Introduzione a cura di Alessandro Corno
Report a cura di Alessandro Corno e Matteo Cereda
Foto di Francesco Castaldo
In un periodo in cui la concentrazione di concerti metal sul territorio milanese è a livelli talmente elevati da non avere precedenti, almeno nella nostra memoria, Luca Turilli passa con il tour d’esordio dei suoi nuovi Rhapsody. Non c’è da stupirsi dunque se, nonostante un interessante pacchetto di band spalla con Freedom Call, i più recenti Orden Ogan e i nostri Vexillum, l’affluenza al Live Club di Trezzo sull’Adda sia stata inferiore alle attese e stimabile attorno alle cinquecento unità. Lo show però non ha certo deluso le aspettative di chi era presente e Luca Turilli ha dato una prova tangibile di essere al comando di una band solida, tecnicamente ineccepibile e in grado di dar vita ad uno spettacolo ben curato e in parte diverso da quello dei Rhapsody Of Fire. Certo, lo show proposto meritava più successo, ma per ora, viste appunto le premesse di cui sopra, Luca e compagni possono star certi di aver seminato molto bene; e se il livello continuerà a rimanere questo, sia su disco che dal vivo, di certo ne raccoglieranno i frutti. A voi il resoconto di una serata che purtroppo ci ha visto arrivare sul posto solo dopo l’esibizione di Vexillum e Orden Ogan.
FREEDOM CALL
Acclamati prima dello show da un ristretto ma agguerrito gruppo di fan ammassati nelle prime file, i Freedom Call attaccano con la classica “Freedom Call” in un marasma di suoni che inizialmente non ci permette di capire quasi nulla. Ci vorranno almeno un paio di pezzi prima che l’audio si stabilizzi su livelli buoni. A questo si aggiunga il fatto che Chris Bay parta piuttosto freddo con la voce e tiri qualche stecca di troppo. Il pubblico è ad ogni modo partecipe e non sembra badare molto a questi aspetti e all’assenza dello storico batterista e fondatore Dan Zimmermann, qui sostituito da Ramy Ali, bravo ma meno incisivo e aggressivo su questo tipo di sonorità. Dopo l’allegra e solare “The Eyes Of The World”, Chris Bay tira fuori tutte le sue doti di frontman, scherzando a più riprese sul sound zuccheroso della power metal band. ‘Celebriamo un happy metal party!’, urla il cantante-chitarrista con tono autoironico in un italiano stentato, e anche chi sta nelle retrovie applaude. Segue “Rockstar”, dall’ultimo e discreto album “Land Of The Crimson Dawn”, e poi la relativamente recente “Tears Of Babylon”, ma i brani che il pubblico aspetta sono quelli del primo periodo, come i catchy e cantabilissimi “Warriors” e “Land Of Light”. Quello che però spezza troppo lo show è il continuo interagire con i fan a suon di battute, piuttosto eccessivo considerando che a fine concerto i pezzi proposti saranno solo otto. Forse una prestazione con meno divagazioni e più musica avrebbe consentito ai Freedom Call di lasciare un’impressione positiva e realmente in linea con le potenzialità del gruppo.
(Alessandro Corno)
Setlist:
Freedom Call
The Eyes Of The World
Rockstar
Tears Of Babylon
The Quest
Power & Glory
Warriors
Land Of Light
LUCA TURILLI’S RHAPSODY
Il concerto dei nuovi Rhapsody firmati Luca Turilli non è uno spettacolo qualunque. Turilli ha curato il ritorno sulle scene nei minimi dettagli e ha voluto fornire al pubblico uno show cinematografico dai tratti futuristici, in cui la sua musica, da sempre ispirata alle colonne sonore dei film e ora arricchita anche da elementi elettronici, viene accompagnata da un percorso di immagini studiate nei minimi dettagli e proiettate su uno schermo centrale in perfetta sincronia con l’operato dei musicisti. Un buono spettacolo visivo dunque, oltre ovviamente a quello musicale che ben conosciamo, capace di attirare l’attenzione della platea anche attraverso la comparsa di una ballerina in taluni selezionati momenti. Dal punto di vista prettamente musicale l’ambiente del Live Club garantisce una buona resa sonora nonostante la difficile equalizzazione di una proposta musicale ricca di elementi come questa. La setlist alterna sapientemente le ultimissime composizioni agli immancabili classici del passato dei primi Rhapsody o dei successivi Rhapsody Of Fire, e gli eventuali dubbi nel vedere il singer Alessandro Conti al cospetto di un ventaglio interpretativo differente rispetto al suo contesto abituale (Trick Or Treat) si dissolvono in un interminabile susseguirsi di applausi e consensi. Sin dalle prime battute il cantante, conosciuto in ambito metal soprattutto per la sua eccezionale estensione vocale verso l’alto, si dimostra in grande forma e perfettamente a suo agio anche nell’interpretazione di brani che richiedono un approccio maggiormente operistico. Il suo concerto è un crescendo senza fine e partire con un pezzo spinto come “Riding The Winds Of Eternity” da “Symphony Of Enchanted Lands” dei Rhapsody non era certo cosa facile; così come sorprende l’eccellente interpretazione di “Flames Of Revenge”, senza dimenticare lo splendido duetto con la soprano Sassy Bernert in un’emozionante “Warrior’s Pride”, ottimo estratto, assieme a “The Ancient Forest Of Elves” e “Demonheart”, della carriera solista di Turilli. Il resto della truppa, lo stesso Turilli in primis, non resta certo a guardare, fornendo una performance di sostanza e disimpegnandosi senza problemi nonostante l’assenza causa infortunio della seconda chitarra Dominique Leurquin, qui sostituito da tracce registrate. Il concerto scorre senza l’ombra di una pausa, con l’inclusione di intermezzi strumentali o registrati e la contagiosa simpatia del succitato Conti tra una canzone e l’altra. In tal senso, geniale l’idea di presentare la nuova “Excalibur” con la mitica citazione dal film “Superfantozzi”, con tanto di voce in base a correggere lo sbadato cantante: “Excalibur, imbecille!”. Buoni responsi dal pubblico, invero poco numeroso, per brani tratti dall’ultimo e recentissimo “Ascending To Infinity”, come il lento sinfonico “Tormento E Passione” o la progressive song “Of Michael The Arcangel And Lucifer’s Fall”; a scatenare il delirio, però, sono i classici della prima era Rhapsody, quali la folkeggiante “The Village Of Dwarves” oppure l’imponente “Dawn Of Victory”. Nel finale non potevano mancare “Emerald Sword” e “Warrior Of Ice” a suggellare oltre due ore di concerto in cui Luca Turilli e suoi nuovi Rhapsody si sono rilanciati alla grande.
(Matteo Cereda)
Setlist:
Riding The Wings Of Eternity
Clash Of The Titans
Tormento E Passione
Demonheart
The Village Of Dwarves
Excalibur
Drum solo
Forest Of The Unicorns
Warrior’s Pride
Ancient Forest Of Elves
Bass solo
Of Michael The Arcangel And Lucifer’s Fall
Flames Of Revenge
Son Of Pain
Dawn Of Victory
Dark Fate Of Atlantis
Emerald Sword
Ira Tenax
Warrior Of Ice