19/08/2004 - METALCAMP 2004 @ Tolmin - Tolmin (Slovenia)

Pubblicato il 06/10/2004 da

Il temporale estivo più violento dell’anno ha deciso di abbattersi con tutta la sua forza (grandine compresa) nei due giorni del Metalcamp 2004 di Tolmino, in Slovenia. Il luogo è a dir poco spettacolare: si tratta di un paesino piccolo, ma attrezzato piuttosto bene per quanto riguarda il mangiare ed il bere, che è situato in una stretta conca sotto le montagne, una propaggine delle pre Alpi Giulie. Il palco principale del Metalcamp si trova incuneato in un bosco, ma lo spazio antistante è libero e piuttosto ampio. Tutto attorno, gli alberi sotto i quali moltissimi metalhead si sono accampati alla meno peggio con le tende. C’era tantissima gente proveniente da tutte le parti del centro-est Europa: italiani (anche dal sud!), croati, sloveni ovviamente, ungheresi, polacchi e poi tantissimi austriaci e tedeschi. L’atmosfera è stata sempre ‘calda’ nonostante il diluvio universale che non è riuscito a spegnere la foga del pubblico, che ha goduto di un concerto nel complesso più che discreto, con qualche inevitabile sorpresa e delusione. L’organizzazione, per quanto riguarda la sistemazione del Metalcamp, è stata quasi perfetta, con l’enorme parcheggio ed uno spazio appena sufficiente per le tende. Per quanto riguarda invece l’organizzazione del concerto ci sono state cose molto buone e altre meno, ma anche qui le condizioni atmosferiche, sempre influenti, hanno detto la loro. Il Metalcamp è dotato anche di un secondo stage, più piccolo ma situato in una posizione suggestiva: ai margini del bosco e vicino allo scorrere del fiume. E vedere un gruppo con il fiume Isonzo in piena a qualche metro faceva la sua bella impressione, ci sarebbe voluto qualche gruppo con una musica più ispirata dalla Natura per aumentare l’atmosfera, ma il grosso delle band che si sono esibite sul piccolo palco erano prevalentemente death/grind o true black.

AAVV

Per colpa, come sempre, anche del tempo, l’arrivo al Metalcamp è avvenuto in ritardo di qualche ora (abbiamo perso, tra le altre, l’esibizione dei MNEMIC), mossa che ha evitato a chi scrive di prendersi un autentico nubifragio come ‘benvenuto’ nel catino di fango del Metalcamp. Per buona parte del concerto dei power metaller BRAINSTORM, l’occupazione principale è stata trovare un posto senza una pozzanghera o un metro di fango dove mettere la tenda. Ad ogni modo, il giudizio parziale per i Brainstorm è tutto sommato positivo: una band che sa stare sul palco con discreta disinvoltura, ma che non ha nella propria faretra quel tocco in più o quelle canzoni capaci di coinvolgere tutti i presenti. Bisogna fare due osservazioni sul pubblico del Metalcamp: di certo l’astrazione era di metal estremo, ma è pur vero che parecchi popoli non si fanno problemi ad abbracciare tutti i generi del calderone metal, cosa che in Italia è abbastanza difficile da trovare.

Dopo i Brainstorm, ecco di nuovo i FINNTROLL che qualche mese fa avevano già presenziato in terra slovena. Il soundcheck è stato in pratica fatto al volo, e le prime tre canzoni (soprattutto la prima) sono state penalizzate da suoni in fieri e dai volumi errati. Ma poi tutto si è aggiustato, e il pubblico ha potuto godere di uno spettacolo più che ottimo. Il responso è stato grande, non infiacchito dal temporale che ricominciava a farsi sentire sui presenti. I Finntroll hanno fatto un figurone anche se sono sembrati più estroversi e trascinanti quando si si sono esibiti in un club a Lubiana, in primavera… ad ogni modo, la loro simpatia e la loro musica coinvolgente hanno lasciato il segno. Il palco del Metalcamp non sarà quello dei vari Gods Of Metal, ma qui i suoni erano buoni e nessuna band è stata penalizzata oltre i primissimi brani suonati, e meglio è del resto avere un cattivo suono solo all’inizio di una performance che ascoltare un concerto con i volumi che non sono MAI regolati bene.

