03/02/2009 - Marillion @ Live Music Club - Trezzo Sull'Adda (MI)

Pubblicato il 11/02/2009 da
A cura di Matteo Cereda
 
 
Appuntamento con la storia del prog al Live di Trezzo: è proprio il caso di scomodare simili considerazioni quando in scena vanno i Marillion, band d’Oltremanica che da oltre un trentennio contribuisce a dar linfa vitale alla scena progressive rock più limpida e tradizionale. L’ottima salute della band dimostrata con la recente pubblicazione di un doppio CD nuovo di zecca, “Happiness Is The Road”, non fa altro che accrescere le attese per l’ennesima calata nel nostro paese di una band che pare avere risorse compositive infinite.
 
 
 

MARILLION

Il quintetto di Aylesbury si presenta in grande spolvero illuminando la serata umida e piovosa con una performance che abbina con sapienza qualità ed emozioni, attraverso una scaletta ben selezionata. Da promuovere c’è il nuovo doppio album “Happiness Is The Road”, uscito negli ultimi mesi dello scorso 2008, e dunque saranno proprio i pezzi di quest’ultimo gioiellino il piatto forte della serata. La partenza è a tinte soffuse con l’introduzione in piano-voce di “Dreamy Street”, seguita a ruota dalla leggera “This Train Is My Life”; le nuove canzoni, nonostante non siano ancora ben assimilate da una cornice di pubblico dall’età media visibilmente alta e piuttosto numerosa, appaiono sin da subito di elevato spessore artistico, specie quando la band s’imbarca nell’esecuzione dell’ottima “Essence”. Il gruppo albionico non risparmia energie, suonando i vari brani in maniera pressoché incalzante e supportato da uno schermo alle spalle che proietta immagini a tema durante i vari pezzi. A dispetto della non più giovane età, la prestazione dei singoli musicisti appare pulita e priva di sbavature, supportata tra l’altro da una resa sonora cristallina; il bassista Pete Trewavas mostra un dinamismo da giovinetto ed anche il buon Ian Mosley dietro le pelli non si risparmia; il solo Steve Rothery appare ingessato, fors’anche per una linea non proprio delle migliori. Le mani si spellano però per uno strepitoso Steve Hogarth, che unisce una prestazione vocale pressoché perfetta ad una gestualità e una mimica degna di un attore. Nonostante le ottime impressioni suscitate dai brani dell’ottimo “Happiness Is The Road”, sono comunque i classici del gruppo a riscuotere maggior entusiasmo, come dimostrano le toccanti versioni di “Fantastic Place” e “Out Of This World”, per un crescendo finale culminato nella conclusiva e imprescindibile “Invisibile Man”. Dopo una breve pausa i nostri rientrano per un paio di bis con la splendida “Neverland” e la titletrack del nuovo album, cantata da molti, in grado di dimostrare la stoffa del classico sin dal battesimo live. Il tempo tempestoso e un viaggio imminente verso la prossima tappa (Strasburgo) anticipano leggermente il congedo dei Marillion, privandoci di alcune canzoni in più nella setlist; ma alla luce di tanto splendore non sembra che ci si possa proprio lamentare.

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