19-21/07/2024 - LUPPOLO IN ROCK 2024 @ Parco delle Ex Colonie Padane - Cremona

Pubblicato il 27/07/2024 da

Introduzione di Dario Onofrio
Report di Alessandro Elli, Andrea Intacchi, Carlo Paleari, Dario Onofrio e Sara Sostini
Foto di Arianna Govoni

Non è bastato nemmeno il clamoroso bug che ha inchiodato mezzo mondo per un pomeriggio a fermare l’organizzazione e lo svolgimento del Luppolo in Rock, con zero band cancellate.
Tornare al Parco delle Ex Colonie Padane è ormai un rituale ricorrente per moltissimi del centro/Nord Italia, complice anche un bill che quest’anno si è persino superato: tradizionalmente, il festival vede ogni giorno orientarsi verso un genere diverso, quindi il venerdì è stato dedicato alle sonorità più folk/pagan con i nostrani Folkstone headliner; il sabato, con un clamoroso sold-out, al caro vecchio power metal grazie alla presenza dei Gamma Ray con Ralf Scheepers; la domenica, infine, agli amanti delle sonorità più oscure con Paradise Lost e Amorphis.
Nemmeno la contemporanea presenza dei Rammstein la domenica a Reggio Emilia ha fermato migliaia di persone, pronte a sfidare il caldo per ritrovarsi ancora una volta sotto al palco, sudate e con una birretta in mano, a godersi uno dei festival più a misura d’uomo che ci siano ultimamente, anche se i numeri hanno oscillato fra le circa mille persone del venerdì, il sold-out del sabato e la comunque significativa presenza della domenica.
Certo, quest’anno il caldo è stato ancora più assassino del solito (ci sarebbe da fare un monumento a chi venerdì ha montato e fatto i soundcheck con 41 gradi misurati sul cemento), e forse avremmo preferito trovare una scelta di cibo più varia ed economica agli stand – gestiti sempre e comunque molto bene –  così come forse la birra artigianale, pur centrale nella filosofia del festival, a sette euro (che scendeva a sei quando partivano le promozioni del canale Telegram del festival) non è stata il meglio con cui accogliere i migliaia che hanno popolato il parco in questi tre giorni, ma l’organizzazione impeccabile dal punto di vista logistico ha permesso a tutti di rilassarsi e godersi buona musica.
Come sempre, anche la parte degli espositori ha contribuito a creare la ‘solita’ bella atmosfera di ritrovo, tra CD, artigianato, bigiotteria e vestiario e, quest’anno, anche pipe artigianali, per sentirsi un po’ Hobbit anche in quel di Cremona.
La festa, insomma è continuata per tutti – chi con la prole o chi con animali al seguito, amici, famiglie o trasfertisti in solitaria. Scopriamo allora anche quest’anno come sono andati questi tre giorni.

VENERDÌ 19 LUGLIO

Il sole incombe ancora funesto sul Parco delle Colonie Padane, ma, nonostante ciò, uno sparuto gruppetto di appassionati e metallari assortiti si raduna sotto al palco non appena salgono in scena le UTTERN, formazione completamente al femminile dedita a un folk trasognante, in grado di ricordare (molto) da lontano grandi nomi del genere come Wardwuna ed Heilung.
Il quartetto non si lascia certo spaventare dalle temperature estreme della giornata e, armato di strumenti tradizionali e non (fra tamburi, chitarra, piva e percussioni), mette su uno show per quei pochi che hanno il coraggio di stare sotto al sole o di vedere l’esibizione da lontano, all’ombra.
Certo, fa un po’ sorridere sentire il gaelico con l’accento romagnolo, ma pezzi come “Svalbard” ci fanno agognare latitudini e temperature diverse: in ogni caso, tanta stima per le quattro che non hanno mollato un colpo nonostante tutto.

Artista: Uttern | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 19 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Tocca poi ai DERDIAN infiammare il Luppolo In Rock con il loro symphonic power metal duro e roccioso. Anche qui, purtroppo, la temperatura non aiuta Giannini e soci, che dopo solo due canzoni dimostrano comunque una incrollabile attitudine a portare a casa lo show nonostante siano sudati fino al midollo.
La separazione dallo storico tastierista Marco Garau non ha certo fermato il combo meneghino: si parte subito carichi con “Human Reset”, dall’omonimo album, e si viaggia fra un po’ tutti i dischi che la band ha prodotto nel corso degli anni.
Grande grinta da parte dei veterani della formazione, ma anche dal nuovo batterista Roberto Gaia, autore di ottime prestazioni anche sulla veloce “Black Thyphoon”. Giannini scherza non appena un accenno di nuvole ci dona qualche momento di respiro nella calura del parco, tirando poi fuori “Resurgence”, la traccia che da il nome al disco uscito lo scorso 2023, andando poi a chiudere sulle note di “The Hunter”.

