21/11/2018 - MC50 + MCKENZIE @ Alcatraz - Milano

Pubblicato il 29/11/2018 da

Report a cura di Simone Vavalà

È una festa per il rock e la musica in generale, quella organizzata all’Alcatraz di Milano il 21 novembre 2018. Wayne Kramer, uno dei due membri superstiti degli MC5, ha infatti deciso di portare in giro questa mitica creatura per celebrarne i cinquant’anni di carriera: da qui il (relativo) cambio di monicker, e poco importa se il resto della band è composto da amici che a malapena erano nati quando nel 1968 esplose la bomba con “Kick Out The Jams”, anzi; i nomi coinvolti, come vedremo nel seguito, sono a dir poco da applausi ed è un peccato che il locale sia mezzo vuoto per questo vero e proprio evento – la stima è di forse trecento persone presenti. Il compito di scaldare la platea era affidato ai McKenzie, trio punk-hardcore calabrese di cui purtroppo perdiamo completamente l’esibizione a causa dell’orario, ma l’ora e mezza di spettacolo offerta da Kramer e soci è stata più che sufficiente per tornare a casa felici a fine serata!

 


MC50
Settant’anni e non dimostrarli: è la prima, scontata considerazione che viene in mente già al momento dell’ingresso in scena di Wayne Kramer, che percorre tutto il palco per salutare il pubblico saltellando e sorridendo come un folletto felice; e, a parte l’energia che i cinque trasmetteranno ai presenti, sarà questa la chiave di lettura dell’intero concerto: divertimento e pura gioia, il piacere di suonare tra amici e per amici, senza alcuna distinzione tra i cinque miti presenti sul palco e il pubblico entusiasta. Esattamente come doveva essere nella Detroit del 1968, secondo un approccio che Kramer ha portato avanti senza compromessi per cinquant’anni, non da ultimo con la sue iniziative per portare la musica nelle carceri americane e in giro per il paese con eventi ‘politici’. Non è casuale, a questo riguardo, la scelta dei musicisti presenti, tutti amici che negli anni non solo hanno stimato la musica degli MC5, ma anche l’approccio alla vita di Wayne, condividendo anche molti degli eventi succitati; ma ve li presenteremo nelle prossime righe, perché è tempo di fare parlare la musica. La prima metà dello show è incentrata sulla restituzione integrale di “Kick Out The Jams”, album d’esordio della band di Detroit; registrato dal vivo, è proprio dal vivo che offre il meglio di sé: tra la furia proto-punk della title-track, ove si mette in luce la sezione ritmica costituita da Billy Gould dei Faith No More e Brendan Canty dei Fugazi, il rock puro e intramontabile di brani come “Ramblin’ Rose” o “Borderline”, con sugli scudi la chitarra di Kim Thayil, alla sua prima apparizione pubblica con un’altra band dai tempi dei Soundgarden, giù fino alle derive psichedeliche e space di “Starship”. Un brano che aveva già in nuce le meraviglie lisergiche che sarebbero esplose qualche anno dopo, soprattutto da questa parte dell’oceano, ma che tra feedback e dilatazioni varie rende in sede live la sensazione di un vero e proprio trip. Al termine del quale Kramer ci segnala che siamo tornati sulla Terra, e per rimettere bene i piedi al suolo attacca la splendida e acidissima “Tonight”. Non abbiamo ancora citato l’apporto del leader maximo, che con la sua chitarra a stelle e strisce (rigorosamente a testa in giù!) si prende gli oneri e gli onori di tutte le parti soliste con inossidabile classe, e ancor più la classe straordinaria di Marcus Durant degli Zen Guerrilla: un cantante forse citato di rado, ma dalle doti enormi, che oltre a ricordare con la sua chioma il compianto Rob Tyner, si mostra a suo agio e coinvolgente tanto nelle parti più ruspanti, tanto nel rendere al meglio i passaggi più sensuali e blueseggianti. A tal riguardo, può offrire il meglio di sé nella seconda parte dello show, equamente divisa tra i due album in studio degli MC5, e pensiamo in particolare a brani come “Baby Won’t Ya”, la bella cover dei Them di Van Morrison “I Can Only Give You Everything” oppure la conclusiva “Looking At You”. Nel frattempo sono passati novanta minuti in un batter d’occhio, tra un breve proclama alla necessità di lottare (per amore, per la libertà, per tutto: perfetta introduzione a “Gotta Keep Movin’” e al suo testo ribelle) e ammiccamenti e pose da rockstar volutamente spaccone ed eccessive. E poi, semplicemente, tanta musica immortale e strepitosa; un’entità che, diversamente declinata, le band rappresentate sul palco e altre decine di migliaia sparse per il globo continuano a portare avanti, più o meno consapevoli dell’importanza di Mr. Kramer e soci.

Setlist:

Ramblin’ Rose
Kick Out The Jams
Come Together
Motor City Is Burning
Rocket Reducer No. 62 (Rama Lama Fa Fa Fa)
Borderline
I Want You Right Now
Starship
Tonight
Gotta Keep Movin’
Baby Won’t Ya
I Can Only Give You Everything
Call Me Animal

Sister Anne
Let Me Try
Looking At You

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