13/12/2021 - LEPROUS + WHEEL + AIMING FOR ENRIKE @ Live Music Club - Trezzo Sull'Adda (MI)

Pubblicato il 20/12/2021 da

In occasione dei festeggiamenti per i loro vent’anni di attività, i Leprous hanno intrapreso un tour europeo che è passato anche dalla nostra penisola. La scaletta, ovviamente, è stata scelta in modo da includere pezzi che andassero a toccare ogni singolo album della loro lunga e brillante carriera, con una scenografia imponente, ricca di effetti speciali e la prestazione della band come al solito impeccabile, in un tripudio prog che sicuramente avrà fatto la felicità dei numerosi presenti. Ad accompagnare i norvegesi, due formazioni di assoluto rispetto: i connazionali Aiming For Enrike, sperimentali e psichedelici, ed i ben più noti finlandesi Wheel, uno tra i nomi emergenti più quotati in ambito progressive metal.
Abbiamo assistito alla data del Live Club di Trezzo sull’Adda e qui di seguito trovate un report: inutile dire che le aspettative non sono state disattese ed è stato emozionante, dopo quasi due anni, finalmente partecipare ad un una tappa di un tour internazionale con artisti di questa portata.

L’atmosfera che si respira al Live Club è quella delle grandi occasioni: dopo mesi e mesi, un tour di una band estera di un certo peso arriva finalmente in Italia e anche chi ha temuto fino all’ultimo un annullamento o un rinvio può tirare un sospiro di sollievo.
Sarà forse per questo motivo che il locale, nonostante l’orario di inizio sia stato fissato piuttosto presto, è già abbastanza pieno quando si presenta sul palco la prima band, dal curioso moniker AIMING FOR ENRIKE (sembra derivi dall’ascolto di un brano di Enrique Iglesias, preso come parametro del quale è impossibile fare di peggio). Questo duo norvegese, forse non conosciutissimo al grande pubblico, ha già pubblicato quattro album, l’ultimo dei quali, “Music For Working Out”, solo qualche mese fa, ed è composto da Simen Følstad Nilsen (chitarra ed effetti) e Tobias Ørnes Andersen (batteria), quest’ultimo con un background metal comprendente gli Shining di Munkeby e gli stessi Leprous. La loro proposta, completamente strumentale, abbraccia uno spettro sonoro piuttosto ampio: si va dal math-rock al free jazz, dal kraut rock alla synthwave, il tutto trattato con una certa leggerezza che vuole essere accattivante ed irriverente, senza accampare pretese se non quella di far muovere il piede a chi ascolta. La base di tutto è ovviamente la sei corde, dalla quale partono giri e riff che vengono inseriti in loop a scatenare ritmi e vibrazioni di ogni tipo, ma è notevole anche il lavoro della batteria, che non si limita a rimanere in secondo piano ma spesso si fa notare con tempi bizzarri e sincopati. Un buon antipasto per ciò che verrà dopo, ed il pubblico sembra apprezzare.
Si cambia totalmente registro, invece, con i finlandesi WHEEL, che presentano il loro secondo album “Resident Human”, uscito anch’esso quest’anno. Il gruppo capitanato dal cantante James Lascelles è uno degli astri nascenti nell’universo progressive metal e già da parecchio tempo se ne parla in termini più che lusinghieri. La band avrebbe dovuto intraprendere il primo tour da headliner nel febbraio 2020, ma la pandemia ha stroncato tutti i loro sogni di gloria e forse per questo motivo i ragazzi di Helsinki hanno deciso di dare il massimo nelle esibizioni di supporto ai Leprous, dimostrando che l’hype attorno al loro nome è giustificato – e tra l’altro di fronte ad audience di una certa consistenza. Etichettati ad inizio carriera, un po’ frettolosamente, come ennesimo gruppo clone dei Tool, sulle assi di un palco gli Wheel sono sicuramente in grado di dimostrare di valere molto di più: il loro è un prog che dal vivo diventa parecchio robusto, con un approccio decisamente più metal che su disco; i pezzi sono lunghi ed intricati – con menzione speciale per la titletrack dell’ultimo