Artista: Derdian | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 19 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Il metal è anche questo: sudare sette camicie e poi portarsi a casa uno show di tutto rispetto sotto alla cappa di calore delle cinque del pomeriggio.
Il calore però non ferma i MYRATH, la formazione franco/tunisina forse fra le più attese sul palco del Luppolo. Zaher e soci vengono infatti accolti con un boato da parte di una piccola platea di fan accanitissimi: si parte con “Into The Light”, dall’ultimo album “Karma”, uscito a marzo 2024, che porta subito i presenti a ballare e saltare. Gran parte della scaletta verterà infatti sull’ultima prova in studio, con numerosi interventi della bravissima Anastasia Lihnka che si esibisce sugli stacchi più strumentali attrezzata con spade e ventagli.

Avremmo forse voluto sentire qualcosina in più dai fasti originali e più progressivi della band, ma va bene anche così: le atmosfere e gli arabeschi del quintetto calano sul pubblico facendoci per un attimo scordare di avere del cemento sotto i piedi e trasportandoci fra le dune da “Le Mille e Una Notte”.
Non poi mancano i siparietti comici: dopo “To The Stars”, Zaher scherza sulla prematura uscita degli Azzurri agli Europei di calcio 2024 per colpa della Svizzera, per poi recuperare la bellissima “Merciless Times” dal capolavoro “Tales Of The Sand”.
Guardando il concerto si capisce subito come il livello di affiatamento fra i membri sia una delle cose che tengono legati i fan alla proposta musicale: i Myrath ci fanno cantare e sudare fino alla doppietta finale, affidata alle immancabili “Jasmin” e “Believer”, quest’ultima intonata a squarciagola dai presenti e che porterà i nostri a commentare “è proprio il paese dell’opera!“.

Artista: Myrath | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 19 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Una pausa un po’ più lunga permette ai tecnici di liberare il palcoscenico per la scenografia decisamente più spoglia ed essenziale dei SAOR PATROL, vecchia conoscenza di chiunque abbia mai visitato la Fiera dell’Artigianato di Milano al padiglione Scozia: partiti come progetto puramente strumentale che ha sempre fatto affidamento solo su percussioni e pive, i Nostri hanno oggi cambiato faccia introducendo alcuni elementi come la chitarra elettrica e nuovi musicisti che rendono lo show degli scozzesi assolutamente divertente.
Ad ogni pezzo, i musicisti (la formazione che vediamo è sempre diversa perchè la band si affida a innumerevoli turnisti) prendono il microfono e iniziano a scherzare raccontando aneddoti e fatti della loro terra.
Può sembrare strano vedere una proposta del genere in mezzo a tutto il metal appena ascoltato, ma va bene così: sotto al palco il pubblico si diverte e balla da matti, con pezzi come “Titan” e “The Hungry Man” che raccontano, appunto, leggende della vecchia Scozia utilizzando solo la melodia della piva.

Artista: Saor Patrol | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 19 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

A questo punto il pubblico è cotto a puntino ed entra in massa per l’esibizione dei FOLKSTONE, nel pieno del loro tour estivo post-reunion.
Ne sono passati, di mesi, dal concerto al Live di Trezzo per il Metalitalia.com Festival 2023, ma la scaletta è bene o male la stessa, anche se è cambiata la formazione, con l’ingresso di Steve Ferrovecchio al basso a sostituire lo storico Federico Maffei.
La grinta, però, c’è sempre tutta: si parte con “Nella Mia Fossa”, per poi viaggiare, tra una birretta e l’altra, da “Nebbie” a “La Fabbrica dei Perdenti”, il nuovo brano arrivato proprio dopo la reunion.
Se c’è una cosa che scalda sempre il cuore di chi va a vedere i bergamaschi dal vivo, è il calore dei fan della band, che non si scompongono nemmeno quando durante “Le Voci della Sera” inizia una pioggia torrenziale, coda dei temporali che si sono abbattuti in serata sulla Lombardia e che pensavamo di esserci scampati. Un po’ in modo catartico, c’è da dire che cantare pezzi come “Briganti di Montagna” o ballare su “Anomalus” mentre ci si lava da testa a piedi ha il suo fascino, specialmente perchè almeno sotto ai piedi non c’è fango: così rimane un gruppo di fan accaniti a prendersi l’acqua, mentre alcuni decidono di andare a ripararsi sotto ai corridoi della struttura del parco.

