Sepolta tra mille date ed eventi estivi, la prima e unica data italiana dei redivivi Massacre, ora guidati dal solo Kam Lee, poteva essere un moderato successo quanto un flop clamoroso, sia a livello di pubblico che di performance degli artisti, diciamocelo. Se il pubblico pagante decide in autonomia – secondo logiche spesso imperscrutabili – la vita o la morte di un evento live, dal punto di vista artistico l’ultima reunion dello storico nome della Florida e il recente “Resurgence” non hanno avuto una risonanza così ampia per una serie di motivi legati anche al percorso fino a qui: una precedente reunion fallita dopo il mediocre “Back From Beyond”, i mille litigi per i diritti, gli scioglimenti, i cambi di nome e perfino la creatura Left To Die passata di recente per l’Italia, che vede in formazione proprio gli altri due ex Massacre Rozz e Butler.
Insomma, in un momento in cui qualsiasi nome storico è tornato in attività in formazioni più o meno dignitose, è realmente difficile attrarre a certi eventi un pubblico più vasto dei veri appassionati di una band specifica. Da parte nostra, ragionando su questi temi ci siamo diretti verso lo Slaughter Club di Paderno Dugnano temendo anche l’impatto del gran caldo in una situazione di live al chiuso a metà luglio, ma il metal non è mai stato musica per pappamolle, perciò…
Ad aprire la serata in quel di Paderno Dugnano, in uno Slaughter Club ovviamente caldissimo come preventivato, ci sono gli svedesi METHANE e il loro thrash metal melodico ma energico. Balza subito all’occhio come i nostri nei primi minuti si trovino a suonare davanti ad un ventina di persone, ma abbiano un entusiasmo contagioso e diverse carte da giocarsi a livello di impatto.
Le strutture sono quelle dei grandi nomi: Anthrax, Megadeth e degli Slayer più melodici, anche se non è possibile definire i Methane un gruppo del revival thrash che si è concluso ormai qualche anno fa, in quanto anche la lezione del groove metal è molto ben chiara ai Nostri, soprattutto nelle chitarre di Jimi Mästerbo e di Markus Grundström. Sorridenti e casinisti, ai Methane va il nostro plauso per aver fatto iniziare la serata nel migliore dei modi. È poi il turno degli italiani NECROSY, band tecnicamente veneziana, ma che vede alla voce Luis Maggio, già cantante dei Bloodtruth, e la chitarrista Francesca Mancini, entrambi dallo spiccato accento laziale. È ormai di quasi di una decade fa l’unico disco autoprodotto del gruppo e negli anni ci siamo imbattuti più volte nei loro show dal vivo. Stavolta, lo ammettiamo, credevamo che questo tour in compagnia dei Massacre fosse l’occasione per presentare un nuovo disco o qualcosa di simile, ma si vede che non è ancora il momento.
Dal thrash dei Methane passiamo con loro ad un death metal dal piglio moderno che richiama i più celebri Hideous Divinity, Behemoth o Kataklysm. La presenza sul palco dei Nostri è proprio buona, con Luis ad incitare il pubblico che nel frattempo è aumentato di numero: a ben vedere, è proprio dalle reazioni degli spettatori che emerge quella che potrebbe essere la carta vincente dei ragazzi nel prossimo futuro, ovvero un’immediatezza nel songwriting in grado di creare ritornelli memorizzabili e situazioni da headbanging anche se non si conosce a menadito la discografia da studio.