album – pur senza perdere niente in termini di impatto. Sugli scudi la voce del già citato Lascelles, vicina per espressività a quella di Joel Ekelöf dei Soen ma, mentre questi ultimi col tempo sembrano essersi impoveriti semplificando eccessivamente la loro proposta, gli Wheel, partendo da una base molto simile, hanno invece arricchito e personalizzato la loro musica. Ottima anche la resa sonora, l’unica pecca è la durata veramente limitata dello show, poco più di trenta minuti: ci auguriamo di poter vedere presto i finlandesi in un concerto tutto loro per poterne apprezzare a pieno le doti.
Ma è alle 21 che la serata entra nel vivo: sul palco salgono i LEPROUS, accolti dal boato di un pubblico ormai numerosissimo. Per questo “20th Anniversary Tour”, la band di Notodden ha preparato una scaletta speciale della durata di due ore, che ripercorre vent’anni di carriera, praticamente in senso cronologico, andando a pescare pezzi da ognuna delle pubblicazioni dagli esordi fino ai nostri giorni, e dei visual dal carattere psichedelico alternati ad immagini dei componenti della band in diverse epoche. Il viaggio nel tempo parte dagli albori, dal primo EP “Silent Waters” e dal debutto su lunga distanza “Aeolia”, con un medley di pezzi in cui Einar Solberg si cimenta anche in un growl che non sentivamo da anni: proprio il leader, cantante e tastierista, sarà il protagonista principale di tutto il concerto, con la sua voce riconoscibile in mezzo ad altre mille e i suoi virtuosismi. Si prosegue, rivisitando “Tall Poppy Syndrome” con “Passing”, il brano che, con il suo andamento irregolare costituito da passaggi potenti e momenti più riflessivi ha per primo fatto conoscere le qualità dei Leprous: l’interpretazione live a dodici anni dall’uscita è emozionante e rappresenta uno dei momenti più intensi della serata. Non sono da meno anche gli estratti dal successivo “Bilateral”, ossia “Forced Entry”, caratterizzato da lunghe digressioni strumentali che lo rendono uno delle canzoni più progressive scritte dalla band, e “Painful Detour”, resa suggestiva dalla tromba dell’ultimo arrivato Pedro Miguel Nuñez Diaz. Tra i brani presi da “Coal” è rimarchevole la resa della monumentale “The Valley”, un pezzo molto strutturato, con un sinistro suono di synth, in cui Solberg si esibisce in lunghi vocalizzi, raggiungendo picchi di teatralità elevatissimi. Ci avviciniamo ai nostri giorni con “The Price”, da “Congregation”, il cui ritmo sincopato è ancor più accentuato nella versione live e in questo caso, per stile, siamo più vicini alla seconda parte della carriera dei norvegesi. Da “Malina” viene ripresa la ricercata “Bonneville”, della quale possiamo apprezzare la batteria jazzata e le atmosfere intimistiche, con un’ennesima prestazione maiuscola alla voce. Si continua con “Below”, tratta dal penultimo “Pitfalls”, un brano raffinato con un inizio malinconico seguito da un’esplosione melodica, che stasera viene ulteriormente dilatato in una lunga outro tastieristica. Si chiude con due pezzi dal recente “Aphelion”: prima “Out Of Here”, preceduta da un’intro di tromba e, per finire, “Nighttime Disguise”, un brano che sembra riportare al passato della band per potenza e maestosità e durante il quale il breve growl rappresenta una sorta di chiusura del cerchio. Dopo una breve pausa, il finale è affidato a “The Sky Is Red”, con i musicisti visibilmente commossi in questa occasione per loro così speciale.
Grandissima serata e, in questo particolare periodo, la speranza è che tutto ciò torni ad essere la normalità.

Setlist Leprous:
Nameless/An Outsiders Tale/Silent Waters/Eye of the Storm/Disclosure
Passing
Dare You
Forced Entry
Painful Detour
Foe
The Valley
The Price
Slave
Bonneville
From the Flame
Below
Distant Bells
Out of Here
Nighttime Disguise
The Sky Is Red

AIMING FOR ENRIKE:

WHEEL:

LEPROUS:

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