10/10/2025 - LACUNA COIL + NONPOINT @ Alcatraz - Milano

Pubblicato il 13/10/2025 da

Report e foto di Riccardo Plata

Passano gli anni ma i Lacuna Coil restano sempre uno dei nomi di riferimento all’estero del metal made in Italy, come testimoniato dalla recente apparizione all’Aftershock Festival in California (unici rappresentanti del Belpaese in mezzo ad un bill degno della golden age dell’Ozzfest).
Fortunatamente, da un po’ di tempo a questa parte la formazione meneghina – grazie anche alle attività in ambito extramusicale, dal gaming ai fumetti – sta raccogliendo i giusti tributi anche in madrepatria (per quanto il partito degli hater conti sempre molti iscritti), come testimoniato dai pienoni riscontrati dalle loro ultime esibizioni sul suolo milanese.
Detto che nelle prime file abbiamo incontrato diversi fan da tutto il mondo (Inghilterra, Francia e Germania, ma ci sono perfino Coilers venuti apposta dall’Uruguay), fa piacere ritrovarli nella cornice dell’Alcatraz (da cui curiosamente mancavano da una decina d’anni, al netto del concerto a porte chiuse svoltosi in streaming nel pieno della pandemia) prossimo al sold-out e con un pubblico decisamente eterogeneo per età, genere e abbigliamento, segno di come mai ormai la band sappia parlare ad una platea trasversale.

A rendere ancora più succulenta la serata, la presenza dei Nonpoint, storica formazione di seconda fascia del movimento nu metal (gli appassionati ricorderanno sicuramente “Statement” e “Recoil”, due classici minori d’inizio secolo) che non aveva mai messo piede sui palchi italiani prima d’ora; il fatto che ciò avvenga ad un quarto di secolo di distanza dal loro esordio su major è quasi paradossale, ragion per cui non possiamo che ringraziare Andrea e Cristina per averci portato un pezzettino dell’Ozzfest a casa nostra.
Quella di stasera era la prima data del tour europeo: vediamo com’è andata…

Sono le venti in punto quando i NONPOINT fanno il loro ingresso sul palco dell’Alcatraz, nel frattempo pieno per più di metà.
Dubitiamo fossero molti a conoscere la formazione della Florida, poco avvezza ai palchi europei in generale e ormai lontana dal giro che conta (l’ultimo full-length è del 2018), ma Elias Soriano si conferma un frontman di razza (oseremmo dire al livello di Benji degli Skindred), al punto che siamo certi che il contatore di streaming della band sarà cresciuto di qualche centinaio di unità nelle ore successive allo show. Nell’ora scarsa a loro disposizione, i cinque spaziano nell’intera discografia, partendo dalla storica “What A Day” (pezzo forte di “Statement”, debutto su major nel lontano 2000) per arrivare alle più recenti “Ruthless” e “A Million Watts”, estratte dai loro ultimi due EP usciti solo in digitale.
Gli appassionati di wrestling avranno riconosciuto “Bullet With A Name” e “Alive And Kicking”, nella colonna sonora del videogame “WWE SmackDown vs. RAW 2007”, ma anche chi ha poca familiarità con il nu metal è rimasto rapito dalle movenze del cantante portoricano, abile a far saltare tutto il locale e a fomentare il battimani anche nelle retrovie.
Notevole anche la presenza scenica dei due chitarristi, che giocano a fare i Korn nelle movenze (arrivando a simulare per scherzo l’attacco di “Blind”), mentre curiosamente la batteria di Robb Rivera, unico sopravvissuto della formazione originale insieme al cantante, si trova a centro palco, di lato, permettendoci di apprezzare le movenze di tutti gli arti del musicista.
Il momento clou dell’esibizione – oltre ad un’inaspettata esecuzione di “Tanti Auguri A Te”, cantata in un buon italiano dal frontman portoricano e dedicata ad un tecnico del suono che compie oggi gli anni – arriva con “In The Air Tonight”, cover di Phil Collins contenuta nel terzo album (“Recoil” del 2004) ed accompagnata da buona parte degli astanti. P
eccato per l’assenza di qualche altro estratto dallo stesso disco (avremmo fatto carte false per sentire ad esempio “Rabia”, iconico inno del latin nu metal d’inizio millennio insieme ad Ill Nino e Puya), ma nel complesso possiamo parlare di un’esecuzione perfetta sia dal punto di vista dell’intrattenimento che musicale, capace di unire potenza ritmica e senso melodico alla stregua dei grandi nomi del genere.
Sarà difficile rivederli di nuovo da queste parti in veste di headliner, ma mai dire mai.