Nessuno si perde d’animo, anche perchè siamo appena a metà concerto: dopo “Macerie” e “Frerì” è il momento della ballad in bergamasco “Luna”, seguita a ruota da “Simone Pianetti”. Poche chiacchiere, tanta musica: i pezzi dei Folkstone calano uno dopo l’altro anche quando, smesso di piovere, chi si era rifugiato sotto alle tettoie torna sotto al palco a saltare e ballare preso dall’euforia.
E come non sentirsi parte di una comunità quando partono “Rocce Nere” o “Anime Dannate” e il Lore scende pure a pogare coi presenti? Sotto al palco si ritrova la stessa combriccola di chi era adolescente o già veterano dei concerti quando è esplosa la moda del folk metal, in un abbraccio collettivo forse stasera ancora più intenso che durante l’esibizione a Trezzo, complici la pioggia e un po’ di adrenalina in meno.
Non si può che chiudere questo concerto (di ben due ore!) con “Prua Contro il Nulla” e “Con Passo Pesante”, inno dei camminatori e di chi guarda sempre davanti a sè.
Che dire: una bellissima celebrazione, ancora una volta. (Dario Onofrio)

SETLIST FOLKSTONE:
Nella mia fossa
Diario di un ultimo
Nebbie
Fuori sincronia
La fabbrica dei perdenti
I miei giorni
Frammenti
Non sarò mai
In caduta libera
Scintilla
Le voci della sera
Elicriso (C’era un pazzo)
Briganti di montagna
Anomalus
Macerie
Frerì
Luna
Simone Pianetti
Mercanti anonimi
Un’altra volta ancora
Rocce nere
Anime dannate
Omnia Fert Aetas
Prua contro il nulla
Con passo pesante

Artista: Folkstone | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 19 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Guarda tutte le foto della prima giornata.

 

SABATO 20 LUGLIO

Nonostante la morsa del caldo non molli un attimo, anche se ci sembra che l’atmosfera sia leggermente più respirabile rispetto al giorno precedente, quando arriviamo al Luppolo In Rock alle quattro e mezza ci sono già almeno il doppio delle persone presenti ieri.
Complice la line-up stellare (e un po’ caciarona) e il fatto che sia sabato, l’arena concerti è già abbastanza gremita quando tocca agli SKELETOON salire sul palco, che con la loro allegria nerd-testosteronica-power metal ci investono subito sulle note di “Holding On”.
Tomi Fooler mostra fiero una maglietta con scritto ‘Sono qui solo per i Gamma Ray’, scherzando sul fatto che molti hanno scritto alla band in privato chiedendo se ci fosse la possibilità di incontrare Kai Hansen, ma le sorprese non sono affatto finite qui: sul palco arriva Alessandro Conti dei Trick Or Treat, che si esibisce insieme alla band in “The Truffle Shuffle Army”, tratta dal primo disco “Never Say Die”, il concept album sul film “I Goonies”.
Ancora battute e altri scherzi nel presentare “2204”, definita da qualcuno ‘techno-metal’, per poi andare ancora più a fondo della discografia con una speciale comparsa di Andrea Kappellari, il vecchio chitarrista della band. Nonostante il caldo, gli Skeletoon sono stati in grado di scaldare ancora di più la platea di metallari già accorsi per godersi l’atmosfera del Palco. (Dario Onofrio)

