Report a cura di Edoardo De Nardi
Fotografie di Enrico Dal Boni
La seconda data italiana dello sterminato WorldWired Tour trova il suo teatro a Milano, nella capiente location dell’Ippodromo Snai di San Siro, Milano, stipato in ogni suo ambiente per questo show dalle vendite record al botteghino: quasi quarantottomila persone, infatti, sono accorse al richiamo di Hetfield e soci, frantumando ogni primato di vendita per quanto riguarda la storia concertistica dell’Ippodromo e regalando uno spaccato davvero suggestivo come cornice a questo evento così sentito ed atteso. La presenza per i Metallica in veste di headliner al Milano Summer Fest suona quantomeno ironica, viste le condizioni meteo che hanno funestato la serata ma, senza alcun segno di cedimento, la macchina heavy metal americana ha continuato a macinare senza lesinare energia ed emozioni, per un concerto nel suo complesso tanto ‘sofferto’ quanto entusiasmante. Perdendoci sfortunatamente gli opener Bokassa nel traffico milanese, arriviamo puntuali per lo spettacolo dei Ghost, scelti dai Metallica come compagni di tour a riprova del grande apprezzamento mostrato verso gli svedesi e la loro musica; ed è proprio da qui che parte il nostro report…
GHOST
Si potrebbe pensare che la luce del giorno non si addica alla musica tenebrosa dei Ghost, più consoni sicuramente ad un ambiente chiuso che non ad una situazione dispersiva come questa, ma un cielo plumbeo e minaccioso ci mette del suo nel trasformare l’atmosfera generale in una sorta di giorno del giudizio perfettamente decantato da Cardinal Copia e dalla band, che non fatica a trovare una propria dimensione sul palco dopo ben poco tempo. L’esperienza maturata on stage è ormai consolidata da numerose date in giro per il mondo e gli intoppi tecnici legati al suono dei primi momenti non sembrano intaccare il carisma magnetico che si sprigiona direttamente dal palco. In maniera quasi inattesa, Tobias Forge si dimostra da subito mattatore della già numerosa folla, donando un carattere per certi versi liturgico che calza in maniera del tutto naturale alla sua performance e all’immaginario a cui i Ghost hanno abituato il mondo della musica e dello spettacolo, riuscendo nel non facile compito di attirare l’attenzione di un pubblico sicuramente perlopiù ignaro della loro musica. Per fare questo, si abbonda in scaletta con gli estratti dall’ultimo “Prequelle”, già molto delicato in quanto a sonorità nella sua versione studio e ben riproposto nella sua versione live. Cercando di non considerare un volume generale quasi non percettibile già a poca distanza dal palco (problema questo che affliggerà purtroppo anche la performance degli headliner), è piacevole seguire i raffinati intrecci delle chitarre e le fantasiose costruzioni melodiche messe in mostra dal gruppo, che fortunatamente non disdegna qualche sterzata più rocciosa anche nel suo passato più heavy e donando, nel poco tempo a disposizione, uno spaccato piuttosto esauriente circa tutte le sfaccettature che i musicisti mascherati sanno dare alle loro canzoni. Una prima, leggera pioggia saluta le ultime battute di una prestazione complicata per i Ghost, inseriti in un contesto decisamente frenetico, ma capaci comunque di far valere la loro personalità sui generis anche in questo caso. Sufficienti, in attesa magari di approfondire il giudizio in un’eventuale data da headliner e con un impianto audio all’altezza.
