28/11/2023 - MALEVOLENCE + SYLOSIS + JUSTICE FOR THE DAMNED + GUILT TRIP @ Legend Club - Milano

Pubblicato il 02/12/2023 da

Report di Maurizio ‘morrizz’ Borghi

E’ finalmente tempo anche per i Malevolence di un tour europeo da headliner, dopo un crescendo costante grazie all’ottimo lavoro sui palchi, il supporto di band come i Trivium e, soprattutto, l’eccellente “Malicious Intent”. Insieme alla formazione di Sheffield c’è un carrozzone bello ignorante formato da Guilt Trip, Justice For The Damned e Sylosis, andando a coprire parecchie tra le forme più stradaiole di hardcore e metalcore, con il bonus più variegato dei main supporter che si incastra comunque a dovere. Dopo una fila importante di sold out in madrepatria, a Monaco, Parigi e Bilbao il cafonissimo tour bus ‘wrappato’ con il logo della band troneggia sulla Milano Meda per una data che non promette altro che lividi…

I primi ad esibirsi stasera sono i GUILT TRIP, che abbiamo recentemente apprezzato nel secondo album in studio “Severance”. Possiamo considerarli cugini dei Malevolence perché condividono etichetta ed attitudine, e vederli sul palco non fa che confermare la nostra idea: il loro è un hardcore schietto e diretto, che punta parecchio sul groove e fa presa immediata sugli ascoltatori. Con la nuova bassista Lily Kilcoyne, il quintetto di Manchester esterna le proprie influenze in due modi: musicalmente coi facili rimandi ai Machine Head ed esteticamente con il vestiario Adidas e i movimenti ispirati ai Korn. Un set divertente e leggero che scorre veloce dalla prima e ultima nota, con una connessione col pubblico che è senza dubbio facilitata dalle analogie con gli headliner, ma che non va data per scontata; il moshpit lo certifica. Da tenere d’occhio.
Seguono gli australiani JUSTICE FOR THE DAMNED, che proseguono nell’attitudine grazie al frontman molto diretto e dagli atteggiamenti hardcore: l’imponente Bobak Rafiee chiama continuamente in causa i presenti, li convince a fare qualche passo avanti e si diverte come un matto nel far scattare il mosh subito dopo. Il resto del gruppo è più serio ed incazzato nel riproporre i brani del lodevole “Pain Is Power” (2020), al momento l’uscita più recente del gruppo in queste date al suo ultimo ciclo di tour. Si viaggia tra deathcore e metalcore senza mai cadere nella banalità, mentre “Dragged Through The Dirt”, “The House You Built Is Burning” e una feroce interpretazione di “Pain Is Power” scatenano una tempesta di corpi che spingono i ‘non mosher’ ai confini della sala. Se su disco gli australiani hanno centrato il bersaglio, possiamo dire senza timore di essere smentiti che anche dal vivo i Justice sanno il fatto loro.
Al contrario delle band precedenti, i SYLOSIS sono una formazione che si è già fatta abbondantemente conoscere grazie a un passato più lungo e decisamente più travagliato rispetto ai compagni di tour, tanto che siamo sicuri che anche stasera ci saranno estimatori arrivati esclusivamente per loro. I veterani sono tornati a pieno regime da quando il cantante e chitarrista Josh Middleton ha terminato la sua partecipazione negli Architects, e con “A Sign Of Things To Come”, uscito da poche settimane, ci sono tutti i presupposti per ricominciare un percorso apprezzato. Ci vuol poco a constatare la validità di questa variante 2023 e, anche se il pubblico si prenderà una pausa dal mosh forsennato, c’è molta attenzione verso il loro set di nove canzoni, un mix evocativo di materiale vecchio (tra cui la buona “Blackest Skyline” dal debutto del 2008) e nuovo (i singoli dell’ultimo disco). Sarà che siamo freschi d’ascolto, sarà la varietà e il sound più moderno, ma addirittura il materiale recente sembra rendere pure meglio del catalogo anteriore alla parentesi Architects, e a conferma “Deadwood” chiude il set con i pugni in aria. Torneranno presto da headliner, ne siamo sicuri.
I MALEVOLENCE hanno un’età media di ventinove-trent’anni, ma hanno fatto la gavetta e non danno il loro percorso per scontato. Vedendoli salire sulle assi del palco, si può percepire, fortissimamente e sui volti di ogni singolo membro, una gratitudine e una voglia di divertirsi (e divertire) che purtroppo ormai sperimentiamo raramente. Il pubblico è ovviamente ricettivo verso questo tipo di energia, di conseguenza la rimanda indietro partecipando con la stessa gioia. Quando uno scambio di questo tipo si realizza, un concerto prende la forma di un piccolo evento per chi partecipa, e i continui ringraziamenti del frontman Alex Taylor, i cinque dati ripetutamente alle prime file, i singalong e i circle pit sono semplicemente accessori.
Vista la strana conformazione del palco del Legend, con quella colonna in mezzo sul retro, i gruppi hanno montato un piccolo muro di casse sulla sinistra (con una doppia cover per Sylosis e poi Malevolence) e la batteria sulla destra. Non c’è spazio per le band di apertura lato palco, quindi li vediamo spuntare da un angolino dietro le casse e assistere divertiti al concerto.
Si parte fortissimo con alcune banger da “Malicious Intent”: introdotte da sirene della polizia, la title-track e “Life Sentence” portano il caos in sala, con gli inglesi che non si trattengono un secondo sul palco e volumi altissimi. Per i sostenitori sarà un set da ricordare, pieno di piccoli momenti unici, tipo l’esecuzione di “Waste Of Myself” dallo split “Aggression Session” e una versione di “Higher Place” letteralmente da brividi, che mostra come l’ugola sporca di Konan Hall sia davvero eccellente nei momenti melodici gravi e drammatici. Anche “Karma” risulterà molto sentita, risuonando particolarmente tra le mura del piccolo club milanese.
C’è la celebrazione del decennale di “Reign Of Suffering” da festeggiare, c’è il circle pit più grande della serata e pure il pacchiano drum solo di Charlie Thorpe, con gioco di luci coordinato e finale con bacchette giganti, il quale risulta funzionale per riprendere fiato e spaccare tutto per un’ultima volta con “Keep Your Distance” (con la partecipazione del chitarrista dei Guilt Trip Sam Baker) e l’attesissima “On Broken Glass”, per spendere le ultime energie e l’ultimo residuo di voce sul ritornello à la Crowbar.
Il mix di di groove metal, metalcore, hardcore e momenti sludge che il gruppo ha rifinito per anni ha preso finalmente il decollo, grazie a un disco come “Malicious Intent”, il tour coi Trivium e la partecipazione a svariati festival. Il quintetto di Sheffield non è più un segreto ben nascosto, ma è una realtà che è qui per restare: godiamoceli nel loro imminente ‘prime time’.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.