Dopo la canonica mezz’ora, in cui nel frattempo il locale si è gremito, è un palco semplice ma efficace nell’allestimento (un videowall di spalle alla batteria e due drappi con il logo dell’ultimo disco) quello che accoglie i LACUNA COIL, ma a riempirlo di forma e sostanza ci pensa la formazione meneghina: Andrea Ferro e Cristina Scabbia, come di consueto, prendono il centro della scena, ma il triangolo ritmico formato dal capitano Maki, dal batterista Richard Meiz e dal rookie Daniele Salomone (subentrato un anno fa a Diego Cavallotti nel ruolo di chitarrista) si ritaglia il suo spazio sia a livello sonoro che visuale, con i due musicisti ai lati a scambiarsi sovente di posizione; occhi puntati soprattutto sulla new entry alla sei corde, che dimostra un ottimo affiatamento con i compagni e conferma di avere un buon tocco anche nei passaggi solisti.
Quella di stasera è la prima data del tour europeo, quindi oltre all’ormai inattesa assenza di spoiler digitali sulla setlist è normale certi automatismi non siano ancora del tutto rodati: come dice Cristina nel corso della serata, questo show per loro è quasi come un “saggio di fine anno, vista la presenza di numerosi amici e parenti”, e l’episodio più divertente in questo senso avviene quando, dopo aver annunciato “In The Meantime”, la band attacca con “Delirium”, inserita a sorpresa (non era infatti presente nella scaletta cartacea sulle assi del palco) ma eseguita comunque alla perfezione.

Ad aumentare il coefficiente di difficoltà della serata, anche una scaletta decisamente rinfrescata rispetto al passato, con ben otto brani tratti dall’ultimo “Sleepless Empire” uscito ad inizio anno e suonato quasi per intero: oltre ai classici moderni come “Hosting The Shadow” (stavolta senza Randy Blythe, presente pochi giorni fa al già citato Afterschock Festival), “Gravity” e “Oxygen”, già eseguite nelle precedenti date italiche, un momento unico è stato il debutto assoluto dal vivo di “In Nomine Patris”, preceduta da un gustoso aneddoto di Cristina (arrivata al locale sul carro funebre di suo nipote, dove aveva trovato un crocifisso che avrebbe voluto esporre sul palco proprio durante l’esecuzione della canzone, salvo poi scoprire che era parte della bara di un defunto).
Tra i nuovi brani, spiccano anche la più danzereccia “I Wish You Were Dead”, cantata a squarciagola da tutto il locale, così come funziona la scelta di terminare gli encore con “Never Dawn”, lasciando alla corale “Nothing Stands Our Way” il ruolo di chiusura del set regolare, accompagnata dall’iconico ritornello (“We FearNothing”) intonato anch’esso a gran voce da tutti gli astanti.

Dopo anni di tour dedicati prima a “Black Anima” e poi a “Comalies XX” ci sta che questi due dischi oggi siano meno rappresentati: dal primo trovano dunque posto le immancabili “Layers Of Time” e “Reckless”, poste in apertura quasi come riassunto delle puntate precedenti, mentre il secondo ci regala le altrettanto imprescindibili “Heaven’s A Lie XX” e “Swamped XX”, rivisitazioni del masterpiece “Comalies” che li consacrò alla ribalta internazionale più di vent’anni fa, rivisti con un arrangiamento in linea con il sound più heavy inaugurato da “Delirium” in poi.
Tra una dedica alle persone che ci guardano da lassù e qualche momento di commozione per il calore del pubblico, il concerto vola via con l’entusiasmo di una festa in famiglia, se pur in un contesto iper-professionale nell’esecuzione dei pezzi (non abbiamo contato neanche mezza sbavatura), e il ripescaggio delle meno abituali “Intoxicated” e “Downfall” (per tacere della già citata “Delirium”, sorta di bonus track per il pubblico di casa) rende la serata ancora più speciale anche per i fan più appassionati, per i quali non sarà stato certo un problema l’assenza delle più abituali “Enjoy The Silence” o “Trip To Darkness”.
Dopo un ora e quaranta è tempo di saluti, e il tour bus parcheggiato in via Valtellina ci ricorda che, come fanno da quasi trent’anni a questa parte, i Lacuna Coil sono pronti a portare il metal italiano in giro per il mondo: ora come allora, si parte dalla rassicurante della Madonnina, ed è stato bello condividere la prima tappa del viaggio con Andrea, Cristina e Maki, capaci di mantenere la stessa passione ed umiltà dopo tre decadi, migliaia di show e milioni di dischi.

Setlist Lacuna Coil:
Layers of Time
Reckless
Hosting the Shadow
Kill the Light
Die & Rise
Spellbound
Delirium
In the Mean Time
Intoxicated
Downfall
Heaven’s a Lie XX
In Nomine Patris
The House of Shame
Blood, Tears, Dust
Gravity
Oxygen
Nothing Stands in Our Way
The Siege
I Wish You Were Dead
Swamped XX
Never Dawn

NONPOINT

LACUNA COIL

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