10/08/2018 - LEYENDAS DEL ROCK 2018 – 2° giorno @ Polideportivo Municipal - Villena (Spagna)

Pubblicato il 26/09/2018 da

Introduzione e report a cura di Federico Orano
Fotografie di Cesare Macchi Sergio Blanco (fotografia in evidenza: Salvador Villa)

Dopo una prima giornata scoppiettante e conclusa alle quattro di mattina con la festa messa in atto dai Saurom, solo una bella dormita ed un pranzetto coi fiocchi potevano ridarci le energie per affrontare il secondo giorno del festival. E così, mentre un paio di giovani band come Jolly Joker e Against Myself si esibivano sul minipalco montato nell’area camping, una buona paella rifocillava il nostro tavolo giusto in tempo per farci trovare davanti al palco per l’inizio dei concerti di una giornata molto attesa soprattutto per la presenza dei due headliner Powerwolf e Saxon; ma non solo!

Fotografo: Salvador Villa

 


TURISAS
I finlandesi Turisas sono adattissimi per aprire al meglio la seconda giornata del festival; dopotutto possono vantare una certa schiera di giovani fan ed un buon impatto in sede live, non solo per le loro acconciature belliche. Non è la prima volta che la band scandinava passa per il Leyendas Del Rock ed ogni volta il pubblico mostra tutto il proprio affetto per i finnici. Insomma, nonostante il Sole batta impietoso, ci sono già diversi metalhead ad occupare le prime file e pronti a scatenarsi con alcuni brani dal forte impatto come “Battle Metal”, “We Ride Together” e “Rasputin”. Missione compiuta per i Turisas!

AZRAEL
Gli Azrael rappresentano la classica band heavy spagnola: pochi fronzoli, tanto metallo. Con diversi dischi alle spalle, il gruppo di Granada può vantare un’innata attitudine live, dove riesce a dare il meglio di sè. Se con gli ultimi dischi in studio il sound si è spostato leggermente verso sonorità più moderne, on stage il gruppo suona potente con sfuriate di puro heavy/power supportate da un purosangue al microfono come Marc Riera. Ancora pochi i present,i ma tanta energia per gli Azrael con brani come “Nada Que Tener” e “Libre!”.

SONATA ARCTICA
Cosa aspettarsi da Kakko e soci? Qualche brano pescato qua e là dalla ormai lunga discografia targata Sonata Arctica. Ed in effetti la band finlandese questo ha fatto. Alternando i brani più recenti a quelli più storici ed apprezzati, lo show è filato via con pochissime vibrazioni, colpa di una setlist sottotono che si accende solamente quando i finnici partono con le note di “Fullmoon”. Impossibile perdonare ad una band con così tante carte da giocarsi una partenza sì fiacca come quella avvenuta con l’opener “Shitload Of Money”, che ha lasciato freddi tutti i presenti. Probabilmente il premio per la peggior esibizione del festival la vincono proprio loro…

DEVILDRIVER
A far agitare qualche testa dopo il concerto soporifero dei Sonata Arctica ci pensano i DevilDriver, che in quanto a potenza hanno poco da invidiare con il loro heavy/thrash moderno dalle tinte hardcore. Insomma, un’oretta di pura energia è quello che ci si aspetta dalla band statunitense ed è anche ciò che abbiamo ottenuto, anche se la proposta del gruppo risulti alla lunga leggermente piatta, soprattutto per i non amanti del genere. Ma song come “Grinfucked” e “Ruthless” sono ottimi esempi di metal potente dal tocco moderno.

PRAYING MANTIS
Un Mark Reale Stage pienissimo attende i Praying Mantis, che ripagano i presenti con uno degli show migliori dell’intera giornata. La band inglese ha esperienza da vendere e lo dimostra sul palco con brani come “Panic In The Street”, “Keep It Alive” e “Children Of The Earth”, tutti coinvolgenti alla grande la platea. E non sono da meno i pezzi più recenti come “Mantis Anthem”, cantata a gran voce da tutti. Che piacere ritrovare i Praying Mantis così carichi: per la band inglese gli anni passano ma il fuoco brucia ancora forte dentro!

CHILDREN OF BODOM
Sono passati tanti anni da dischi come “Hatebreeder” e “Follow The Reaper”, album che hanno lanciato nel mainstream metal i Children Of Bodom, ma la band finlandese è riuscita a reinventarsi e negli ultimi anni è tornata quasi allo splendore di un tempo. E i fan del gruppo nordico sono sempre molti e sanno che dal vivo la loro band riesce sempre ad offrire uno show potente. E così le atmosfere si fanno oscure con il death metal di “Are You Dead Yet?”, “Hate Me!” e “Downfall”, con Alexi Laiho pronto a scagliare la propria rabbia sonora addosso al folto pubblico. Uno spettacolo forse un po’ troppo lineare ma senza dubbio preciso e potente per i Bambini di Bodom.

