17/07/2015 - METAL FOR EMERGENCY 2015 @ METAL FOR EMERGENCY 2015 -

Pubblicato il 28/07/2015 da

Introduzione a cura di William Crippa
Report a cura di William Crippa e Andrea Raffaldini

Il Metal For Emergency è, per gli amanti del metal più classico, un appuntamento irrinunciabile. La manifestazione, che si tiene dal 2012, nel corso degli anni ha visto sulle proprie assi la presenza di band quali Primal Fear, Grave Digger, Mago De Oz e Rhapsody Of Fire, ed è da considerare come un vero e proprio angolo di paradiso rispetto alla stragrande maggioranza delle manifestazioni simili; ingresso gratuito, una location ottimale, buon cibo in una grande varietà ed un’organizzazione perfetta si accompagnano ad una popolazione locale assolutamente favorevole e partecipe. L’edizione 2015, che si è tenuta venerdì 17 e sabato 18 luglio, ha visto in pista gli inossidabili Iron Savior come headliner per il venerdi, supportati dagli storici Domine e dagli elettrizzanti Lionsoul; mentre al sabato sono stati i Gamma Ray i protagonisti principali della serata, con ben quattro band del calibro di Ancilotti, In.Si.Dia, Nanowar Of Steel e Anewrage a supportarli. Ma leggiamo assieme i momenti salienti dell’evento!

metal for emergency  - locandina - 2015

DOMINE
Per la prima giornata di festival, arriviamo al centro sportivo di Cenate Sotto con un ritardo notevole – e di ciò ci scusiamo con i lettori e con i Lionsoul – perchè impegnati in altra sede ad intervistare il mastermind degli Iron Savior, Piet Sielck. Facciamo giusto in tempo a goderci gli ultimi tre brani da parte dei Domine. Giunti nell’area concerti, la vista del pubblico ci colpisce profondamente: anziani, bambini ed intere famiglie sono presenti per assistere alla serata, a stretto contatto con i più classici tra i metallari; ed una scena magnifica, da cartolina, ce la offre un giovane padre che porta sulle spalle il figlioletto, con il bambino felice che alza le braccia al cielo nel segno delle corna all’indirizzo della band guidata da Enrico Paoli sul finale di “Dragonlord”. Davvero incantevole. “Ride Of The Valkyries” e “Defenders” chiudono il set dei toscani, che lasciano Cenate Sotto da vincitori. Peccato non essere riusciti a vedere l’intero concerto.
(William Crippa)

IRON SAVIOR
Giunge l’ora degli headliner di giornata e la band sale tranquillamente sulle assi del Metal For Emergency, con Piet che si reca al microfono per avvisare il pubblico che questa sera la formazione degli Iron Savior sarà rimaneggiata, con Uwe Seeman, ex Zed Yago, a sostituire Jan S. Eckert, mentre i Paragon Soren Teckenburg e Jan Bertram saranno rispettivamente alla batteria e alla terza chitarra, con Joachim Kustner unico membro ufficiale della band assieme a Sielck. Il via alle danze è dato da “Last Hero”, opener dell’ultimo “Rise of The Hero”, per passare poi al recente passato con “Starlight”. Piet prende la parola, guardando il cielo, e ringrazia apertamente Dio per l’abbassamento della temperatura, in quel momento decisamente più gradevole rispetto ai 38 gradi pomeridiani durante il soundcheck, per poi lanciare “The Savior”, alla quale segue la priestiana “Break The Course”, introdotta caldamente da Uwe; “Revenge Of The Bride” e “Burning Heart”, prima della terremotante “Mind Over Matter”, per una band assolutamente in forma. Sielck scherza con il pubblico ogni volta che ne ha la possibilità, vistosamente soddisfatto di come sta proseguendo l’esibizione, e decisamente a loro agio sembrano gli ospiti di questa sera, con Seeman su tutti, attratto irresistibilmente dal microfono, tanto che spesso sarà bonariamente contenuto dal frontman nelle sue numerose presentazioni. I suoni sono perfetti ed il pubblico è felice e segue con attenzione lo show dei tedeschi, per quella che è a tutti gli effetti una festa popolare, accompagnata da fiumi di birra, pizze sfiziose e costine; fa effetto vedere gente interessata alle finestre delle villette a fianco del centro sportivo, per nulla infastidita dall’evento. Uwe annuncia un brano stomp rock per la felicità dei presenti ed ecco la splendida “Hall Of The Heroes”, in medley con “R U Ready”, per una grande accoppiata da “The Landing”; “Condition Red” è accompagnata da un boato di approvazione, così come “I’ve Been To Hell” ed il grandioso inno “Heavy Metal Never Dies”, durante il quale il leader si diverte a far cantare il pubblico partecipe e felice, e che si conclude in un grandioso coro all’indirizzo della band. Il cantante nuovamente si rivolge ai presenti spiegando che questo è il classico momento durante il quale ogni band esce di scena per farsi acclamare prima di tornare per l’encore, ma questa non è abitudine degli Iron Savior, che preferiscono rimanere on stage per eseguire i brani che mancano nella scaletta, e dà il via alla bella “Coming Home”, seguita dal medley tra “Iron Savior” e “Watcher In The Sky”. “Atlantis Falling” porta alla conclusione, affidata a una potente versione di “Breaking The Law” dei Judas Priest, al termine della quale gli Iron Savior, dopo la foto di rito dalla pedana della batteria, escono di scena tra gli applausi. Una grande performance da parte dei rimaneggiati teutonici, che per nulla hanno risentito della mancanza dei titolari Thomas Nack e Jan S. Eckert, ma che, anzi, hanno guadagnato in potenza grazie all’ausilio della terza chitarra di Jan Bertram; meravigliso e variegato il pubblico, che ha seguito con interesse e ha supportato alla grande Sielck e compagni.   (William Crippa)