Artista: Skeletoon | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 20 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Conclusa la parentesi power metal degli Skeletoon, si cambia completamente registro con i veterani RAIN, che salgono sul palco cocente del Luppolo In Rock per dare vita ad uno show fatto di groove, riff rocciosi e una punta di piccantezza di cui parleremo a breve.
Le prime due canzoni vengono purtroppo penalizzate da un problema tecnico al microfono del cantante Maurizio ‘Mala’ Malaguti e serve qualche minuto prima di riuscire a risolvere la situazione. Fortunatamente l’esperienza della band interviene agilmente e il quintetto prosegue con energia senza scomporsi.
Il pubblico, comunque, ha ben altro su cui concentrarsi: iniziata la seconda canzone, “Bang Bus”, sul palco salgono quattro poledancer, che allietano il pubblico con figure al tempo stesso sensuali e dall’alto tasso atletico, soprattutto se fatte sotto il sole che batte a più non posso.
Nel mentre, i Rain danno fuoco alle polveri e regalano al pubblico una performance capace di alzare ulteriormente la temperatura, con brani come “Hellfire”, “Down In Hell” (dove ritornano ad esibirsi le ballerine), passando per una potente “Revolver”, in cui il pubblico viene coinvolto nel coro del ritornello. Quello dei Rain è un concerto solido, fatto da chi ha macinato palchi su palchi e che sa adattarsi perfettamente ad ogni contesto.
Un ultimo ballo con “Only For The Rain Crew” e la band si congeda tra i meritati applausi. (Carlo Paleari)

Artista: Rain | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 20 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

I BRAINSTORM sono una di quelle band che non è mai riuscita davvero a sfondare a livello internazionale nella scena power e progressive metal, ma oggi al Luppolo il pubblico italiano regala loro una partecipazione numerosa e incuriosita. Sarà anche perchè non è la prima volta che il combo tedesco capitanato dal batterista Dieter Bertner e dai chitarristi Torsten Ihlenfeld e Milan Loncaric fa da apertura per gli Alestorm, ma i nostri ce la mettono tutta per fare uno show che alla fine spaccherà davvero.
Si parte con “Where Ravens Fly”, dall’ultimo “Wall Of Skulls” uscito nel 2021: sin da subito ci rendiamo conto della grinta e dell’energia sprizzata dai pori di ciascuno dei musicisti, e se ne accorge anche il pubblico, che si fa trascinare dai ritmi marziali e di classe palesemente teutonica del quintetto.

Poche parole, tanta musica e tanti momenti per farci cantare, come su “Shiva’s Tears” o il grande classico “Highs Without Lows”, mentre chi voleva sfruttare questo slot per fare una pausa prima degli scozzesi si ritrova invece invischiato, volente o nolente, in uno show di tutto rispetto.
Nonostante la sofferenza per il caldo, i Brainstorm e l’istrionico Andy B. Franck, ormai da decenni stabile voce del combo, trascinano tutti quanti verso un gran finale composto da “Escape The Silence” e dall’immancabile e conclusiva “Ravenous Mind”, che scatena anche un bel mosh sotto al palco.
Che dire di questo concerto? Davvero un applauso alla band che è riuscita nonostante tutto a tirare fuori una grinta e una forza trascinante in grado di coinvolgere gran parte dei presenti al Luppolo. (Dario Onofrio)

Artista: Brainstorm | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 20 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Cosa ci fa un’enorme paperella gialla sul palco del Luppolo In Rock? Naturalmente chi conosce gli ALESTORM lo sa benissimo: il gigantesco gonfiabile è una presenza fissa nei folli concerti degli inglesi, che saranno diventati forse un po’ ripetitivi, almeno su disco, ma dal vivo sono comunque una garanzia di divertimento. Sarà per il loro prendersi così poco sul serio, per la loro immagine così volutamente non-cool o per i continui inni all’alcolismo, fatto sta che diventa davvero impossibile non farsi trascinare almeno un po’ dalla loro stramba epica piratesca.
La band sale sul palco e attacca subito con “Keelhauled” facendo cantare una platea che, tra tricorni, uncini e bandiere, non si è fatta certo trovare impreparata.

Cristopher Bowes, con la sua improbabile keytar, incita il pubblico e lo trascina nell’immaginario fatto di taverne, rum, e avventure assurde dal tasso alcolico elevato, mentre la band snocciola episodi da tutta la sua discografia. Una puntatina in “Mexico”, una in “Uzbekistan”, una serenata ubriaca per “Nancy, The Tavern Wench”, e poi via di corsa fino a “P.A.R.T.Y.” e “Shit Boat (No Fans)”.
Di tanto in tanto sul palco sale anche Patty Gurdy, soprannome di Patricia Büchler, che accompagna la band con la sua voce e con la sua ghironda, quello strano strumento medievale a manovella che aggiunge un ulteriore tocco esotico alla musica. Il pubblico partecipa con entusiasmo e, sebbene il buonsenso suggerisca sempre di non mescolare alcolici, gli Alestorm se ne fregano e ci regalano una doppietta fatta di birra (“Drink”) e “Rum”, prima di mandarci tutti allegramente affanculo con la conclusiva “Fucked With An Anchor”.
Che dire? Non ci resta che chiudere la taverna, pulire il bancone e raccogliere i cocci: ora tocca a Kai Hansen e i suoi Gamma Ray. (Carlo Paleari)