Setlist:
Ashes
Rats
Absolution
Ritual
From The Pinnacle To The Pit
Faith
Cirice
Miasma
Year Zero
Mummy Dust
Dance Macabre
Square Hammer
METALLICA
Pochi minuti di ritardo in scaletta, ed ecco che nel clamore generale suscitato dal genio musicale di Morricone e della sua “The Ecstasy Of Gold”, i Metallica guadagnano il palco in grande fretta sulle note di “Hardwired”, prima scheggia preparata per penetrare in mezzo al pubblico. Inevitabilmente, la prima sensazione è di grande disagio rispetto ad un impatto sonoro amorfo, indefinito e ad un volume ridicolo, se si considera la location scelta per la serata: l’entusiasmo dei primi minuti lascia spazio infatti, dopo poco, ad un generale smarrimento, che viene fortunatamente recuperato già nel mix della successiva “The Memory Remains”, brano piuttosto insolito in scaletta che viene apprezzato invece con trasporto fino alle sue battute finali, dove il coro dei presenti continua a scandire il refrain della canzone accompagnato dal solo charleston di Lars Ulrich prima della ripresa finale da parte di tutta la band. Nonostante il freddo e la pioggia sempre più battente, il ghiaccio inizia a sciogliersi ed è Hetfield ad interagire con la sua Metallica Family, presente numerosa per sentire vecchie e nuove canzoni della band. Presto accontentati i fan più integerrimi dei primi tempi, che hanno modo di esaltarsi sulla bruciante “Ride The Lightning” e sulle melodie vocali insidiose di “The God That Failed”, introdotta dalle dita potenti di Trujillo sul suo basso ed accompagnata da suoni che iniziano finalmente a farsi grossi e massicci, prima che l’intero Ippodromo rimanga incantato da “The Unforgiven” e dalla realizzazione fantastica che in questa occasione i Metallica regalano di questa traccia, sicuramente uno degli highlight per molti dei presenti. “Here Comes Revenge” e “Moth Into Flame” si susseguono sul palco (con clamoroso scivolone di Kirk Hammett al termine del suo assolo!), brani freschi e più recenti che infiammano le masse, sintomo evidente delle buone impressioni che l’ultimo “Hardwired… To Self-Destruct” ha suscitato nei fan degli americani, che prediligono proprio questo album e “Metallica” in quanto a numero di canzoni proposte. E’ il momento infatti di “Sad But True”, che tuona talmente potente da aprire definitivamente uno squarcio sul cielo di Milano per riversare un nubifragio su tutta la platea e persino sul palco: non prevedendo la struttura infatti alcuna tettoia, ben presto Kirk e compagni si ritrovano completamente zuppi, elemento che crea in realtà un legame ancora più forte tra musica, pubblico e musicisti, in un’unica inscindibile esperienza per tutte le parti. Il colpo di grazia, per così dire, lo dà la riuscitissima cover di “El Diablo” dei Litfiba, eseguita da chitarra e basso/voce con un’energia che unisce l‘Ippodromo in un unico, folle grido. Persino “St.Anger”, a distanza di oltre quindici anni dalla sua discussa uscita, riesce a regalare una performance particolarmente sofferta per Hetfield, forse memore del fosco periodo legato alle gestazione di quell’album, non stonando poi troppo col trittico “One” / ”Master Of Puppets” / ”For Whom The Bells Tolls” che manda letteralmente in estasi gli astanti e cita nel giro di pochi minuti alcuni degli album più belli ed iconici della storia del metal. A ben vedere, dispiace constatare la poca perizia tecnica che emerge talvolta sopratutto dalle partiture di batteria, capaci di mandare in confusione il resto della band e rendere poco precisi stacchi e stop’n’go, elementi essenziali nel sound generale dei quattro di San Francisco, sporcati fin troppo dalla imprecisione e dall’approssimazione di Ulrich, ma gestiti con grande professionalità dagli altri musicisti. A parte questo, non ci sono più limiti ormai, niente da perdere e da fare nel diluvio generale, se non lasciarsi andare e cantare a squarciagola “Creeping Death” e “Seek & Destroy”, falso finale prima di continuare ad emozionarsi e sognare con “Nothing Else Matters” ed “Enter Sandman”, canto del cigno per Milano, ma solamente un’introduzione per il prossimo appuntamento meneghino già promesso da Ulrich a fine concerto, che ricorda al microfono la sua prima volta nel capoluogo lombardo di spalla ai Venom, oltre trentacinque anni fa! In sostanza, nemmeno un impianto non all’altezza riesce a scalfire la corazza del carrarmato americano; nemmeno una pioggia incessante può spegnere l’ardore e l’affetto del suo pubblico; niente ormai potrà mai contrastare l’egemonia dei Metallica ed il fenomeno culturale di massa a loro collegato, basato però su una abnegazione, una qualità ed una perseveranza assolutamente secondi a nessuno.
Setlist:
The Ecstasy of Gold (Ennio Morricone – Intro)
Hardwired (Intro)
Hardwired
The Memory Remains
Ride The Lightning
The God That Failed
The Unforgiven
Here Comes Revenge
Moth Into Flame
Sad But True
Halo On Fire (più soli di Kirk Hammett e Rob Trujillo con la cover di ‘El Diablo’ dei Litfiba)
St. Anger
One
Master Of Puppets
For Whom The Bell Tolls
Creeping Death
Seek & Destroy
Lords Of Summer
Nothing Else Matters
Enter Sandman