cambiata rispetto ad allora, tanto che spesso sembra ravvisarsi una certa scollatura tra vecchi e nuovi fan, con questi ultimi più propensi ad apprezzare i loro ultimi dischi e meno interessati ai loro primi lavori. “Comalies XX” probabilmente prova ad avvicinare questi due periodi della band, con risultati in linea di massima apprezzabili, ma la preferenza per l’una o l’altra versione rimane legata in realtà ai gusti personali: ad esempio, non ci entusiasma la nuova “Heaven’s A Lie” (che, probabilmente, non sarebbe stata, in questa veste, una hit allo stesso modo dell’originale), ma non ci dispiacciono alcuni remake tipo “Angel’s Punishment”. Si può anche osservare che quest’operazione può assumere un’importanza relativa quando si è in sede live, perché accade spesso che le band possano suonare le canzoni in maniera differente rispetto alla versione in studio.
Proprio per enfatizzare la particolarità della cosa, perciò, i Lacuna Coil hanno deciso di suonare tutto l’album, con il paradosso che per quest’unico evento (al momento, infatti, non sono previste repliche o tour), sono state suonate dal vivo alcune canzoni per la prima volta in assoluto (come nel caso di “The Prophet Said”). Per arricchire ulteriormente lo spettacolo, dato che la band è reduce da una tournée negli USA, “Comalies XX” non è stato eseguito nella semplice successione della tracklist, ma con un ordine completamente differente, in mezzo al quale sono state intervallate le canzoni suonate nel corso del tour.
Ecco perché l’evento è stato davvero eccezionale, ulteriormente enfatizzato dal fatto che i cinque hanno scelto di suonare ‘in casa propria’ a Milano, come ricordato anche da Cristina Scabbia. La risposta del pubblico non è mancata ed il Fabrique, adornato da tanti in omaggio ovviamente alla copertina di “Comalies”, risulta da subito stracolmo, con gente ridotta quasi ai margini del locale, tanto che probabilmente, ci viene da pensare, sia stata forse sottovalutata la possibile affluenza per l’evento. Ad ogni modo, la band ha dato il meglio di sè e senza risparmiarsi, dimostrando di essere in gran forma. con l’incastrarsi delle voci di Cristina e Andrea Ferro ed il dirompente muro sonoro innalzato dai tre musicisti (come di consueto) dai volti truccati, grazie alle chitarre di Diego Cavallotti, alle ritmiche incessanti di Richard Meiz e, soprattutto, al basso di Maki, sempre in bella evidenza.
Tra i momenti clou dello show possiamo annoverare certamente, oltre alle nuove versioni dei classici di “Comalies”, altri pezzi particolarmente graditi, come i più datati “Our Truth” e “Trip The Darkness” o tratti dall’ultimo album quali “Reckless”, “Sword Of Anger” o, ancora, il duo “Apocalypse”/”Layers Of Time”.
Un momento molto particolare è stato poi quando Cristina ha chiesto al pubblico di sedersi e, facendosi strada con un po’ di fatica tra gli astanti accalcati per raggiungere una zona illuminata dalle luci, nell’incredulità di tanti, ha cantato proprio da lì “The Ghost Woman And The Hunter” (scherzando con gli altri ragazzi della band: “Così da qui vedo se siete bravi a suonare”). Dopo l’esecuzione di “Veneficium”, i musicisti lasciano il palco e comincia un’attesa piuttosto lunga – riempita da un giro di synth mandato in loop – poi spiegata dal fatto che tutti i membri della band si sono cambiati, presentandosi in nero al posto dei tutoni bianchi indossati durante il concerto.
C’è spazio dunque per alcuni bis, tra cui segnaliamo la celebre cover dei Depeche Mode, “Enjoy The Silence” (inclusa nell’album “Karmacode”), per poi concludere con “Nothing Stands In Our Way”. Il concerto finisce qui, la sala si svuota lentamente, ma grazie a “Comalies XX”, almeno ci sarà ancora modo di ascoltare l’album, a seconda dei gusti, nella vecchia o nella nuova versione.
Scaletta:
Intro/Blood, Tears, Dust
Reckless
Swamped XX
Self Deception XX
Apocalypse
Layers Of Time
Entwined XX
Unspoken XX
Trip The Darkness
Sword Of Anger
The Ghost Woman And The Hunter XX
Humane XX
Daylight Dancer XX
Heaven’s A Lie XX
Angel’s Punishment XX
Our Truth
Now Or Never
My Demons
The Prophet Said XX
Delirium
Comalies XX
Veneficium
Aeon XX/Tight Rope XX
Enjoy The Silence (Depeche Mode cover)
Nothing Stands In Our Way