- MGLA + IN TWILIGHT’S EMBRACE + ODIUM HUMANI GENERIS @ Slaughter Club - Paderno Dugnano (MI)

Pubblicato il 10/09/2022 da

Report di Simone Vavalà
Foto di Monica Ferrari

Serata delle grandi occasioni in ambito black metal, con il ritorno dei Mgla, paladini ormai incontrastati di quella peculiare “zona nera” che racchiude un pubblico ormai disparato. Dai difensori dell’underground senza compromessi, rassicurati dalla fedeltà della band polacca alla No Solace così come dal loro disinteresse verso qualsivoglia forma di promozione, agli hipster incuriositi dall’aura misteriosa e da un sound tutto sommato più orecchiabile rispetto ad altre band, passando per i ‘semplici’ amanti del genere, appartenenti ormai a diverse generazioni.
Li si ami o li si odi, non ci sono comunque dubbi su come i Mgla rappresentino un consolidato ‘punto zero’ del black metal contemporaneo, uno spartiacque sulla bocca di tutti e che, da queste parti, non suonavano in un piccolo locale al chiuso da quasi otto anni – e sappiamo per esperienza come le loro esibizioni guadagnino tantissimo in situazioni come questa.
Da quel lontano tour con i One Tail One Head, è passata parecchia acqua sotto i ponti, e come da premessa il successo arriso in questo periodo ha portato una folla di spettatori notevole, che ci spinge ad alcune osservazioni dal punto di vista organizzativo, anche raccolte parlando con altri spettatori a fine serata.
Partiamo dalla coda che si è venuta a creare fin dall’apertura dei cancelli, con una gestione dei tesseramenti al circuito ACSI decisamente da rivedere; sempre in fase di ingresso, diverse persone hanno lamentato l’impossibilità di pagare tramite POS, e al di là della necessità di riorganizzarsi, anche questo non ha favorito un ingresso veloce e comodo… ingresso che comunque è diventato, per molti, una battaglia quasi persa in partenza a partire dalla seconda band se si desiderava poter andare sotto al palco o almeno godere appieno dello spettacolo.
Non ci siamo mai trattenuti dallo sgomitare, ma il locale era oggettivamente troppo affollato e soffocante, e a tratti la fila per bere e mangiare è diventata disarmante (una sola cassa e una sola persona a spillare birre per diverse centinaia di spettatori non è proprio il massimo).
Tutto invivibile e inumano, quindi? Stiamo invecchiando male e troppo comodi? No, ci mancherebbe. La musica ha parlato per sé e ha garantito una serata di assoluto valore. Le critiche più sopra vogliono essere solo uno stimolo a un locale che ci ha spesso garantito di assistere a ottimi concerti con band non proprio fatte per far cassa, così come a un promoter che, parimenti, merita apprezzamento per il roster di band e l’impegno nel portarle dalle nostre parti, con il valore aggiunto di essere una persona che nella scena vive e respira assieme a noi.
Ma nel nostro piccolo siamo fan e spettatori da diversi lustri, abbiamo vissuto situazioni ben peggiori e più deprecabili, e proprio per questo ci pare giusto sottolineare cosa riteniamo che possa migliorare in ambiti che sentiamo a noi affini, in cui sappiamo che basta poco per sentirci parte di un mondo che vive questa passione all’unisono.

ODIUM HUMANI GENERIS
Tocca alla band di Łódź l’onere di aprire questa serata tutta polacca, e i quattro non si fanno certo pregare. A parte il monicker accattivante, gli Odium Humani Generis dimostrano di aver assimilato al meglio la lezione degli headliner, facendo delle chitarre gemelle pronte a sdoppiarsi in ipnotici armonici il proprio punto di forza. Rispetto ai Mgla non ci sono maschere, l’estetica è più legata a quella del black metal dei tardi anni Novanta (petto nudo e facce truci), ma il sound è decisamente quello che ha portato la Polonia al centro dell’attenzione sulla scena ormai da diversi anni: ossessività e misantropia a palate, ritmiche cupe e quell’approccio sulla sei corde già descritto e ormai iconico.  Con forse solo un piccolo difetto: rispetto a quanto percepibile sull’album e sull’EP finora pubblicati, in sede live la band tende un po’ a perdere in dinamismo, con un sound efficace ma un po’ troppo costante, che inevitabilmente mostra un po’ il fianco quando il grosso dei brani è fatto da cupi midtempo. Comunque un antipasto di classe.

