Si apre con il botto la stagione concertistica “estrema” del circolo Arci Lo-Fi di Milano: infatti in una fresca serata di fine estate sono arrivati direttamente da Seattle, Washington, i Lesbian, eroi americani e fieri portabandiera dello sludge metal più variopinto e cangiante. Quella milanese è la prima di quattro date nel belpaese e rappresenta l’esordio assoluto del quartetto in Italia. A fare da spalla alla band sono state chiamate due belle realtà torinesi quali Tons e Last Minute To Jaffna, che hanno risposto con delle buone performance collettive. I Lesbian, dal canto loro, hanno offerto uno show superbo, entusiasmante e senza punti deboli. Peccato che il live sia terminato davanti ad appena una decina di persone, ennesima dimostrazione che a casa nostra manca completamente la cultura della scoperta musicale e solamente i nomi più grossi, blasonati e scontati riescono a raggiungere una buona fetta di pubblico. Sicuramente l’evento non è stato pubblicizzato a dovere, sicuramente i Lesbian – qualitativamente eccelsi – non sono un nome di punta nemmeno nella scena sludge, perlomeno a livello di vendite; rimane il fatto che una serata come quella di ieri è la risposta perfetta per chi si chiede come mai sempre meno band meritevoli passino dall’Italia.
TONS
Sono più o meno le 22 quando il terzetto torinese sale sullo stage del Lo-Fi; il loro show durerà una mezzora abbondante, durante la quale i Nostri ripropongono quasi per intero il recente esordio “Musineè Doom Session Vol.1”, recentemente uscito tramite Heavy Psych Sound Records. I ragazzi buttano sul palco tantissima energia e litri di sudore; la loro proposta è uno stoner sludge piuttosto cavernicolo e con chiari rimandi ai modi barbari dei migliori High On Fire, qui irrobustiti da enormi iniezioni di stoner che provengono principalmente dalla sei corde di Steuso. Paolo al basso e alla voce offre una performance più che dignitosa, mentre Marco pesta il drumkit con selvaggia ignoranza, dimostrando di essere il vero motore della band, almeno in sede live. Il tempo a loro disposizione scorre piacevolmente, sebbene i suoni escano molto impastati e a tratti confusi. Per assurdo, i Tons hanno raccolto in sala molto più pubblico delle band successive, sebbene l’affluenza massima non sia stata mai superiore alle 35-40 persone.
LAST MINUTE TO JAFFNA
Rapido cambio palco ed ecco arrivare l’altro terzetto di Torino, ovverosia i promettenti Last Minute To Jaffna. A dire il vero, i Nostri avrebbero dovuto essere un quartetto, ma per motivi che non conosciamo si sono presentati on stage senza il bassista Andrea Galliverti. Poco male, dato che comunque il loro set è stato molto buono a prescindere, grazie anche ad una pulizia sonora difficile da riscontrare negli standard acustici del locale. A differenza delle altre band coinvolte, i Last Minute To Jaffna sono maggiormente riflessivi e vocati verso un post core miscelato con tentazioni doom mai sopite. Largo quindi al lavoro di cesello più che di motosega. Le performance individuali sono state molto buone: il batterista Andrea Skinner Pellegrino si è sobbarcato la parte ritmica alternando sfuriate di discreta fattura a passaggi più delicati e jazzy, mentre le due chitarre di Danilo Battocchio e Valerio Damiano si intrecciavano tra di loro creando arabeschi “post” molto interessanti. Nei quasi quaranta minuti di show i ragazzi hanno riproposto parte del materiale di “Volume I” – il loro album d’esordio – con buona intensità, non adeguatamente supportati da un pubblico immobile che a tratti dava l’impressione di trovarsi li’ per caso. Peccato per la band.
LESBIAN
Dopo che i quattro membri della band sono stati presenti in sala per seguire le performance dei support act, ecco che allo scoccare della mezzanotte finalmente i Lesbian imbracciano gli strumenti e travolgono come un tornado tutto ciò che li circonda. Guidati dal carismatico e gentilissimo frontman Dorando Hodous, affiancato dal lead guitarist Arran McInnis, i ragazzi di Seattle si sbattono con estremo vigore come se stessero suonando davanti a 2000 persone e non a 20 sparute anime, peraltro disperse all’interno del locale. Dopo un breve soundcheck si parte subito fortissimo con “Poisonous Witchball”, opening track del portentoso “Stratospheria Cubensis”. Hodous monopolizza l’attenzione con la sua presenza scenica ed il suo enorme basso a cinque corde, ben supportato da McInnis. L’altro chitarrista, Dan La Rochelle, invece si defila sin da subito sulla sinistra del palco, pensando più a suonare la sua splendida Les Paul che non ad apparire. Molto solido dietro le pelli è apparso Benjamin Thomas-Kennedy, che fino a pochi minuti prima barcollava a stento nel locale e che invece appena presa posizione è apparso lucido e preciso. Hodous parla con il pubblico, chiedendo anche dell’erba, dato che a causa dei controlli aeroportuali la band non l’aveva con sé. A seguire, i Lesbian ci propongono un nuovo brano veramente stupendo, carico di suggestioni punk miscelate a fughe strumentali ridondanti e settantiane. Ottima anche la riproposizione dell’enorme “Black Stygian”, dilatata ben oltre i 25 minuti e con un solo chitarristico da urlo eseguito da McInnis. Come finale, la band ripesca dall’esordio “Power Hor” e propone la terremotante “Black Forest Hamm”, per la gioia dei dieci astanti rimasti sul posto. C’è poco da dire sul live dei Lesbian: trascinante, emotivamente debordante, tecnicamente ineccepibile. Peccato che la risposta di Milano sia stata fin troppo tiepida e compassata. Onore comunque al quartetto, dato che tra una birra e l’altra ha comunque scherzato con i presenti e non ha dato peso al fatto di dover suonare per pochissimi intimi. Enormi, anche dal vivo!