Un evento per pochi appassionati, lontano dai riflettori e dalle attenzioni del grande pubblico, quello che ha interessato il Lo-Fi di Milano per il passaggio dei Light Bearer, noti ai più come “la nuova band di Alex dei Fall Of Efrafa”. Ad accompagnare il sestetto, una manciata di interessantissime realtà nostrane, per una serata dalle tinte “post” trasversali ed intimiste, che non tardiamo ad includere nella lista degli spettacoli più riusciti di questo 2012. Un’atmosfera calda e palpitante, uno stuolo di fedelissimi – tra cui una coppia venuta per l’occasione dell’Australia (!!!) – e la discreta qualità dei suoni (croce e delizia del locale in questione) hanno contribuito, e non poco, alla causa regalandoci un tuffo al cuore che non potevamo non raccontarvi…
CALENDULA
I Calendula, apripista della serata, si rivelano immediatamente la band più violenta del lotto, investendo l’audience con una scarica di math/post-hardcore frenetica e lacerante, fedele al solco tracciato dai vari Dillinger Escape Plan e Botch nel corso delle rispettive carriere. Una mazzata di venti minuti, dove negatività e ferocia hanno finito per andare di pari passo al gradimento dei (pochi) astanti. Un inizio niente male, li terremo d’occhio.
GOTTESMORDER
Imparata a menadito la lezione di Wolves In The Throne Room e Altar Of Plagues – precursori di un certo modo di intendere il cosiddetto “post-black metal” – i pisani Gottesmorder si rendono protagonisti di un’ottima performance, confermando l’entusiasmo suscitato dall’omonimo EP dello scorso anno. Una proposta cangiante, sospesa tra momenti di quiete ed esplosioni di rabbia primordiale, trascinata dal ruggito del cantante/chitarrista Michele e coadiuvata da una sezione ritmica inappuntabile, per una realtà che vi invitiamo a scoprire da subito. E non dite che non vi avevamo avvertito.
RISE ABOVE DEAD
Chi, nel circuito dell’underground milanese non conosce i Rise Above Dead? Anni di gavetta, date di supporto ai “big” dell’ambiente (Eyehategod, Celeste, Envy, volendo fare qualche nome) e copertine curate dal rinomatissimo Justin Bertlett (Sunn O))), Dragged Into Sunlight e chi più ne ha, più ne metta) hanno portato il nome di questi ragazzi sulla bocca di molti, assicurando loro un’esposizione notevole e – fino a qualche anno fa – impensabile. E’ con poco scalpore, quindi, che li vediamo salire sul palco come penultima band della serata, avendo a disposizione quarantacinque minuti per esprimere il proprio potenziale. Con un disco sulla lunga distanza – “Stellar Filth” – in procinto di essere lanciato e un affiatamento invidiabile, i Nostri danno il meglio di sé, guidandoci per gli apocalittici sentieri della propria proposta, un post-hardcore dilatato e poco incline alle facilonerie, paragonabile alle litanie funebri dei compianti Buried Inside. Tosti e bravi, avanti così.
LIGHT BEARER
Viscerale e profonda; non esistono altri modi per descrivere l’incredibile performance dei Light Bearer. Un sogno ad occhi aperti, votato all’introspezione, per una delle realtà migliori e genuine dell’affollatissimo panorama post-metal. E’ la lunghissima “Celestium Apocrypha, Book Of Watchers” – contenuta nell’imminente split con gli statunitensi Northless – ad aprire il concerto dei londinesi, incantando la platea per oltre venti minuti e confermando – qualora ve ne fosse stato il bisogno – l’innato talento di Alex, il cui trasporto finisce per diventare uno spettacolo “dentro” lo spettacolo, tra linee vocali grintosissime e urlate a stretto contatto con il pubblico. Difficile rimanere fermi: i brividi ad un certo punto della serata non si contano più, deflagrando nel finale affidato a “Prelapsus” e “Primum Movens”, tra sorrisi, sudore e corde spezzate dall’intensità dell’esecuzione (due, per l’esattezza, come ci tengono a fare sapere gli stessi ragazzi dal palco). Una prova di maturità e classe, che ci consegna una band dalla personalità cristallina (a discapito di chi si ostina a ritenerli un’ipotetica continuazione dei Fall Of Efrafa), lontana dai dettami del music business e dal trend dell’attuale scena “post”. Una band che, ne siamo certi, non mancherà di stupirci in futuro. Alla prossima, cari Light Bearer, e grazie.
Setlist:
“Celestium Apocrypha, Book Of Watchers”
“Lapsus”
“Prelapsus”
“Primum Movens”