A cura di Valentina Piccione
A poco più di un anno dall’ultima esibizione in Italia, i Limp Bizkit tornano a farci ballare nell’azzeccata cornice del Carroponte. Nonostante gli amanti del genere siano ancora in attesa di “Stampede Of The Disco Elephants”, la band di Jacksonville continua a calcare i palchi europei anno dopo anno. Qualche legittimo dubbio sulla monotonia della scaletta aleggia tra i presenti, che vengono intrattenuti dagli italianissimi BlackHoleDream: le sonorità alternative rock sono ben accolte dal pubblico che si lascia trasportare dalle note della cover di “Territorial Pissings” dei Nirvana, scelta come chiusura della breve esibizione.
LIMP BIZKIT
La lunga attesa del cambio palco è piacevolmente accompagnata da una buona scelta di brani alternative rock e metal. Scenografia semplice con il solito telo con pagliaccio alle spalle, quando Fred Durst fa il suo ingresso accolto da un pubblico che non ci aspettavamo così variegato e numeroso. L’esibizione inizia con il consueto boato dell’audience alle prime parole di Fred: ”Keep on rollin’ baby”. Ed è immediatamente déjà vu: per chi ha assistito al concerto dello scorso anno, la scaletta è decisamente familiare, in quanto dodici canzoni su tredici sono presenti all’appello. Unica variazione: “Boiler” in sostituzione di “Re-Arranged”; e, in ambito line-up, va inoltre segnalata l’assenza di Sam Rivers, alle prese con problemi fisici, sostituito da Samuel Mpungu. I Limp Bizkit si divertono sorretti da un pubblico carico. Questo aiuta certamente a far passare inosservata la poca vivacità delle esecuzioni. Nessuno sembra curarsi della mancanza di novità, ciò che importa è ballare. Tra una cover e un siparietto su “Gold Cobra” tutti ballano e cantano. La prima parte delle cover è dedicata ai classici metal con “Master of Puppets” e “Sad But True” dei Metallica che stupiscono i più inesperti. “Livin’ It Up” e “Eat You Alive” dimostrano che nonostante Fred Durst ci metta tutto l’impegno possibile, le continue pause dedicate al rap servono più che mai a far riprendere fiato sia a lui che agli altri. Wes Borland questa sera ci propone un travestimento elegante, con smoking bianco e teschio dipinto sulla faccia. Il chitarrista sembra essere meno attivo del solito e si limita alle cover previste dalla scaletta, e non alle solite improvvisazioni. “Boiler” è apprezzata dai fan di vecchia data e tra una battuta e l’altra il frontman si dice stupito di tanta partecipazione considerato che è lunedì. Metà concerto è passato e si va rapidamente verso la chiusura con l’alternanza tra cover – “Faith”, “Heart-Shaped Box” e “Smells Like Teen Spirit” – e gli apprezzati “My Way”, “Nookie” e “Break Stuff”. Il compito di chiudere la serata è lasciato a “Take a Look Around”, tratta da “Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water” ma resa famosa per il suo utilizzo nella colonna sonora del film “Mission: Impossible 2”. A fine concerto lo scontento non riguarda tanto la monotonia della scaletta, quanto più la scarsa durata dell’esibizione, soprattutto considerando la quantità di cover presenti. Quel che è certo è che non si ha ancora una data di uscita della fantomatica nuova fatica discografica e gli estimatori del genere non possono far altro che accontentarsi della solita, collaudata scaletta.
Setlist:
Rollin’ (Air Raid Vehicle) (con Master of Puppets)
Hot Dog (con Sad But True)
Gold Cobra
My Generation
Livin’ It Up
Eat You Alive
Boiler
Faith (George Michael cover)
My Way / “It’ll be Ok”
Nookie
Heart-Shaped Box / Smells Like Teen Spirit (Nirvana cover)
Break Stuff
Take a Look Around