A cura di Roberto Guerra
Inutile ribadire che quando si parla di heavy metal gli eventi ficcanti non sono mai abbastanza, ed è anche per questo che vogliamo raccontare con entusiasmo della splendida serata organizzata in quel dello Slaughter Club di Paderno Dugnano il 9 novembre scorso, resa possibile grazie al contributo dei ragazzi di Truck Me Hard e, soprattutto, della webzine Loud And Proud, che quest’anno si cimenta per la prima volta nell’arduo compito di mettere in piedi un festival ad alto contenuto metallico, composto interamente da alcune delle migliori formazioni italiane di questa generazione, e ovviamente della precedente. Gli show speciali di Strana Officina e Domine rappresentano l’attesissima parte finale dell’evento in questione, con Drakkar e Skeletoon ad occupare le posizioni centrali, preceduti da due formazioni fresche e recenti come Aether Void e Chaos Factory. Come prevedibile, l’affluenza inizierà a farsi veramente corposa ad un orario decisamente più tardo rispetto a quello previsto per l’apertura dei cancelli, ma, considerando la quantità di carne al fuoco, noi di Metalitalia.com abbiamo deciso di presenziare sin dall’inizio, così da poter gustare con attenzione l’intera line-up, dopo aver dedicato un cospicuo lasso di tempo ai banchetti stracolmi di cd e vinili, prontamente collocati sul lato destro della location, di fianco al merchandise ufficiale delle band presenti. Prima di cimentarci nel report vero e proprio, cogliamo l’occasione per ringraziare gli amici di Loud And Proud per averci ospitato, augurandoci ovviamente che il prossimo anno si possa replicare, confezionando una seconda edizione all’altezza di quella corrente. Buona lettura!
CHAOS FACTORY
Si parte con una giovane formazione trentina dedita ad una proposta dalle forti connotazioni sinfoniche, la cui breve setlist pesca ovviamente dall’unico full-length attualmente disponibile, intitolato semplicemente “Horizon”. A livello di presenza scenica, siamo su standard sin da subito piuttosto alti, grazie anche all’agile e fisicato vocalist Francesco Vadori, cui si affiancano ben quattro musicisti di tutto rispetto e perfettamente sul pezzo quando si tratta di riproporre in sede live dei brani che, a parer nostro, risultano ben più convincenti dal vivo che su disco, anche grazie al diverso impatto sonoro. A livello esecutivo si nota forse qualche incertezza all’inizio, ma il tutto migliora progressivamente fino a una conclusione che giunge piuttosto in fretta, visto il poco tempo a disposizione. Seppur siano ancora piuttosto acerbi, si può dire che i Chaos Factory abbiano inaugurato le danze più che degnamente.
AETHER VOID
Con gli emiliani Aether Void si effettua la prima virata verso delle sonorità più vicine al classico heavy metal, grazie ad una setlist incentrata naturalmente sull’album di esordio “Curse Of Life”: si sentono distintamente le influenze di formazioni come Iron Maiden ed Iced Earth, ma con un orecchio particolarmente attento si può percepire anche qualche richiamo a proposte più moderne e ‘commerciali’, il che non rappresenta assolutamente un male considerando che parliamo di una formazione attiva da appena due anni, evidentemente vogliosa di lasciare il proprio segno nella scena. L’esecuzione è pulita, i brani proposti fanno il loro mestiere e l’intera line-up gioca con professionalità le proprie carte, di fronte a un pubblico incuriosito e discretamente partecipe.
SKELETOON
Un successo in evidente crescita, quello dei power metaller più nerd dell’intero panorama metal nostrano, e ciò si può notare anche dall’accoglienza assolutamente calorosa da parte di uno Slaughter Club che inizia finalmente ad assommare numeri degni di nota, che una serata simile merita. Ogni singolo estratto dal recente “Never Say Die” viene cantato a gran voce da buona parte dei presenti, che possono immediatamente gioire e prendere parte al divertimento incitati dal simpatico vocalist Tomi Fooler, ben presto raggiunto on stage dal mitico Morby (Domine) per l’esecuzione del brano “I Have The Key”. Anche il buon Michele Olmi, giunto da poco a ricoprire il ruolo di batterista ufficiale, fa subito sfoggio delle sue ben note capacità, sempre mantenendo intatta quella verve sorridente divenuta un vero e proprio marchio di fabbrica per gli Skeletoon, che ci auguriamo possano continuare a crescere fino a raggiungere i livelli di altre formazioni analoghe provenienti da Svezia, Germania e altri paesi. D’altronde, come suggerito anche nel brano conclusivo “Heavy Metal Dreamers”, i sognatori dell’heavy metal non hanno nessuna paura!
