08/06/2019 - MANOWAR @ Hallenstadion - Zurigo (Svizzera)

Pubblicato il 13/06/2019 da

Report a cura di Roberto Guerra

Dal momento che vedere i Manowar in territorio italiano sembra essere diventata un’utopia, abbiamo deciso di metterci in macchina per varcare i confini svizzeri e dirigerci dalle parti di Zurigo, dove si sono dati appuntamento svariati Manowarriors europei, in modo da assistere ancora una volta a uno spettacolo ad opera di Sua Maestà Joey De Maio e compagni. La posta in gioco è di nuovo relativamente alta, anche alla luce dei recenti fatti che hanno riguardato la formazione della epic metalband per antonomasia, nonché dei pareri piuttosto contrastanti, che è stato possibile reperire in rete, riguardo le loro ultime esibizioni. La tensione è quindi piuttosto palpabile all’interno dell’Hallenstadion di Zurigo negli attimi precedenti i primi rintocchi del peculiare intro, il cui compito è, come sempre, quello di annunciare l’arrivo on stage dei nostri quattro Guerrieri preferiti. Sarà un concerto all’altezza del loro nome, o qualcosa di tutto sommato dimenticabile? Proseguite nella lettura per conoscere la risposta a questa domanda!


MANOWAR

E’ una scenografia essenziale, esteticamente simile a un santuario collocato in un vulcano, quella che ci si para davanti, e a partire dallo scoppio dell’immancabile main riff della traccia che dà il nome alla band inizia a prendere man mano chiarezza la consapevolezza che il nostro cuore erutterà fuoco per un’ora e mezza! Ebbene sì, malgrado tutto ciò che si è potuto leggere ultimamente, gli attimi iniziali dello show dei Manowar lasciano decisamente ben sperare: l’esaltazione fa immediatamente posto alle lacrime in concomitanza di “Warriors Of The World United”, seguita a sua volta dall’incedere battagliero di “Blood Of My Enemies” e “Call To Arms”, fino a giungere ad “Hand Of Doom”, alla più recente “Sons Of Odin” e alla magica “Swords In The Wind”. In men che non si dica siamo già arrivati quasi a metà concerto, il che rappresenta un tempo più che sufficiente per permetterci di analizzare adeguatamente la situazione on stage: il recente ingresso Evandro Moraes alla sei corde, di cui si è fatto un gran parlare negli ultimi mesi, col passare del tempo sta evidentemente trovando il suo equilibrio e la sua dimensione all’interno della band, apparendo decisamente più rilassato, spontaneo e preciso rispetto alle occasioni precedenti. Sul buon Anders Johansson alla batteria c’è poco da dire, non trattandosi propriamente del primo dilettante allo sbaraglio; ma le attenzioni maggiori non possono che essere per l’accoppiata Joey De Maio / Eric Adams, due veri e propri fuoriclasse ancora oggi, soprattutto il secondo, che riesce tutt’ora a fare sfoggio di un’estensione e di un timbro al limite dell’inimitabile, il tutto abbinato ad una capacità di tenere il palco con un’eleganza che difficilmente avrà mai eguali nei decenni a venire. Proseguendo con lo show, dopo l’ignorantissimo assolo di basso, troviamo un bel trittico di classici, composto dalle immortali “Kings Of Metal”, “Fighting The World” e “Thor (The Powerhead)”, prima di romperci il collo su “House Of Death” e dare il primo colpo di grazia alle nostre ugole con l’attesa “Hail And Kill”. Non è finita, tuttavia, e ce lo conferma messer Joey in persona, con un discorso fortunatamente più breve del solito, in cui decanta con fierezza la forza e la devozione di tutti i fedeli Manowarriors presenti in sala, che magari non saranno tantissimi, ma è risaputo che non c’è pubblico più caloroso del loro, a prescindere da tutto. Con le ultime forze rimaste, accompagniamo la band nell’esecuzione delle conclusive “Battle Hymn”, “The Power Of Thy Sword” e “Black Wind, Fire And Steel”, dopo la quale i Metal Kings si congedano tra le ovazioni di tutti gli estimatori, ancora con il cuore ardente per aver avuto nuovamente modo di udire certi brani dal vivo, eseguiti da almeno una parte di coloro che misero originariamente il sigillo.
Forse non saranno più i Manowar di una volta, e non c’è dubbio che la loro incarnazione attuale possa avere determinati limiti, ma la verità è che, finché si rimane su livelli come quelli di Zurigo, possiamo dichiarare che non ci interessa! La musica, si sa, è prima di tutto emozione, e i Manowar sono la band che più di tutte è stata in grado di penetrare nel cuore dei loro estimatori, quali noi siamo, e quando il loro tempo sarà finito, per quanto ci riguarda, sarà anche la fine di un’era. Appuntamento alla prossima settimana in quel dell’Hellfest, per un’altra emozionante gita nel ‘regno dell’acciaio’. Per citare lo stesso Joey: “If you don’t like Manowar, just fuck you!”. Ora e sempre, hail and kill!

Setlist:

Manowar
Warriors Of The World United
Blood Of My Enemies
Call To Arms
Hand Of Doom
Sons Of Odin
Swords In The Wind
Bass Solo
Kings Of Metal
Fighting The World
Thor (The Powerhead)
House Of Death
Hail And Kill
Joey’s Speech
Battle Hymn
The Power Of Thy Sword
Black Wind, Fire And Steel

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