Artista: Alestorm | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 20 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Senza voler togliere nulla alle ottime performance degli altri gruppi, è innegabile come una fetta considerevole dei presenti sia a Cremona per il ritorno dei GAMMA RAY. La cosa non stupisce, ovviamente, in primo luogo perché Kai Hansen, complice la reunion con gli Helloween, non portava la sua band in Italia dal 2016, ma ancora di più perché la serata al Luppolo In Rock è stata una delle poche occasioni (l’unica in Europa) per vedere riuniti i Gamma Ray con il loro storico cantante, Ralf Scheepers.
Molti ricorderanno le basi di questo riavvicinamento: durante la pandemia, nel 2020, i Gamma Ray avrebbero dovuto festeggiare in grande stile il loro trentesimo anniversario, ma sfortunatamente il lockdown li costrinse a trasformare il tutto in un concerto in live streaming, che vedeva appunto la partecipazione di Ralf Scheepers come ospite speciale della serata.
Nell’articolo che scrivemmo l’indomani di quella serata, ci eravamo augurati di poter vedere presto qualcosa di simile dal vivo, e non sul divano di casa. I Gamma Ray non solo hanno esaudito questo nostro desiderio, ma sono andati addirittura oltre ogni aspettativa, suonando il concerto più lungo del loro tour e firmando una performance semplicemente stratosferica.

La prima parte del concerto vede Kai Hansen affiancato dalla sua attuale formazione dedicarsi ai dischi che lo vedono protagonista alla voce: si parte alla grandissima con una eccezionale “Land Of The Free”, si fa eccezione con una devastante “Last Before The Storm” – unico episodio da “Insanity & Genius”, per poi fare un salto in avanti con “Avalon” e “Master Of Confusion”. La band appare in forma, con la sezione ritmica a picchiare senza sosta e Kasperi Heikkinen dei Beast In Black a sostituire più che degnamente Henjo Richter che, ricordiamo, è stato coinvolto in un incidente stradale ed è ancora in convalescenza.
Kai è il solito mattatore, sorridente, energico, si divide tra voce e chitarra, senza mai sforzare troppo le sue corde vocali, in modo da rendere gestibile un concerto di due ore, che altrimenti non potrebbe affrontare. L’unica nota dolente, a questo proposito, resta la figura di Frank Beck: il cantante ci ispira molta simpatia, con il suo atteggiamento così rispettoso e la sua attitudine solare, eppure come cantante continua a sembrarci piuttosto anonimo. La sua vocalità non riesce a restituire né la potenza di Scheepers e nemmeno il carisma e il carattere di una voce non certo da virtuoso come quella dello stesso Kai. Fa il suo lavoro, si impegna, ma quando sul palco si trova di fianco al gigantesco Ralph, la differenza si sente eccome…

E visto che l’abbiamo evocato già più volte, arriviamo a parlare di Scheepers, che finalmente sale sul palco tra le ovazioni del pubblico e ci regala subito una tripletta di capolavori come “Lust For Life”, “One With The World” e l’emozionante “The Silence”. Il cantante è in forma strepitosa, sia fisica che vocale, interagisce col pubblico, ringrazia spesso anche in italiano e sembra davvero contento di partecipare a questo evento.
Chiusa questa parentesi, la scaletta prosegue con un’altra infornata di canzoni, su cui spiccano quel capolavoro senza tempo di “Rebellion In Dreamland” e “Somewhere Out In Space”, dall’eccezionale album omonimo del 1997.
Sono già passati novanta minuti quando arriva il momento dei bis, e che bis! Si parte con la maestosa “Heading For Tomorrow”, con i suoi quindici minuti di durata, per chiudere poi con la sempre entusiasmante “Send Me A Sign”, invocata dai cori del pubblico, fino al tripudio finale di “Heaven Can Wait”, che suggella nel migliore dei modi un concerto memorabile. (Carlo Paleari)

SETLIST GAMMA RAY

Welcome
Land of the Free
Last Before the Storm
Avalon
Master of Confusion
Lust for Life (con Ralf Scheepers)
One With the World (con Ralf Scheepers)
Man on a Mission
The Silence (con Ralf Scheepers)
Induction
Dethrone Tyranny
Rebellion in Dreamland
Empathy
Somewhere Out in Space

Encore:
Heading for Tomorrow (con Ralf Scheepers)
Send Me a Sign
Heaven Can Wait (con Ralf Scheepers)

Artista: Gamma Ray | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 20 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Guarda tutte le foto della seconda giornata.

