Dopo aver sfruttato al massimo classici famosissimi come “Beneath the Remains” e “Arise” (senza per fortuna arrivare alla folle idea di ri-registrarli), i fratelli Cavalera hanno deciso di andare ulteriormente a ritroso nel tempo e rispolverare i veri esordi dei Sepultura, quei “Bestial Devastation” e “Morbid Visions” che nel pieno degli anni Ottanta li portarono a emergere dalla loro scena locale e a farsi notare anche fuori dal Brasile.
Se la carriera dei Soulfly è da tempo in declino, mentre quella dei Cavalera Conspiracy non è mai realmente decollata, l’operazione amarcord, almeno in sede live, paga sempre, quindi non stupisce che Max e Ig(g)or abbiano prontamente allestito una lunga campagna promozionale attorno alle recenti nuove registrazioni dei loro primi vagiti. Se entrambe le uscite hanno destato poco interesse o comunque qualche legittimo dubbio sulla loro effettiva utilità, l’idea di riascoltare certe vecchie perle dal vivo riesce a smuovere anche i più scettici.
Reduci da un fortunato tour nordamericano in compagnia degli Exhumed, i brasiliani arrivano ora nel cosiddetto Vecchio Continente per una serie di date che confermano il tema old-school, con un set interamente dedicato ai succitati “Bestial Devastation” e “Morbid Visions”, in locali che, per capienza e prestigio, sono ormai solo un miraggio per i Soulfly o i più recenti progetti dei fratelli.
In un freddo sabato sera novembrino, ci rechiamo quindi presso lo Shepherd’s Bush Empire di Londra per assistere a questa calata/viaggio nel tempo, piuttosto fiduciosi sull’incisività di un concerto che – come quello dedicato a “Beneath the Remains” e “Arise” visto all’ultimo Maryland Deathfest – sembra studiato apposta per scaldare il nostro nostalgico cuore.
Dopo un anonimo show degli INCITE – band guidata da Richie Cavalera (figlio della moglie di Max, Gloria) che con il suo groove metal americaneggiante sembra fuori tempo massimo o comunque fuori contesto – il teatro è pronto ad accogliere i fratelli CAVALERA e i loro attuali compagni d’avventura, ovvero il bassista Igor Amadeus Cavalera Jr. – figlio di Max e Gloria, ultimamente attivo nei Go Ahead And Die – e il chitarrista Travis Stone (Pig Destroyer, ex Noisem).
Ufficialmente non è stato raggiunto il sold-out, tuttavia la sala è decisamente piena e focosa, soprattutto nella zona direttamente davanti al palco, riempita fino allo spasimo di fan la cui età media appare piuttosto alta. Non è un concerto per giovani, anzi; a ben vedere, pare mancare anche tutta una fetta di tipico pubblico dei Sepultura/Soulfly, quello magari più affezionato al periodo “Roots”, epoca di chitarre ribassate, pantaloni bracaloni, gente che zompetta sul palco, (terrificanti) contaminazioni, ecc.
Questa sera il leitmotiv è solo pelle e borchie, sia sopra che sotto al palco, ed è giusto così, visto che, per risultare un minimo credibili davanti agli ascoltatori più oltranzisti, anche il look necessita di certi accorgimenti. Con alle spalle un vasto telone con le minacciose copertine delle recenti riregistrazioni, Max, dal canto suo, non perde tempo nel sottolineare come la band che sta guidando sia “the real Sepultura” – ruffianata efficacissima nell’infervorare la platea e nel creare una cornice ancora più esaltata durante l’esecuzione di brani come “Antichrist” o “Necromancer”.
La primissima parte del set è difatti dedicata ai pezzi di “Bestial Devastation”, materiale rimasto in archivio per decenni e che ora viene riesumato da una formazione che ha senza dubbio fatto adeguati preparativi prima di riportarlo sul palco. In questo senso, si può dire che il recente tour nordamericano abbia compiuto miracoli: il quartetto appare caldo e affiatatissimo, persino ringiovanito in un caso specifico: se infatti Iggor è da sempre una sicurezza, il buon Max negli anni ci ha invece abituato a vari cali di forma, fra un fisico a volte particolarmente dimesso e una voce a singhiozzo. Questa sera però tutto pare filare per il verso giusto, con il frontman sicuro e puntuale al microfono, ma anche e soprattutto alla chitarra, la quale appare regolata sugli stessi volumi di quella di Stone e quindi parte integrante della sezione ritmica. Negli ultimi anni, in più occasioni Max ci era sembrato il Ligabue di turno, con chitarra a tracolla per fare scena e sempre meno note suonate, ma evidentemente il cantante/chitarrista è ora più concentrato e in salute, di nuovo capace di coniugare immagine e sostanza.
Quando lo show entra nel vivo, con episodi di micidiale proto-death-thrash come “Mayhem” o “Crucifixion”, insomma si gode – e con noi le centinaia di fan accalcate nei pressi del palco o sulla balconata. Davvero spettacolare la cornice di pubblico questa sera, degno contorno di una performance dove niente sembra lasciato al caso. Certo, va segnalato come purtroppo la tracklist di “Morbid Visions” non venga riproposta per intero, ma, dal canto nostro, nel finale restiamo comunque soddisfatti dal ripescaggio di “Escape to the Void”, dal sempre sottovalutato “Schizophrenia”. I fan ‘a trecentosessanta gradi’ apprezzano invece il medley “Dead Embryonic Cells/Refuse Resist/Territory”, mentre, in conclusione, “Troops of Doom” mette d’accordo – e spazza via – tutti.
In definitiva, davanti a una prova come questa c’è poco da criticare: se in studio i Cavalera bros sono sempre meno rilevanti, con un set di questo tipo le due icone sanno ancora essere veri padroni del loro mestiere, bravi nel catturare l’essenza viscerale che ha reso famosi i vecchi Sepultura e nello sprigionare un’energia contagiosa. Cercate di non perderli quando faranno un salto nello stivale.
Setlist:
Bestial Devastation
Antichrist
Necromancer
Warriors of Death
Sexta Feira 13
Morbid Visions
Mayhem
Crucifixion
Show Me the Wrath
Empire of the Damned
Escape to the Void
Dead Embryonic Cells / Refuse/Resist / Territory
Troops of Doom