Tocca ora ai rinati PUTRIDITY, che riusciamo a vedere sul palco dopo un importante cambio di formazione che ha visto entrare nel 2022 un nuovo cantante (Andrea Piro), un nuovo chitarrista (Manuel Lucchini) e un nuovo bassista (Giancarlo Mendo). Chi scrive ha un ricordo della band di Ivrea buono ma non esaltante, relativo a delle prestazioni live all’epoca del terzo album “Ignominious Atonement”. Il leader di sempre, Andrea “Ciccio” Aimone, è l’unico sopravvissuto di quella line-up ed è pure in uscita un nuovo mini, “Greedy Gory Gluttony”, sempre per l’americana Willowtip. I suoni all’inizio smorzano un po’ la botta del death metal tecnico, super brutale e serrato del quintetto, visto che la voce risulta troppo bassa nel mix, ma dopo due o tre pezzi la prestazione dei nostri emerge in tutta la sua qualità. La scaletta rappresenta un po’ tutto il repertorio, dai vecchi classici dei primi due album come “Zombie Oral Sex” e “Fermented Entrails” (dall’indimenticato debutto “Mental Prolapse Induces Necrophilism”), “Cannibalistic Postclimax Flesh Consumption” e “Sodomize Epileptic Chunks” (dal secondo “Degenerating Anthropophagical Euphoria”), mentre il terzo “Ignominious Atonement” è rappresentato, tra gli altri pezzi, da “Conceived Through Vermination” e “Portrait Of A Soiled Innocence”. Viene proposto anche materiale dal nuovo mini, ovvero “Adipocere Retribution”, che ben si inserisce nel suono della band. Quando parliamo di Putridity, parliamo di death metal estremamente brutale dalle tematiche gory simile a quanto proposto da Defeated Sanity, Disgorge (US), Condemned o dai nostrani Devangelic, e quindi non è sicuramente un approccio appetibile a tutti, ma una esibizione così quadrata, tecnicamente adeguata (bellissima la prova al basso di Giancarlo Mendo) e divertita in ambito death metal estremo non si vede tutti i giorni. Cercateli e andateli a vedere prima possibile, non ve ne pentirete.
Sono le 23:30 quando davanti ad un centinaio di persone scarso inizia lo show dei MASSACRE. Diamo qualche coordinata ai lettori che magari si sono persi dei capitoli: in questo momento solamente Kam Lee rappresenta i Massacre, avendo acquisito i diritti del nome. Né Rozz né Butler sono della partita e, se avete tempo da perdere sui social, le frecciatine fra Rick e Kam si sprecano a riguardo di accordi legali, proprietà e quant’altro. Oltre a questo, la formazione di Kam Lee negli ultimi due anni ha pubblicato un full, “Resurgence”, di discreta qualità, seguito da un po’ di mini e uscite accessorie. Della buona formazione che ha registrato il disco però, ahimé, non vi è traccia, visto che la touring band dei Massacre sono musicisti completamente differenti (due sono membri dei poco noti Druid Lord). Si inizia subito come “Dawn Of Eternity” e “Cryptic Realms”, con Kam Lee che, nonostante la stazza e l’età, sembra essere ancora piuttosto a proprio agio sui palchi. Dopo pochi minuti si riesce a capire come il suono dei Massacre sia adeguato, squisitamente old school e non si sia cercato di modernizzarlo troppo con trigger di batteria o compressioni di chitarre che non appartengono al passato. Certo, la voce di Kam è aiutata da qualche effetto che viene spento e poi riacceso negli intervalli in cui il corpulento singer presenta le canzoni o fa dell’umorismo spesso di grana grossa (a sfondo sessuale, ovviamente), ma noi speriamo siano solamente i classici riverberi e che il growl sia ancora tutto suo. Tra l’altro, a differenza della prestazione di qualche giorno prima all’Obscene Extreme, Kam riesce a limitarsi nel suo ruolo di mattatore ed è quasi sempre la musica a parlare. La band nel complesso ha il piglio giusto ed è piacevole risentire “Biohazard”, “Chamber Of Ages”, “From Beyond” insieme a brani più recenti come “The Dunwich Horror”, “Book Of The Dead” e “The Innsmouth Strain”, canzoni che non faranno gridare al miracolo, ma che proseguono in modo coerente il percorso dei Massacre di una volta (e sbaragliano il dimenticabile “Back From Beyond” di quasi dieci anni fa). Chitarra, basso e batteria, come detto, svolgono il loro lavoro da bravi comprimari senza rubare la scena con virtuosismi personali o ingombranti e così Kam Lee ha tutto il tempo necessario per arruffianarsi i presenti, proporre un medley da karaoke con Slayer e Iron Maiden (francamente evitabile) e pure fare il piacione con delle ragazze in prima fila. Dopo circa un’ora di scaletta, tutto si conclude con sorrisi e saluti e il pubblico svuota rapidamente lo Slaughter ormai trasformato in un forno. In definitiva: magari avremo visto una sorta di Kam Lee And Friends, ma la situazione non è stata meno dignitosa di moltissimi altri tributi/reunion in giro per i palchi metal europei e mondiali. Un posticino c’è anche per loro, dai.
METHANE
NECROSY
PUTRIDITY
MASSACRE