 

DOMENICA 21 LUGLIO

Fa un cazzo di caldo ma noi siamo gli Inverno! E’ un po’ paradossale, ma siamo qui a portarvi una ventata di aria fresca“.
Questa la simpatica presentazione di Simone ‘Simo’ Orizio, frontman della band metalcore lombarda, dando in pratica voce al pensiero di tutti coloro che alle 17 in punto si sono portati in prossimità delle transenne, alzando quindi il sipario della terza ed ultima giornata del Luppolo In Rock.
Monicker spigoloso e gelido quello degli INVERNO, che viene tuttavia smussato e riscaldato nell’immediato grazie alle corroboranti sferzate lanciate da Dany (chitarrista) e compagni.
E’ “Hollow” ad aprire lo show, primo dei sei brani proposti a Cremona, tutti estratti dal loro disco d’esordio, “Statis”, rilasciato lo scorso dicembre: pezzo ideale per ben descrivere la proposta di un gruppo rimasto orfano (notizia di qualche settimana fa) di Diego DD Cavallotti, il quale dopo aver lasciato i Lacuna Coil, si è separato anche dalla band milanese.
Parliamo di un metalcore roccioso e melodico, come vuole la tradizione del genere, con lo stesso Simone a giocare su una buonissima versatilità vocale, in grado di spostare l’asse da poderosi assalti growl sino a stacchi più puliti ed orecchiabili, andando così di pari passo con le ritmiche imposte dall’impeccabile Nicola Pedrali alle pelli (già protagonista con i Genus Ordinis Dei) e dal bassista Danilo ‘Dann’ Arisi.
Una roboante partenza quindi per la giornata numero tre del festival, nella quale, tornando alla setlist eseguita dagli Inverno, si fanno notare, tra le altre, “Insomnia” e la possente “Obsidian Blood”, marchiata dal suo oscuro e chirurgico incedere. Buona la prima come si suol dire, e allora avanti tutta. (Andrea Intacchi)

Artista: Inverno | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 21 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

A questo punto il bill della domenica prevede i blackster UADA direttamente da Portland. Sì, blackster, avete letto bene. Perchè di black metal si tratta, o no? O è solo un qualcosa di estremamente melodico, sul quale i quattro americani, rigorosamente incappucciati (tranquilli, non sono svenuti, stavolta), giocano a fare il bello e cattivo tempo? Troppi lustrini sonori? Linee chitarristiche oltre l’ammiccante? Sì, sono tutte componenti presenti nel sound degli Uada, ma lo fanno talmente bene che alla fine, il loro, è stato uno degli show più convincenti della giornata.
Con i volumi ancora leggermente non eccelsi (la batteria occupava ancora il primo gradino, offuscando talvolta il resto degli strumenti), il quartetto dell’Oregon ha impiegato pochissimo tempo per prendere in mano le redini del pit cremonese e con “Snake & Voltures” ha acceso quella miccia di misantropia orchestrale capace di trasportare l’ascoltatore all’interno di una dimensione fatta di desolante abbandono carico di energia malinconica, contornato da lunghi passaggi strumentali sui quali riff più serrati e armonie graffianti (leggasi la turbolenta “Djin”) la fanno da padrone.
Tanto che, al termine dello show, non si è avuto in concreto l’idea di aver assistito e ascoltato una serie di singoli brani (come “In The Absence Of Matter”, “Retraversing The Void”, “Cult Of Dying Sun” e “Black Autumn, White Spring”) ma, piuttosto, di aver seguito un’unica costellazione sonora, composta dalle grida disperate di Jake Superchi alle quali si sono sapientemente agganciate le varie scariche in blast beat di Kodiak, modulati su episodi più rallentati e catchy, a chiudere in questo modo un cerchio diabolico ed affascinante.
Un viaggio totalizzante, sì patinato e poco greve, ma perfettamente in grado di centrare in pieno l’obiettivo. (Andrea Intacchi)