IN TWILIGHT’S EMBRACE
Abbandonate da anni le sonorità metalcore, la band di Poznań schiaccia decisamente di più l’acceleratore nel tentativo di coinvolgere il pubblico, optando ovviamente per estratti dalla loro seconda vita, puramente black metal. Il grosso del concerto è incentrato sul recente “Lifeblood” e paradossalmente, nonostante sia probabilmente il loro disco più ‘meditativo’ e lento, l’alternanza con brani più vecchi, cattivi e veloci (ma anche più ignoranti nell’approccio, diciamocelo!) fa sì che, appunto, scaturisca un diverso coinvolgimento del pubblico. Le repentine accelerazioni e il riffing più selvaggio, quasi di scuola svedese in certi momenti, offrono una prestazione decisamente quadrata, ben adatta a non fare prigionieri. La loro ora di esibizione quasi si dilata percettivamente a seconda dei momenti, anche grazie al discreto carisma del cantante, che riesce a scaldare ancor di più la rovente atmosfera dello Slaughter.

MGLA
L’attesa si è fatta ovviamente sempre più spasmodica di minuto in minuto in attesa dei quattro incappucciati, al punto che già durante il soundcheck qualcuno ha lanciato grida di entusiasmo; quando il concerto dei Mgla ha avuto infine inizio, la reazione generale è stata euforica, una sorta di catarsi dal sapore quasi mistico, in cui la maggior parte del pubblico ha cercato di smarrirsi nelle atmosfere plumbee, nichiliste e disarmanti della band di Cracovia (e così, abbiamo finito con le note geografiche).
La scaletta è la stessa che abbiamo potuto sentire nei vari open air di questa estate, ma come detto nell’introduzione, poter ascoltare i Mgla al chiuso assume tutto un altro sapore; e davvero il culto che li avvolge da tempo dimostra di essere meritato, e non frutto solo di vacuo hype.
A parte due iconici estratti da “Mdłości” e “With Hearts Toward None”, sono gli ultimi due album a farla da padrone, con il pubblico quasi estatico durante un paio di brani provenienti dal loro indiscusso capolavoro – ovviamente parliamo di “Exercises In Futility”.
M e Darkside confermano di essere un sodalizio creativo quasi senza pari nel genere, e di reggere benissimo anche dal vivo; dietro le pelli il lavoro è apparentemente misurato, eppure mostruoso, mentre il frontman – coadiuvato a dovere dai due turnisti – dispensa momenti da brivido sia con la sua voce abrasiva che alla sei corde.
Chiudere con l’ultimo brano di “Age Of Excuse” ci era parsa una mossa un po’ peculiare anche nell’ultima esibizione a cui abbiamo assistito, più che altro per il rischio di calo di ‘tensione’ dopo aver suonato la strepitosa “Exercises in Futility V”, ma è giusto ricordare che i Mgla suonano un black metal così vicino alla purezza per cui suono, estetica e parole hanno un legame indissolubile; inevitabile, quindi, concludere l’esibizione riprendendo la chiusura (attuale) del loro stesso percorso esistenziale e tematico, in attesa di vedere se sapranno confermare il loro inseguimento al trono del genere. Noi crediamo sempre più di sì.

Setlist:
Age Of Excuse II
Exercises In Futility I
Exercises in Futility IV
Mdłości II
Age of Excuse V
With Hearts Toward None I
Age of Excuse IV
Exercises in Futility II
Exercises in Futility V
Age of Excuse VI

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