A cura di Luca Pessina
Ennesimo tour europeo per i Misery Signals, nuovi paladini del metal-core più elaborato e progressivo. Sull’onda del buon successo che sta riscuotendo "Controller", il quintetto nordamericano ha infatti deciso di imbarcarsi in una nuova serie di date europee da headliner. Come supporto, i britannici Your Demise, band dal taglio più prettamente hardcore che in sede live sta rapidamente diventando una vera garanzia. Abbiamo seguito per voi la data londinese del tour…
YOUR DEMISE
Anche se da poco reduci da un cambio importante di lineup – il frontman George Noble è stato sostituito dall’ex Centurion Ed McRae – gli Your Demise questa sera hanno dimostrato di non aver perso un briciolo di quell’impatto, di quell’affiatamento e, soprattutto, di quella ignoranza che li hanno contraddistinti sin dagli esordi. Certo, MCRae è un ragazzo minuto e, di conseguenza, a livello di presenza scenica è un po’ limitato, tuttavia la voce non gli manca, nè tantomeno l’esperienza necessaria a coinvolgere il pubblico nelle classiche pratiche da concerto hardcore. I fan hanno infatti risposto molto bene allo show del quintetto, trasformando l’Underworld in una bolgia infernale di moshpit, stage diving e circle pit sin dalle prime battute della performance, la quale è stata chiusa da una grandiosa riproposizione del singolo "Burnt Tongues", che ha visto sul palco anche Karl Schubach dei Misery Signals come seconda voce.
MISERY SIGNALS
Dall’hardcore vagamente metallizzato degli Your Demise alle trame ricercate e progressive dei Misery Signals il passo non è brevissimo, ma questa sera il pubblico a quanto pare è di mentalità aperta, tanto che quando i cinque ragazzi nordamericani arrivano sul palco, sembra quasi che tutti gli astanti siano arrivati qui solo ed esclusivamente per loro. Davvero un grande successo quello riscosso dai Misery Signals questa sera, che spesse volte sono costretti a suonare in un angolo del palco, dato che dalle prime file continuano a piovere stage divers e fan completamente invasati che occupano tutto lo spazio disponibile. Il quintetto rimane on stage per circa un’ora e ripropone in maniera impeccabile buona parte dell’ultimo "Controller" più vecchie hit come "Five Years", "The Failsafe" e "The Year Summer Ended in June"… quest’ultima, per chi scrive, apice emotivo dell’intera serata. Febbricitante e un pochino sovrappeso, Schubach ha lasciato che fosse il pubblico a urlare i versi nelle parti più concitate, tuttavia nel complesso tale scelta non ha inficiato la riuscita della performance. Del resto, a concerti di stampo hardcore tale pratica è molto diffusa e, anzi, fa anche piacere vedere come il pubblico sappia a memoria le parole e diventi parte attiva dello show. Ci si è divertiti, insomma, e, dal canto loro, i Misery Signals hanno fatto un’ottima figura. Non solo musicisti di gran classe in studio, ma anche una live band solida e affiatata. Per quanto ci riguarda, meriterebbero molto più successo e considerazione.