Artista: Uada | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 21 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Incuranti del sole che si ostina a martellare ostinato il fronte palco e una parte del pit, i PRIMORDIAL salgono sul palco portando quell’aura di tragica epicità, da sempre caratteristica primaria del loro ibrido di black e folk paganeggiante d’antan, che rende le loro esibizioni cariche di pathos a prescindere dal contesto.
Merito di ciò è anche dovuto al carisma – vagamente guasconesco, molto ferino e drammatico – di Alan Averill, frontman della band: vesti stracciate, facepainting che è inevitabilmente destinato a colare via per il sudore, sguardo stizzosamente spiritato, e l’irlandese si lancia, seguito dagli altri sodali, in una “As Rome Burns” da pelle d’oca, capace, col coro litanico “Sing, sing, sing to the slaves, sing to the slaves that Rome burns!“, di dare una svegliata al pubblico, leggermente tramortito dal sole.
I cinque musicisti – con Shauny Cads (Unyielding Love) al basso e Pól MacAmlaigh spostato sulla seconda chitarra – sono forti di una coesione davvero longeva (quasi nessun cambio di line-up è avvenuto dall’esordio ad oggi), e questo si vede nel modo in cui affrontano lo show, interagendo l’un l’altro quasi istintivamente, senza troppa comunicazione verbale, con i quattro strumentisti compatti dietro alla furia di Alan.

Gli estratti dal recente, nuovo “How It Ends” – la canzone omonima e “Victory Has 1000 Fathers, Defeat Is an Orphan” – acquistano forse qualcosina in più in termini di carica e resa sonora, ma è con “No Grave Deep Enough” prima e la meravigliosa “The Coffin Ships” (potremmo sentirla cento volte, e davvero non stancarcene mai) che il quintetto “from the Republic of Ireland” (come tengono a precisare ogni volta sia possibile) compie la propria magia, trasportandoci in un passato polveroso, decadente e striato di sangue rappreso, sudari funebri e prati verdi.
Quando arriva “Empire Falls” nessuno sopra e sotto al palco sembra sentire più il caldo, e il boato che accompagna l’arpeggio iniziale dimostra come “To The Nameless Dead” abbia ancora oggi un posto speciale nel cuore di molti (compreso quello di chi scrive).
Certo, con la luce del tramonto o il crepuscolo avanzato sarebbe stato tutto scenograficamente più bello, ma anche in questo caso i Primordial riescono comunque a restituire la bellezza, venata d’oro antico e ossa dimenticate, della loro musica. (Sara Sostini)

Artista: Primordial | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 21 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Puntualissimi, i PARADISE LOST si presentano sul palco del Luppolo alle 20,30 ed attaccano con un grande classico come “Enchantment”, brano d’apertura di quel “Draconian Times” che ha rappresentato l’ingresso dei britannici nel metal ‘che conta’, e presagio di quella che sarà un’esibizione incentrata sui più grandi successi di una lunga carriera, con cambi di direzione anche inaspettati ma mai un cedimento vero e proprio.
Lo scenario è piuttosto scarno, con il logo della band su uno sfondo nero e un impianto luci non eccessivo; le condizioni atmosferiche non sono le più adatte allo spettacolo, con un caldo appiccicoso ed il sole estivo ancora battente nonostante l’ora, perlomeno per la prima parte dello show, ma gli inglesi sembrano in forma: la voce di Nick Holmes rimane inconfondibile, anche se notoriamente non perentoria quando si tratta di cantare dal vivo e, tra l’altro, questa sera penalizzata dal volume basso, mentre i suoi compagni d’avventura gli si muovono intorno, probabilmente galvanizzati dalla possibilità di proporre una scaletta piena di tutte quelle hit che il pubblico avrebbe voluto ascoltare.
Il serioso Greg Mackintosh è la solita macchina da riff, Steve Edmonson appare come sempre il più compassato della formazione, mentre Aaron Aedy, al contrario, esegue ogni pezzo con foga ed entusiasmo, ed una menzione particolare la merita il batterista Guido Zima Montanarini, che ha portato nuova energia nel suono dei britannici.