DRAKKAR
Power metal alla vecchia maniera da parte di una formazione che tra qualche mese compirà ben venticinque anni di attività, nonostante i numerosi cambiamenti avvenuti all’interno della line-up; eccezion fatta ovviamente per il chitarrista e fondatore Dario Beretta e per il vocalist Davide Dell’Orto, che pur non essendo un membro originale è ormai parte dell’equipaggio da quasi due decadi. Da “Black Sails” e “Chaos Lord” fino alle conclusive “Invincible” e “Dragonheart”, lo show dei Drakkar è esattamente quello che ci si può aspettare: una sana dose di metal battagliero e sognante proposto con classe e personalità; il che ci porta in un certo senso ad avere una punta di amaro in bocca pensando a quanto questa band venga ancora oggi sottovalutata da gran parte degli ascoltatori, apparentemente troppo orientati verso proposte estere, noncuranti del livello comunque alto già raggiunto da tempo da line-up nostrane. Tuttavia, persino la ciurma del drakkar più metallico d’Italia impallidisce al momento di cedere il posto al temibile Elric di Melniboné…
DOMINE
Per l’appunto, non sono in pochi a reputare i Domine la miglior formazione italiana di genere tipicamente heavy/power, anche e soprattutto grazie a un cantante invidiatoci in pressoché ogni angolo del globo da chiunque si diletti di questo genere ancora così amato. Il buon Adolfo Morbiducci, in arte Morby, non ha rivali in tale occasione in quanto a capacità d’esecuzione, e anche dal punto di vista del coinvolgimento sarà necessario l’intervento di Sua Maestà Bud Ancillotti, durante l’ultimo atto del festival, per pensare di soffiargli il titolo. La setlist, oltre ad alcuni estratti immancabili, rappresenta in questo caso una vera e propria chicca, trattandosi della celebrazione del ventesimo anniversario dell’album “Dragonlord”, con una sana alternanza tra le peculiari suite complesse ed articolate e i mitici inni al metallo più epico e insanguinato: “Thunderstorm”, “The Hurricane Master”, “True Believer” e la stessa title-track del prodotto sopracitato sono solo alcune delle magnifiche composizioni che Enrico Paoli e soci ci propongono; ed è fantastico pensare a quanto siamo fortunati a poter vantare tra le nostre fila una formazione così dotata. Con l’evocativa “Ride Of The Valkyries” e la conclusiva “Defenders” possiamo infine riporre spada ed armatura, in modo da poter togliere il telo antipolvere dal potentissimo camion posteggiato in quel dell’Officina più inossidabile, ma soprattutto più Strana, di tutta la scena metallica italiana!
Setlist:
Thunderstorm
The Hurricane Master
Last Of The Dragonlords
The Battle For The Great Silversword
The Ship Of The Lost Souls
True Believer
Uriel, The Flame Of God
Dragonlord
The Ride Of The Valkyries
Defenders
STRANA OFFICINA
La Strana Officina rappresenta una vera e propria istituzione all’interno dei nostri confini, grazie alla sua toccante storia colma di valori indiscutibili e, soprattutto, grazie alla quantità di acciaio inscalfibile e scintillante che ancora oggi continua a pulsare di vita propria. A prescindere che la setlist sia improntata sui brani in italiano oppure sulle versioni in lingua inglese, come buona parte della setlist del Loud And Proud Fest, non c’è assolutamente modo che la Strana possa fare un concerto anche solo leggermente sottotono; la passione incredibile trasmessa da Daniele, Dario e soci è qualcosa di difficilmente descrivibile. Tutto questo nonostante l’assenza dell’iconico bassista e fratello di sangue Enzo, costretto a mancare a causa di un grave lutto famigliare, per il quale ci sentiamo di porgergli le nostre più sincere condoglianze insieme ad un abbraccio sincero, nella speranza di poterlo nuovamente vedere ergersi di fronte a noi col suo basso tra le mani e il gilet di pelle addosso. La conclusione del loro concerto, così come dell’intero evento, giunge a suon di mazzate e clangore a ritmo di “Viaggio In Inghilterra” e “Difendi La Fede”, e a questo punto possiamo solo porgere un ulteriore ringraziamento agli amici di Loud And Proud, augurandoci di nuovo di poterci rivedere l’anno prossimo!
Setlist:
King Troll
Profumo Di Puttana
Rock’n Roll Prisoners
Kiss Of Death
Falling Star
Vai Vai (Don’t Cry)
Luna Nera (Black Moon)
Law Of The Jungle
Il Buio Dentro
Non Sei Normale
Autostrada Dei Sogni
Viaggio In Inghilterra
Difendi La Fede