Report a cura di Federico Orano
Il Metal Assault è uno di quei festival tedeschi rimasti al riparo dalle mode, dove si respira ancora quell’atmosfera tipica dei concerti teutonici forgiati sul metallo puro e fumante. Per questa nona edizione, svoltasi come sempre alla Posthalle di Wurzburg, ex magazzino postale situato vicino al centro della piccola città tedesca proprio a due passi dalla stazione dei treni, l’organizzazione ha puntato su una line-up rivolta ai mitici e gloriosi anni Ottanta, con un’accoppiata di headliner in arrivo direttamente da quella che fu la florida scena di Seattle. Ma oltre a Fifth Angel e Geoff Tate con i suoi Operation: Mindcrime, l’appuntamento si è fatto imperdibile anche grazie alla presenza della cult band britannica Saracen, dei nostri Domine e della stella nascente dell’hard rock melodico, gli Eclipse. Insomma, una gita fuori porta per un sabato all’insegna del metallo classico in un ambiente molto ospitale con birre di qualità a prezzi abbordabili (3,80 Euro per una media) e con un vero e proprio mercatino musicale all’interno della sala concerti. Tutte ottime premesse per poter godere di un gran spettacolo, ciò che è stato per le oltre mille persone presenti a questo appuntamento.
UNIVERSE INFINITY
Sono circa le 16 quando riusciamo a fare il nostro ingresso alla Posthalle, mentre gli svedesi Universe stanno finendo il soundcheck pronti per calcare il palco tedesco. Il pubblico è ben nutrito, con diversi metaller della vecchia scuola già armati di birrona e pronti a godersi lo show di questa band tornata in pista dopo qualche decennio. Freschi della ristampa del loro omonimo disco e di un full-length di inediti pubblicato da poco a nome Universe Infinity, i Nostri fanno il loro ingresso tra gli applausi. Vecchietti sì, ma con tanta voglia di riassaporare l’ebbrezza del suonare davanti ad un gran pubblico e forti di brani che sanno ancora accendere i presenti, soprattutto quando vengono riprese le song storiche come “Rollin’ On” e “Strong Vibration”. Il loro è un mix tra heavy metal di scuola inglese e melodic hard rock scandinavo con melodie coinvolgenti, ed i quaranta minuti di tempo per l’esibizione passano in fretta. Non si poteva concludere se non con l’acclamata “Weekend Warrior”, brano che ha fatto balzare in alto l’adrenalina di molti attempati fan della scena Eighties.
DOMINE
Non è difficilissimo imbattersi in un live dei nostri Domine in Italia. Fa molto piacere però vederli all’opera in terra straniera. I tedeschi mostrano subito grande affetto verso Morby e soci con diversi appassionati che, dalle prime file, impazziscono sulle note di “Thunderstorm” e “Hurricane Master”, song che aprono coi botti la setlist della band toscana. La resa on stage dei Nostri è una sicurezza e vista la reazione dei presenti Enrico & Co. si esaltano. Con “The Aquilonia Suire – Part I”, la Posthalle si tinge di epicità e anche se i suoni non sono perfettissimi (dalla nostra posizione le tastiere erano piuttosto nascoste) il risultato è stato davvero notevole. Non potevano mancare gli autentici inni della band come “Dragonlord” e “The Ride Of The Valkyries” e, sebbene il tempo rimasto fosse agli sgoccioli – su comunicazione del fonico, alla band restavano solamente tre minuti! – lo spazio per una tiratissima “Defender”, suonata a velocità ancora più sostenuta, lo si è trovato. Che bomba, l’esibizione dei Domine! Forse una sorpresa per i tedeschi, non certo per noi italiani abituati a tali performance!
SARACEN
Una cult band che non ha mai calcato, almeno negli ultimi anni, i palchi italiani, quindi un’occasione rarissima da prendere al volo; ed in effetti qualche connazionale era presente tra il pubblico. Gli inglesi Saracen hanno composto un paio di grandi dischi negli anni Ottanta (“Heroes, Saints And Fools” e “Change Of Heart”), unendo la scuola della NWOBHM all’hard rock classico degli anni Settanta, con Hammond e tastiere in primo piano ed un’eleganza che potrebbe ricordare i Magnum. Cosa attendersi dal vivo da un gruppo che pubblica raramente un disco (l’ultimo, “Redemption”, risale al 2014) e che non suona molto in giro? La resa sonora dei Saracen è stata ottima, con un suono pulito che ha fatto emozionare soprattutto i metaller più datati presenti nella platea. Difficile restare impassibili sulle note di “We Have Arrived” e “Crusader” o non esaltarsi canticchiando in compagnia della voce del singer Steve Bettney sul ritornello di “Meet Me At Midnight”. L’immancabile capolavoro di scuola NWOBHM “Heroes, Saints And Fools” ha aperto i cuori dei presenti con Rob Bendelow, chitarrista e leader, ad esaltarsi alla sei corde. I Saracen dal vivo? Emozioni pure!
