A cura di Matteo Cereda e Alessandro Corno
Cosa c’è di meglio di chiudere il vecchio anno ed iniziare il nuovo con una bella serata heavy metal? Per i fedelissimi alla causa della nostra musica preferita, On Dead Sound Agency ed Eagle Booking hanno organizzato un capodanno indimenticabile, portando in Italia per la seconda volta Onkel Tom e la sua band. Dopo tutto, quale gruppo meglio degli Onkel Tom avrebbe potuto affrontare una notte alcolica e festaiola come quella di capodanno? E’ bene sottolineare come l’idea di un simile evento abbia riscosso un enorme successo forse addirittura superiore alle attese (si parla di più di quattrocento ingressi), nonostante la Rock n’ Roll Arena di Romagnano Sesia (NO) non sia propriamente a portata di mano. La notevole affluenza deve però aver un tantino spiazzato gli addetti al bar, al punto che in determinati momenti della serata era quasi un’impresa prendere una birra. Questo, qualche problema elettrico durante l’esibizione degli headliner e l’assenza della classica doppietta panettone-spumante sono stati gli unici punti deboli di un metal party all’insegna del divertimento.
Il tutto ha inizio intorno alle 19,30 con un buffet letteralmente spazzato via in men che non si dica dai non ancora numerosissimi presenti ed entra nel vivo con l’esibizione degli Endovein, protagonisti di una buona performance a base di thrash metal, l’ideale per riscaldare l’atmosfera. La band torinese propone un sound tutt’altro che innovativo, ricordando a più riprese le grandi thrash band americane degli anni ’80 (Forbidden in primis). L’ottimo riffing di Paolo e Vincenzo, una sezione ritmica ben assestata e la voce ora maligna ora orientata sulle alte tonalità del singer Stefano, permettono agli Endovein di aprire la serata con uno spettacolo riuscito di cui brani come “Lynched By Fate”, suonata in apertura e “Endless Prophecy”, risulteranno gli episodi più avvincenti. Dopo una breve pausa utile per le consuete operazioni di cambio-palco, arriva il turno dei Lucky Bastardz, nuova realtà piemontese protagonista di hard rock grezzo e sfrontato sulla scia dei maestri Motorhead. Il quartetto originario di Alessandria è assemblato da poco tempo ma dimostra una compattezza invidiabile e supportato da una serie di brani immediati, tra cui spiccano “Reborn Again” e “LBZ Truth”, riesce a coinvolgere all’istante il pubblico in costante crescita all’interno del Rock n’ Roll. Da sottolineare, infine l’apporto del carismatico singer Geppo e la presenza alla sei corde di Paco, già chitarrista dei Secret Sphere. A questo punto la serata si fa ancora più calda con l’ingresso sul palco dei Rain, autentici veterani della scena classic metal nostrana…
RAIN
ONKEL TOM ANGELRIPPER
Signore e signori, il delirio sta per avere inizio. Il progettino parallelo di Tom Angelripper, frontman dei Sodom, è cresciuto col passare degli anni, diventando famoso non solo in Germania ma anche all’estero. I testi in tedesco dei canti popolari rivisti in chiave metal non hanno frenato il diffondersi della musica di questa alcolica compagine, ora a tutti gli effetti un vero gruppo con un nuovo secondo chitarrista e un nuovo album in arrivo. Sono le 23 passate quando "Flaschengeist" da il là al macello più totale sotto al palco. Segue un medley dal secondo album della band, "Ein Tropfchen Voller Gluck", e gli animi si scaldano sul serio. I ragazzi pogano forsennatamente, lanciano birra da tutte le parti e Tom getta benzina sul fuoco provvedendo a riempire di nuovo i bicchieri delle prime file con le scorte di birra della band. Tutti cantano e ‘ballano’ "Immer Wenn Ich Traurig Bin", a memoria uno degli ultimi pezzi ad essere stati riproposti in un clima di quasi normalità. Il proseguo di questa vera e propria festa è in fatti un degenero totale sia fisico che psicologico, guidato dal sempre più proibitivo tasso alcolico. Passa poco tempo quando una birra finisce su un’apparecchiatura elettrica e fa saltare la corrente dell’intero locale… una volta, due volte e persino durante lo scoccare della mezzanotte. I tecnici della band si danno da fare e al gruppo non resta che intrattenere il pubblico facendo cantare i ritornelli dei suoi brani più famosi. L’energia viene più volte ristabilita, e il gruppo prosegue con un sacco di pezzi estratti dal primo e inarrivabile "Ein Schoner Tag", quali "Diebels Alt", "Trink, Trink, Brüderlein trink", "Delirium" (a tutti gli effetti) e la spettacolare "Schnaps, Das War Sein Letztes Wort". C’è spazio anche per il tributo al deceduto dsinger degli AC/DC, Bon Scott, con "Bon Scott" e per qualche brano dall’imminente nuovo album, come la divertentissima "Ein Heller Und Ein Batzen", di sicuro un futuro must nelle scalette, e "Nunc Es Bibendum". Il pubblico nel frattempo ha preso via via il controllo del palco, saltando, bevendo e cantando al fianco dei ragazzi della band, al punto che per loro è diventato quasi difficile gestire i propri strumenti e lo stesso Tom canta relegato sul fondo dello stage. Il mitico medley presente su "Ein Schoner Tag" e la successiva "Caramba Caracho Ein Whisky" danno il colpo di grazia, con la platea che, ormai fuori controllo, si svuota e si riversa sul palco. Il concerto è apprezzato soprattutto dai fan del gruppo, mentre chi non conosce la band non pare dello stesso avviso, ritrovandosi a seguire uno show in cui alcuni ragazzi campeggiano bellamente dietro ai microfoni secondari, grugnendo, urlando e incitando i loro amici a fare altrettanto proprio mentre il gruppo sta suonando. In effetti alla lunga queste manie di protagonismo appaiono esagerate e il divertimento non è più quello di inizio concerto, sebbene nel finale arrivi la solita immancabile "Es gibt Kein Bier auf Hawaii". La prestazione del quintetto si chiude con litri di birra sul pavimento, qualche articolazione dolorante, abbracci, auguri e strette di mano generali. Una bella festa insomma, solo parzialmente rovinata dai black out e dal comportamento a volte eccessivamente su di giri di alcuni ragazzi.