ANCILLOTTI
Anche per la giornata di sabato – ahinoi – dobbiamo porgere le nostre scuse alle prime band esibitesi: Anewrage, Nanowar Of Steel e la leggenda bresciana thrash IN.SI.DIA. Dopo questi ultimi, tocca agli Ancillotti salire sul palco. La band toscano/emiliana parte in quinta con la tonante “Bang Your Head”. Bud Ancillotti carica il pubblico, mentre Ciano sciorina rocciosi riff e la sezione ritmica di Bid e Brian Ancillotti suona poderosa come una corazzata d’acciaio. “Devil Inside” e “Victims Of The Future” vengono accolte in modo molto caldo dai presenti, peccato che costanti problemi tecnici al pedale della batteria perseguiteranno Brian per una buona parte dello show. Nonostante questi problemi, gli Ancillotti non si scoraggiano e continuano a suonare a tutta potenza e con grande impatto “Living For the Night Time” e “Monkey”. Durante il concerto c’è spazio per un brano inedito, “To Hell With You”, che apparirà sul prossimo disco firmato Ancillotti ma che soprattutto viene apprezzato dai presenti. La ballad “Sunrise” ci regala alcuni minuti di emozioni dolci e struggenti, prima che il classico “Legacy Of Rock”, con l’immancabile presentazione della band, riporti la musica su lidi tanto cari ai Saxon. La veloce “Warrior” chiude a suon di heavy metal l’ennesimo concerto adrenalinico degli Ancillotti. Peccato per i noiosi problemi tecnici di cui sopra, ma resta il fatto che la band si è fatta valere.
(Andrea Raffaldini)

GAMMA RAY
La classica “Welcome” manda in delirio il pubblico accaldato del Metal For Emergency, Kai Hansen ed i suoi Gamma Ray salgono sul palco ed attaccano con le note di “Avalon”. Il brano è epico e coinvolgente, il Raggio Gamma appare carico e in buona forma; soltanto il buon Kai, durante le parti vocali più acute, preoccupa a causa della sua voce leggermente rauca ed aiutata da un sacco di effetti al microfono. “Heaven Can Wait” ci fa ballare e scatena grandi cori, il classico immortale dei Gamma Ray è ancora uno dei più amati da metallari vecchi e giovani. Hansen ed Henjo Richter non mancano di deliziarci con i loro proverbiali doppi assoli di chitarra, un marchio di fabbrica che contraddistingue da sempre i Gamma Ray. Lo show prosegue con “Hellbent”, ma sono le note della successiva “I Want Out” a scatenare l’inferno. Il pezzo, risalente agli Helloween, si conferma un vero inno metallico capace di conquistare più generazioni di pubblico. Nessuna pausa, nessun momento di relax, i tedeschi proseguono la loro marcia con la potente “Fight” e l’epica “Dream Healer”, con la voce di Kai che regge senza però fare miracoli. A metà show la sorpresa (anche se, a dire il vero, da qualche ora le voci già giravano): i Gamma Ray chiamano sul palco lo sconosciuto Frank Beck, cantante che prenderà possesso del microfono per la seconda parte dello spettacolo. Beck sul palco appare abbastanza statico, a volte impacciato, forse conscio del peso di suonare con una delle band più famose e longeve del panorama metal internazionale. Vocalmente, il cantante non ci fa impazzire, dimostra sì una discreta preparazione ma non possiede né una timbrica particolare né una particolare tecnica. Ci chiediamo perché, tra i tanti fuoriclasse in circolazione, Hansen e compagni abbiano fatto questa scelta. Un trittico di bordate power metal vengono eseguite: “Rebellion In Dreamland”, “Land Of The Free” e “Man On A Mission” danno la giusta carica per affrontare l’ultima parte del concerto. Con “To The Metal” i Gamma Ray si congedano dal pubblico, prima di tornare per un paio di bis. “Somewhere Out In Space” e “Send Me A Sign” chiudono uno show un po’ atipico, soprattutto per la presenza di Beck, che ancora risulta abbastanza acerbo come frontman.
(Andrea Raffaldini)

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