ECLIPSE
Un po’ fuori dallo schema del festival, più improntato verso sonorità heavy, l’hard rock scandinavo degli Eclipse era atteso soprattutto dai più giovani tra i presenti. Chi si aspettava, come il sottoscritto, una scaletta più potente per entrare nel mood del festival si è sbagliato di grosso. Eric Martensson e soci se ne sono altamente (e giustamente, forse) fregati e hanno proposto la solita setlist fatta sì di brani dal forte impatto, ma senza disdegnare persino un paio di ballate acustiche. Nel complesso, la loro è stata un’esibizione niente male, anche se per un motivo o per un altro lo show degli Eclipse non è mai riuscito a decollare del tutto. Insomma, pezzi come “The Storm”, “I Don’t Wanna Say I’m Sorry” e la favolosa “Blood Enemies” fanno sempre la loro figura dal vivo, ma dobbiamo ammettere di aver assistito a concerti degli Eclipse molto più spumeggianti.
GEOFF TATE’S OPERATION: MINDCRIME
Uno show dedicato alla prima era dei Queensryche con brani estratti dai primi dischi fino a “Operation: Mindcrime” compreso. Un’occasione imperdibile per ascoltare Geoff Tate cantare quelle canzoni impresse nella storia dell’heavy metal. E l’attesa era facilmente palpabile all’inizio dello show. Il risultato? Bene, ma non benissimo. Lo show si è svolto senza sbavature, con Geoff che ha offerto una prestazione davvero positiva al microfono e con i pezzi storici, quali “Operation: Mindcrime”, “Eyes Of A Stranger”, “Before The Storm”, “The Mission”, che sono riusciti ad emozionare rispettando le previsioni. Però si poteva fare di più. Da una parte i nuovi, giovanissimi musicisti che accompagnano il singer americano si sono dimostrati preparati tecnicamente ma allo stesso tempo incapaci di trasmettere certe sensazioni per un’evidente mancanza di carisma. Inoltre, in generale, tutta la band si è esibita in maniera statica senza la verve necessaria per cercare di trasmettere una carica maggiore. Tirando le somme, quello della Geoff Tate Band è stato un live interessante per i fan dei Queensryche e non solo, ma che ha lasciato un leggero amaro in bocca, come se la formazione abbia svolto il compitino cercando di mettere sotto i riflettori solamente la voce del frontman di Seattle.
Setlist:
Neue Regel
Screaming in Digital
Operation: Mindcrime
Speak
Spreading the Disease
The Mission
Take Hold of the Flame
Before the Storm
I Dream in Infrared
The Lady Wore Black
Walk in the Shadows
Breaking the Silence
I Don’t Believe in Love
Eyes of a Stranger
Anarchy-X
FIFTH ANGEL
Cambi di line-up improvvisi arrivati all’ultimo momento, con l’abbandono del cantante e chitarrista Kendall Bechtel, ed una band che torna a calcare le piste dopo qualche decennio di assenza. Tanti interrogativi prima dell’attesissima data al Metal Assault per gli americani Fifth Angel. Ma tale attesa è stata ripagata alla grande, perché l’esibizione della storica band di Seattle è stata probabilmente la più coinvolgente di tutto il festival. Grosso merito di questo va ai brani, sia quelli storici che a quelli più recenti estratti del nuovo “The Third Secret”, pubblicato lo scorso anno, che dal vivo funzionano benissimo. Anche l’attività del gruppo sul palco è stata degna di nota, soprattutto grazie ai due nuovissimi membri: Ethan Bosh (Angels Of Babylon) alla chitarra solista ha dato spettacolo con solo suonati al fulmicotone ed una carismatica presenza; Steven Carlson alla voce ha dimostrato invece un’attitudine degna di nota, aizzando il pubblico e correndo e saltando come un ragazzino. Non tutto è andato alla perfezione durante l’esibizione, però, visto l’incorrere di qualche problemino coi suoni all’inizio e con la prestazione di Steven al microfono non sempre impeccabile; ma alla fine il risultato è stato notevole. I Fifth Angel hanno spaccato di brutto, mostrando un impatto live importante. La partenza con la tiratissima “The Night” ha subito infiammato l’audience, ma è stata l’intera setlist a convincere. Pezzi come “Cathedral”, “Shout It Out” e “In the Fallout” sono dei classici intramontabili che ancora oggi suonano freschi come pochi. E, come scritto, anche le song più recenti hanno mostrato un forte impatto live, si vedano “The Third Secret” e “Stars Are Falling”. E così l’ora e mezza di tempo per i Fifth Angel è volata via in un soffio, tra le note di “Time Will Tell” e “Only The Strong Survive”. In mezzo all’ovazione di tutti i presenti, Ed Archer e soci hanno abbandonato lo stage salutando calorosamente il folto pubblico a conclusione di una gran bella giornata all’insegna del metal classico. Ancora scossi dalle forti emozioni appena vissute e tra un applauso e l’altro, a noi è scappato un bel sospiro di sollievo perchè la sensazione, dopo questa esibizione, è che la strada dei Fifth Angel non finisce certo qui.
Setlist:
The Night
Can You Hear Me?
Shout It Out
Cathedral
Seven Hours
Stars Are Falling
Cry Out the Fools
Fifth Angel
The Third Secret
In the Fallout
Midnight Love
Time Will Tell
Wings of Destiny
Only the Strong Survive
We Rule
Encore:
Lights Out (UFO cover)