A cura di Maurizio “morrizz” Borghi
Robb Flynn continua dritto per la sua strada fatta di scelte ostiche e discutibili: se la semplificazione del sound dei Machine Head sembra aver portato dei risultati dal punto di vista delle vendite (le posizioni in classifica sono sempre più difficili da tradurre in valori assoluti), quali risultati darà il modus operandi di ‘The General’, fatto di lunghi e fittissimi tour senza supporter e senza apparizioni ai festival? Seguendo i profili social, abbiamo visto negli Stati Uniti diversi club, di capienza non certo elevata, ben lontani dal sold out. La situazione sembra molto migliore in Europa, ma la cancellazione di alcune date, Bologna compresa, unite a testimonianze indirette da Roma che parlano di un buon concerto ma di un’affluenza inferiore alle aspettative, alimentano i punti interrogativi. Al Live Music Club di Trezzo, però, il 13 aprile cade in un favorevole venerdì, e poco prima dell’esibizione la coda davanti al locale è parecchio lunga…
MACHINE HEAD
Il pubblico c’è: rimpinguato forse da una fetta di estimatori in trasferta dall’Emilia Romagna, facilitati dal venerdì sera, il numero di paganti raggiunge e supera quello di ottobre 2015. Prima di parlare dell’esibizione spendiamo qualche parola per il palco di questo Catharsis World Tour, visto che il management non ha gradito fotografi: l’allestimento è basato su bianco, nero e grigio, e oltre a fare da sfondo si estende tridimensionalmente lato palco e sotto i piedi degli artisti, con due installazioni dello stesso tema che restringono l’area a destra e a sinistra. Delle colonne di luci si ergono sullo sfondo assieme a sei fari quadrati, orientati a riprendere il logo della band, che andranno ad accecare regolarmente il pubblico. La batteria rialzata esclude McClain da ogni tipo di interazione col gruppo, ma con la sua imponenza completa adeguatamente lo schieramento dei quattro, che rimarrà fondamentalmente statico per tutta l’esibizione. I suoni del Live Club? Degni del pluri-decorato locale, che sopperisce la lontananza dalla metropoli con una nota serie di benefit. Niente volumi a 12 come in passato, ma un settaggio molto equilibrato senza il quale sarebbe difficile arrivare alla fine. Sulle note di “Diary Of A Madman” di Ozzy parte questo secondo ‘An Evening With’ ambientato a Trezzo sull’Adda con l’esecuzione della collaudatissima “Imperium”, pezzo osannato che incontra i favori della folla. Il contrasto con il secondo pezzo in scaletta, la recente “Volatile”, è impietosamente a sfavore di quest’ultima. Il discorso, sfortunatamente, si ripete per tutti i pezzi di “Catharsis”, che dal vivo non acquistano quel valore aggiunto capace di portarli al livello dei pezzi storici e, spesso e volentieri, vanno a paralizzare gran parte dei presenti, che vedono in “Triple Beam” nient’altro che un doppione di “From This Day”; che restano impassibili davanti a una “Behind A Mask”; e che non riescono a digerire una “Beyond The Pale”. Se ai sei estratti di “Catharsis” (sette, se si conta “Is There Anybody Out There?”) aggiungiamo i quattro di “Bloodstone & Diamonds” capite che il peso, anche in una scaletta di ventitré brani, diventa davvero rilevante. Chi scrive non vede di buon occhio nemmeno gli assoli di chitarra e batteria proposti per tirare un po’ il fiato, ma si può chiudere un occhio. Con le sole “Block”, “Davidian” e “Ten Ton Hammer” dal periodo Logan Mader la situazione diventa personale per gran parte dei fan storici, che usciranno abbastanza delusi da una selezione effettivamente sbilanciata. I veri ‘Head Cases’ però seguiranno il loro Generale dall’inizio alla fine, cantando a squarciagola “Kaleidoscope” e dando di matto sulle note di “Aesthetics of Hate”, pendenti dalle labbra di un Robb Flynn decisamente a fuoco, capace di dirigere e di reggere fisicamente e vocalmente un’esibizione di due ore e trenta minuti con carisma e lucida, invidiabile maestria. Possiamo definire i Machine Head del 2018 un monumento alla caparbietà del leader e frontman, che ha spaccato e continua a spaccare a metà il proprio seguito… solo il tempo saprà rivelare il destino plasmato dalle sue scelte.
Setlist:
Imperium
Volatile
Now We Die
Beautiful Mourning
The Blood, the Sweat, the Tears
Kaleidoscope
Guitar Solo
Darkness Within
Catharsis
From This Day
Ten Ton Hammer
Is There Anybody Out There?
Locust
Beyond the Pale
Drum Solo
Declaration
Bulldozer
Killers & Kings
Davidian
Encore
Behind a Mask
Beneath the Silt
Triple Beam
Aesthetics of Hate
Game Over
Block
Halo