Molto bello il concerto dei finlandesi SENTENCED, che hanno rispolverato parecchi brani vecchi, da “Bleed” di “Down” a “New Age Messiah”, del capolavoro “Amok”. Non male nemmeno la prestazione del frontman anche se non proprio impeccabile e dal non troppo evidente carisma (a parte la sua mole di due metri…). Atmosfera, grinta e perfezione: queste le carte messe in tavola dai finlandesi. Ma l’attenzione più grande oggi non tocca a loro, bensì agli Hypocrisy.

Il loro show è stato davvero emozionante, durante il quale è piovuto giù il cielo intero, ma molti sono stati i temerari sotto al palco nonostante il freddo, la pioggia, il fango e un clima autunnale piuttosto che estivo. Sfiorare la perfezione non è da tutti, ma è nella sfera del possibile per gli HYPOCRISY, band glaciale, marziana e che si muove con meccanismi automaizzati ed infallibili. Da ricordare assolutamente lo spettacolo visibile, non tanto della band svedese quanto delle bellissime luci usate durante il loro show: verdi, viola, blu…in un gioco di colori che ha colpito i presenti. A questo aggiungeteci una scaletta di tutto rispetto con tutti gli hit della band e tirate le somme: un successo ineguagliabile. Giustamente tutta la gente era per loro, i migliori della giornata anche per chi non è uno sfegatato fan di questi svedesi.

Il maltempo ha invece risparmiato DANZIG e la sua band di indemoniati. Purtroppo, nonostante l’importanza del personaggio in questione, bisogna dire che lo spettacolo dei Danzig e di Glenn in particolare è stato una delusione. Si è vista una band priva di verve, stanca, che si è limitata a svolgere il proprio compitino. Sarà colpa dei brani non esaltanti dell’ultimo periodo della carriera dei Danzig, sarà perché le canzoni del nuovo ed imminente album non hanno la forza di spostare questi equilibri, sta di fatto che anche Glenn ha deluso, e questo non era preventivato. Ha dato tanto il buon Glenn e, seppure sia riuscito a finire indenne il concerto, la voce non è più quella di una volta. Almeno è stata suonata anche “Mother”, una canzone un capolavoro, mentre per il resto hanno finito con l’annoiare anche per colpa della forse eccessiva durata dello spettacolo, pur essendo loro gli headliner.

Non a caso, quando hanno iniziato a suonare i NOCTIFERIA, molti compreso chi scrive avevano già lasciato il concerto, preoccupati per la sorte delle proprie tende a notte ormai inoltrata. Peccato, la formula di far suonare una band minore dopo gli headliner non è stata una mossa troppo felice. Peccato per i Noctiferia, ottimo gruppo extreme metal sloveno, il migliore. Mentre sul palco piccolo si esibivano i ‘nostrani’ ANCIENT

Scherzo del destino, il giorno dopo, il secondo e ultimo del festival, al mattino c’è stato quasi bel tempo, ma poco prima dell’inizio della seconda giornata si è abbattuta una vera e propria tempesta con una violenta grandinata. Inevitabili i disagi, i ritardi, le ennesime cancellazioni e modifiche dei programmi della giornata. La gente ha anche iniziato ad accusare il colpo e molti erano già spazientiti dopo aver ricevuto la notizia che i tanto attesi DARK FUNERAL non sarebbero venuti. In questa giornata l’oganizzazione ha mostrato un po’ di punti deboli e si è resta protagonista di episodi non troppo piacevoli nei confronti di alcuni gruppi non sloveni, penalizzati in favore dei musicisti locali; ad ogni modo, secondo la ricostruzione di alcuni presenti, le colpe evidenti non andrebbero attribuite ai veri organizzatori, i ragazzi di Master Of Metal, bensì a quelli locali, abituati solitamente ad altri generi di festival e che nell’ultima giornata hanno deciso di fare un po’ le cose a modo loro. Il diluvio è durato parecchio e sono stati cancellate le performance di alcune band.

Per ‘scaldare’ un po’ gli infreddoliti e desolati (ma sempre molti) presenti, gli EKTOMORF sono certamente stati i più indicati a riaprire il sipario del Metalcamp. Tempestiva la loro comparsa non tanto per la qualità (la band ungherese scimiotta un po’ troppo i vecchi Sepultura) ma per via della loro musica contagiosa e con un po’ di energia. Prestazione abbastanza positiva per gli Ektomorf quindi, anche per i fattori extra dettati dalla situazione contingente.

