Live report a cura di Alessandro Corno
Veramente una bella esperienza quella del Lustando 2009, evento che si è svolto a Lu Monferrato. Il tranquillo e verdissimo paesino in provincia di Alessandria per tre giorni ha ospitato artisti di svariati generi musicali, dal reggae dei Sud Sound System, al rock dei The Black Box Revelation fino allo street metal degli svedesi Hardcore Superstar. Noi ovviamente abbiamo scelto proprio la serata con headliner il gruppo scandinavo, per l’occasione supportato da Strana Officina, Bad Bones, Regardless Of Me, Clairvoyants e Lucky Bastardz. Purtroppo ci siamo persi tutto lo show di Lucky Bastardz e Clairvoyants (che qui non porponevano cover degli Iron Maiden, ma solo pezzi propri estratti dal nuovo “Word To The Wise”) a causa di una maledetta coda in zona Genova, ma al nostro arrivo abbiamo trovato un festival non enorme ma ben organizzato soprattutto in relazione al popolarissimo prezzo. Dieci euro per una giornata di musica con un bel palco, un verde prato sotto ai piedi e un sevizio cucina efficiente. Uniche note stonate i quattro euro per una birra che a occhio e croce era poco più di una piccola e alle maledette zanzare killer che per diverse ore hanno tenuto sotto scacco l’intera kermesse. A parte questi dettagli, è stata la piacevole conferma che in Italia abbiamo un altro festival estivo di buona qualità.
REGARDLESS OF ME
Non conosciamo ancora la gothic metal band milanese e rimaniamo stupiti positivamente da una performance pulita e precisa da parte dei quattro componenti. Il loro sound è differente da quanto proposto dai gruppi più in alto in scaletta, ma i Regardless Of Me ci sanno fare e guidati dalla bravissima cantante Pamela Manzo, riescono a farsi apprezzare anche dai rocker in attesa di Strana Officina e Hardcore Superstar guadagnandosi gli applausi di una platea ancora poco affollata. La prestazione, incentrata sul debutto “The World Within” targato marzo 2009, vede proprio la vocalist al centro della scena, supportata dal drumming di Fulvio Torresani e affiancata dal bassista Enrico Cassano e da Emiliano Sicilia, decisamente preparato sia come chitarrista che a livello di tenuta di palco. Proprio su quest’ultimo aspetto la band sembra già abbastanza rodata, disonvolta e curata anche come immagine. Probabilmente questo non era un contesto del tutto adatto alla loro proposta musicale, ma i quattro musicisti lasciano una buona impressione e a noi non resta che aggiungere “The World Within” alla lista dei prossimi ascolti.
BAD BONES
Il caldo inizia ad allentare la sua presa e c’è bisogno di un po’ di grinta per smuovere i presenti dagli stand di birra e salamelle. Ci pensano i Bad Bones con il loro rock sporco e Motorheadiano a richiamare il pubblico sotto al palco. La band del bassista cantante Steve “Bone” Balocco (White Skull, Anthenora), del chitarrista cantante Meku “Bone” Borra (Anthenora) e del batterista Lele “Bone” Balocco, dà vita ad uno show tanto grezzo e diretto quanto coinvolgente. Divertenti e dall’attitudine da rocker vissuti, i tre ragazzi pescano i loro assi migliori dal debutto “Smalltown Brawlers”, aprendo proprio con l’opener del disco, intitolata “Poser”, e inframezzando i successivi brani come l’anthemica “Time To Rock”, “Crazy Little Star” e “Ain’t Gonna Live Forever” ad insulti ai poser, imprecazioni di ogni sorta che farebbero invidia a Pino Scotto e a frequenti incitazioni alla vita all’insegna del rock. Uno show trascinante che termina con una versione sparatissima di “Aces of Spades” degli idoli Motorhead, con la quale si scatena il putiferio di fronte al palco. Una piacevole conferma per un gruppo che dà prova di essere più incisivo dal vivo che su disco.
STRANA OFFICINA
Dopo una lunga pausa la serata è pronta per ripartire con la Strana Officina. Il pubblico ora si è fatto più numeroso e sotto al palco c’è un buon gruppo di fan che attendono con trepidazione il quartetto. La Strana è sempre una garanzia e già con “King Troll” dà prova di saper tenere banco con autorità e di riuscire a coinvolgere anche i ragazzi più giovani appostati nelle prime file. In effetti c’è sempre grande rispetto per questo gruppo e per la sua sfortunata storia e anche chi come il sottoscritto non ha abbastanza anni per aver vissuto gli albori della carriera della band, prova un senso di grande ammirazione verso musicisti come questi che hanno fatto la storia del metal italiano. Parliamo ovviamente di Bud e Enzo, due icone che mostrano ancora un carisma inossidabile e vengono acclamati a gran voce dai presenti. Temporaneamente accompagnati alla chitarra dal bravo Ciano Toscani dei Listeria, i ragazzi scaldano il pubblico con brani di gran presa come “Profumo di Puttana” o la tirata “Kiss Of Death” mentre riescono come sempre a commuovere quando dedicano la stupenda “Autostrada Dei Sogni” a Fabio e Roberto Cappanera (membri fondatori purtroppo deceduti nel 1993 in un incidente stradale). Di band in grado di passare con disinvoltura da veri e propri assalti metallici a momenti più toccanti non ce ne sono molte ma abbiamo la fortuna di averne una proprio in casa nostra e anche chi non conosce il gruppo viene coinvolto in uno show che nel finale raggiunge il top. Il pogo forsennto di “Metal Brigade”, l’affascinante “Viaggio In Inghilterra” e l’immancabile conclusiva “Officina” chiudono autorevolmente l’ennesima prova maiuscola del gruppo toscano.
HARDCORE SUPERSTAR
SETLIST:
This Worm’s For Ennio (intro)
Beg For It
Into Debauchery
Medicate Me
Wild Boys
Shades Of Grey
Nervous Breakdown
My Good Reputation
Dreamin’ In a Casket
She’s Offbeat
Last Forever
Illegal Fun
No Resistance
Need No Company
Bag On Your Head
We Don’t Celebrate Sundays