Si prosegue con “Pity The Sadness”, un vero e proprio tuffo nel passato, e “One Second”, pescata da un’era completamente differente, eppure questa eterogeneità non sembra così netta questa sera, perché a fare da collante c’è un vigore che conquista i presenti, fan nuovi e della prima ora; la più recente “No Hope In Sight”, che da anni ha un posto fisso nella scaletta, non sfigura al cospetto di due mostri sacri quali “Gothic” e “Eternal”, risalenti addirittura al 1991 e capaci di scatenare la gioia di fan della prima e dell’ultima ora.
Sulle note del ritornello di “Smalltown Boy”, cover dei Bronski Beat, sono in molti a saltare e ballare, cosa inconsueta per un concerto di un gruppo il cui repertorio passa dal death/doom metal al gothic, mentre la chiusura della prima parte è affidata a “Say Just Words To Me”, con Holmes che invita ad tutti unirsi al canto.
Pochi minuti di pausa, i cinque ritornano in scena e, con “Embers Fire” e “Ghosts”, il concerto finisce davvero.
Forse non tutto è stato perfetto, ma poco importa, i Paradise Lost ci hanno regalato un’altra serata da ricordare. (Alessandro Elli)

Artista: Paradise Lost | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 21 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

Dopo un filotto di esibizioni di tale livello, gli AMORPHIS avevano il non facile compito di mantenersi sugli stessi livelli, chiudendo alla grande anche questa edizione del festival; ma, per nostra fortuna, i finlandesi si sono presentati sul palco accaldati ma carichissimi, firmando una prova di grande valore.
Per celebrare il trentennale (!) di “Tales From The Thousand Lakes”, la band ha recentemente pubblicato un live album in cui lo esegue nella sua interezza, e ci è capitato di scambiare qualche parola con più di un fan della band che sperava in uno show che ripetesse anche in Italia quell’esperienza.
Esa Holopainen e compagni, però, credono ancora fortemente nei loro lavori recenti e così la serata prende una piega ben lontana da ogni suggestione nostalgica.

Gli Amorphis saccheggiano infatti i loro ultimi due album in studio, “Halo” e “Queen Of Time”, che da soli costruiscono più della metà della scaletta, dall’iniziale “Northwards”, passando per “The Moon”, “The Wolf”, “Amongs Stars”, fino alla conclusione affidata proprio a “The Bee”.
C’è spazio anche per qualche estratto dalla fase centrale della loro carriera, ovvero quella immediatamente successiva all’ingresso in formazione di Tomi Joutsen alla voce, e possiamo quindi apprezzare delle canzoni diventate ormai dei classici, come “Silver Bride” o “House Of Sleep”, mentre chi guarda al passato remoto della band deve necessariamente accontentarsi di qualche sfolgorante bagliore: ci riferiamo a “The Castaway” e poi, ovviamente, a quella “Black Winter Day” che non può veramente mancare in uno show degli Amorphis.
Infine, non possiamo non citare “My Kantele”, uno dei brani simbolo dei finlandesi, che viene suonata quasi in chiusura trasportandoci davvero a latitudini che ci fanno quasi dimenticare il caldo appiccicaticcio dell’estate mediterranea.

Avremmo preferito uno show più equilibrato nella scelta dei brani? Forse sì, ma è anche vero che una band che crede ancora così tanto nella propria nuova musica è una band ancora vitale, che sa di poter dare ancora qualcosa di valore al proprio pubblico, senza rifugiarsi nella trappola del passato dorato.
Gli Amorphis dimostrano tutto questo con un concerto intenso, suonato perfettamente, con musicisti coesi e sintonizzati, che non si lasciano mai andare in trovate spettacolari – sul palco sono piuttosto statici- ma senza perdere mai un colpo. A fare da contraltare, ci pensa il frontman, che invece non sta fermo un attimo e si getta anima e corpo in una performance non meno precisa, ma molto più fisica, tanto da costringerlo a restare a torso nudo per compensare almeno in parte la calura ancora persistente.
Obiettivo centrato anche per gli Amorphis, quindi, che chiudono una giornata di livello eccelso e, soprattutto, un’edizione di un festival che, anno dopo anno, si sta confermando come un appuntamento imperdibile, ben organizzato, realizzato con passione ed esempio virtuoso da supportare senza alcuna esitazione. (Carlo Paleari)

SETLIST AMORPHIS:

Northwards
On the Dark Waters
The Smoke
Sky Is Mine
The Moon
The Castaway
Silver Bride
The Wolf
Brother and Sister
Amongst Stars
Wrong Direction
Black Winter Day
My Kantele
House of Sleep

Encore:
The Bee

Artista: Amorphis | Fotografa: Arianna Govoni | Data: 21 luglio 2024 | Evento: Luppolo in Rock | Città: Cremona

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