Di maggior spessore i DEW-SCENTED, band dedita ad un death metal di matrice scandinava, più violento che melodico. Bravi, anche se alla lunga le canzoni non sono riuscite a differenziarsi troppo e il loro show ha finito col sembrare sì d’impatto, ma un po’ troppo omogeneo. La prestazione positiva, ad ogni modo, non si discute neanche nel caso di questa band.

Difficile che al mondo esista un fan di VINTERSORG che accetta in blocco tutta la discografia dell’artista svedese! Da un metal folk con chiari influssi black melodici, il nostro ha spostato radicalmente il target della propria musica arrivando ad un cambio radicale di tematiche, atmosfere e stile sino ad avvicinarsi al progressive metal. Vintersorg, così come i Sentenced, è stato bravo a capire che rispolverare i vecchi brani sarebbe stato un colpo di genio vista la ‘natura’ del pubblico presente al Metalcamp e così, contro un po’ ogni previsione, ha regalato al pubblico uno spettacolo davvero bello, ha coinvolto la gente ed è stato ben ripagato perché canzoni come “Till Fjalls” venivano cantate a pieni polmoni da molti presenti, sottoscritto incluso. Chi si aspettava di veder salire sul palco un vichingo si è invece trovato davanti un ragazzo normale e vestito in modo sbarazzino e assolutamente non riconducibile alla ‘moda’ metal, eppure quando Vintersorg inizia a suonare vien fuori tutta la sua classe: le canzoni nuove e vecchie anche se sono diversissime, dal vivo sembrano essere meno eterogenee rispetto alla versione in studio. Soprattutto, Vintersorg è un cantante eccelso con una voce bella e particolare che non perde un colpo; vien proprio voglia di vederlo all’opera in qualità di singer dei Borknagar! I cantanti dei Sentenced e dei Katatonia, anche se più blasonati, sono usciti sconfitti dal duello tutto canoro con l’ex ‘folletto’ nordico. Purtroppo chi scrive si è perso lo spettacolo degli APOCALYPTICA, per molti presenti i migliori della giornata. La colpa è stata della fame che attanagliava molti presenti, della scaletta assolutamente non rispettata dal palco rispetto ai tempi prestabiliti…

Così si deve passare a parlare direttamente dei PRIMAL FEAR, gran bella realtà heavy/power capace di coinvolgere gli amanti del genere e di divertire i presenti con una prestazione buonissima e piena di carica positiva.

Ma puoi fare il miglior concerto nelle tue possibilità, che tutto viene spazzato via in un istante se dopo di te si presentano sul palco i ‘kings of thrash’, i DESTRUCTION! La quintessenza del metal in tutti i sensi. Devastanti, perfetti, dei veri macellai pensando che sul palco sono solo in tre, assurdo! Ennesimo concerto fantastico di questa band che ha saputo dare un grandissimo contributo alla scena con il proprio ritorno, così come lo aveva dato quindici anni fa. A proposito, un gruppo che inizia il concerto con un brano che ha quasi vent’anni è da adorare e basta! Tutti i capolavori dei tre tedeschi sono stati eseguiti con passione, forza, convinzione. Alla fine hanno ringraziato moltissimo il pubblico, che in quella nazione ha sempre ricevuto un grandissimo affetto incondizionato. Purtroppo il rapporto tra questa band ed il nostro paese è ben diverso… Invidia? Anche.

Al confronto i KATATONIA sembrano degli zombie. A parte gli scherzi, i Katatonia, headliner della serata, hanno fatto una figura affatto negativa, grazie anche a suoni davvero buoni (discorso che comunque si può allargare a tutti i gruppi che hanno suonato in questo Metalcamp) nonostante la loro tenuta del palco in quanto a personalità sia davvero nulla rispetto a quella di altre band che si sono esibite nella stessa giornata. L’ora tarda, la distruzione fisica, il freddo e le canzoni un po’ troppo sonnolente da suonare a notte già inoltrata non hanno aiutato i Katatonia, che hanno così visto diminuire sensibilmente le presenze sotto il palco. E, nel frattempo, la notte veniva insanguinata dalle note bestiali provenienti dal suggestivo secondo palco, grazie alla prova dei BELPHEGOR e da gruppi death/brutal sloveni dotati di una discreta personalità. In conclusione, nonostante la notte da tregenda ma grazie anche al divertimento del caos che ne è derivato, il Metalcamp è risultato un’esperienza da ripetere anche la prossima edizione, sperando in condizioni atmosferiche più clementi che non mettano più in difficoltà l’organizzazione. Arrivederci al prossimo anno!

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