POWERWOLF
Con il nuovo disco “The Sacrament Of Sin” fresco di grandi successi e traguardi in giro per il mondo, i Powerwolf ormai sono una sicurezza soprattutto dal vivo, dove possono proporre uno show di primissimo livello. Sia perchè la setlist ormai è composta solamente da hit irresistibili che si adattano alla grande all’essere riproposte dal vivo, sia perchè la band è bravissima a coinvolgere il pubblico con siparietti simpatici. Insomma, lo show dei Powerwolf è adrenalina pura e anche stavolta il quintetto teutonico ha messo a ferro e fuoco il pubblico. I pezzi nuovi funzionano anche dal vivo (avevate dubbi?) e hanno permesso, assieme ai cavalli di battaglia “Amen & Attack”, “Blessed & Possessed”, “Werewolves Of Armenia”, “All We Need Is Blood”, alla band di mettere in piedi probabilmente il miglior spettacolo dell’intero festival. Una realtà in formissima, all’apice probabilmente della propria carriera. I Powerwolf sono uno spettacolo da non lasciarsi sfuggire!

SAXON
Dura salire sul palco subito dopo l’uragano Powerwolf. Sì, ma non per una band che calca le scene da oltre quarant’anni. I Saxon non si fanno intimorire, anzi, il loro show è energia pura e, alternando vecchi classici ai brani più recenti, Biff Byford & Co. hanno messo in piedi un altro spettacolo da ricordare. ”Thunderbolt”, “Sacrifice” e gli eterni inni “Motorcycle Man”, “Heavy Metal Thunder” e “Wheels Of Steel” non lasciano prigionieri. Uno show che si abbatte come un martello tra i presenti che dimostrano di apprezzare. Che classe per i Saxo,n che insieme ai Powerwolf hanno formato un ‘uno-due’ che metterebbe KO chiunque decidesse di salire sul ring dell’heavy metal!

FREEDOM CALL
Un po’ di sano happy power metal non fa mai male e i Freedom Call sono maestri in questo. Un Mark Reale Stage strapieno attende il sorridente Chris Bay che ci delizierà con una setlist interessante, andata a rispolverare alcuni pezzi dimenticati da molto tempo come “Tears Of Babylon”, “United Alliance” e “Freedom Call”. All’inizio pesa leggermente qualche problema al mixer, con la voce troppo bassa, ma poi i suoni si sistemano e lo show prosegue al meglio con la band che si diverte e fa divertire. Con le spensierate “Metal Is Forever” e “Power & Glory” il pubblico canta a squarciagola mentre, come al solito, ci pensano gli estratti da “Eternity”, forse l’album più amato dai fan, a chiudere lo show, che termina con “Warriors” e “Land Of Light”. Freedom Call sempre affidabili!

ABBATH
Un mostro sacro come Abbath, leader degli storici Immortal, merita sicuramente il palcoscenico più grande e bisogna dire che di spettatori, ad osservare il suo show, ce n’erano davvero molti. Del resto, far esibire il singer nordico a tarda notte ha creato un’atmosfera perfetta per il sound proposto. La setlist presenta alcuni brani presi dalla sua carriera solista ma anche degli estratti dai dischi targati Immortal. E così tra una “In My Kingdom Cold” ed una “Solarfall” il growl di Abbath si abbatte sul Leyendas Del Rock per un’oretta di metal estremo di grande fattura.

JUPITER
I Jupiter sono una storica band melodic hard rock che riuscì a pubblicare un paio di ottimi dischi cantati in spagnolo sul finire degli anni Ottanta. Ora, dopo la ristampa di entrambi i full-length grazie al lavoro dell’etichetta spagnola Leyenda Records (niente a che vedere con il festival), il gruppo si è riunito per la prima volta in questa edizione del Leyendas Del Rock per riproporre brani che sono rimasti nel cuore degli appassionati indigeni, come ad esempio “Suspenso En Amor”, “Radio Rock’n’Roll” e “Chica De Fuego”. La band, dopo trent’anni, mostra qualche chilo in più, ma la voglia di far bene è tanta così come le emozioni, evidenti sul volto di Narci Tercero, singer del gruppo. Uno show che ha riportato tutti indietro nel tempo e forse anche qualche lacrima è scesa tra i rocker più datati.

VHALDEMAR
I Vhaldemar sono una band spagnola di Barakaldo, che con l’ultimo disco “Against All Kings” (una delle miglori uscite in campo power/heavy nello scorso anno) è riuscita ad ottenere le attenzioni che non avevano mai avuto in tanti anni di carriera. Un disco potente e compatto, ricco di ottimi brani che sono stati riproposti al Leyendas Del Rock, fra questi la titletrack, “Metalizer” e “I Will Stand Forever”. Uno show compatto e potente davanti ad una buona schiera di metalhead coinvolti e pronti a cantare insieme al singer Carlos Escudero.

TAKEN
Avevamo sentito parlare dei Taken, ma onestamente non avevamo mai ascoltato nulla di questa giovane band spagnola con un solo disco alle spalle. L’idea, quindi, era quella di trasferirci momentaneamente al palco Mark Reale per ascoltare qualche loro brano, per poi tornare a seguire il finale dello show dei Vhaldemar. Piani andati disattesi, visto che lo show dei Taken ci ha sorpreso e coinvolto appieno tanto da obbligarci ad osservarli fino alla fine. Il gruppo originario di Pamplona punta su ritmi sparati in stile melodic power nordico, ricordando Stratovarius e primi Sonata Arctica, con un cantante come David Arredondo che sale altissimo e ben due tastieristi in formazione. La setlist sarà composta da alcuni brani presi dall’omonimo debutto pubblicato nel 2016 e qualche anticipazione dal nuovo disco in fase di realizzazione. Il pubblico apprezza e si scatena quando viene proposta la cover di “Reach Out For The Light” del progetto Avantasia, suonata alla grandissima. Una giovane band da tenere d’occhio, uno show molto convincente.

 

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