Report a cura di Valentina Mevoli
Fotografie di Francesco Castaldo
Quando a maggio è stato annunciato lo Special Vintage Show dei Moonspell era ben chiaro a tutti, fin dal primissimo istante, che questo non sarebbe stato solo un altro concerto, ma bensì l’Evento. Lo show che tutti i fan, quelli che hanno imparato a conoscere la band negli anni, ma soprattutto coloro che hanno seguito il quintetto portoghese fin dagli inizi, non si sarebbero mai lasciati sfuggire. Il 2016 è l’anno del ventesimo anniversario di un capolavoro quale “Irreligious”, pietra miliare che segna l’evoluzione di un certo tipo di metal. I Moonspell fanno ai fan italiani un regalo graditissimo, uno show esclusivo che riporta tutti indietro di vent’anni e dà vita ad atmosfere che si nutrono sì di nostalgia, ma soprattutto dell’incredibile forza d’attrazione che va a crearsi fra una band che trasuda carisma ed entusiasmo e un pubblico che sembra rapito da ogni gesto, da ogni singola nota. Questa data sui generis ha tutto il sapore di qualcosa di grandioso e va a inserirsi nel bel mezzo della nuova tranche del tour Road To Extinction. A salire sul palco del Live Music Club di Trezzo Sull’Adda prima dei Nostri, ci sono gli Eleine, band symphonic metal svedese che prende il nome proprio dalla sua affascinante frontwoman e che purtroppo non riusciamo a seguire in toto, e gli ormai esperti italiani The Foreshadowing.
THE FORESHADOWING
Purtroppo, per questioni logistiche, arriviamo quando i The Foreshadowing hanno appena iniziato. Il Live Music Club non si è ancora riempito, il pubblico arriva alla spicciolata. La band capitolina è in promozione di “Seven Heads Ten Horns”, l’ultimo album uscito ad aprile. Contraddistinta da suoni gothic-doom avvolgenti e ipnotizzanti, la band offre agli astanti uno spettacolo decisamente convincente, complice una selezione di brani ben equilibrata, che, nonostante dia giustamente maggiore spazio all’ultima release, coinvolge tutti e quattro gli album che compongono la discografia di questi ragazzi di Roma. Si parte con “Fall Of Heroes”, tratto dall’ultimo lavoro, passando per “The Forsaken Son” da “Second World” e “Havoc”, brano estremamente carico di pathos. La calda voce del frontman Marco Benevento pian piano riesce a scaldare il pubblico, impresa non delle più semplici, specie in serate come questa in cui quasi la totalità dei presenti è in trepidazione per ciò che ci sarà poi. I The Foreshadowing riescono nel loro intento e si fanno anche meritatamente apprezzare, grazie a uno show elegante e al tempo stesso emotivo, che si fonda sulla solidità di un’impeccabile esecuzione tecnica.
MOONSPELL
Quando calano le luci ed è il momento del cambio palco, l’adrenalina si fa altissima. Avete presente come ci si sente pochi secondi prima di scartare un regalo inatteso? Di quelli di cui conosci il mittente e sai che sa come farti felice? Ebbene, le emozioni che aleggiano nell’aria sono proprio quelle: curiosità, eccitazione, impazienza, aspettativa. Della scaletta poco si sa prima dell’inizio. Certo, è il ventesimo anniversario di “Irreligious”, ma cos’altro hanno pensato per noi i cinque portoghesi? Quale sorpresa hanno in serbo per il pubblico italiano? Alle 22 l’attesa termina e lo show ha inizio. Ci ritroviamo noi e la gigantesca luna che fa da scenografia. Poi partono le prime note ed è subito “Wolfshade (A Werewolf Masquerade)”. L’abbiamo riconosciuta tutti, non ha bisogno di presentazioni: è il brano che apre “Wolfheart”, album del 1995. In quell’istante il pubblico del Live Music Club viene condotto in un viaggio spazio temporale dall’inconfondibile richiamo dei lupi. Quando inizia “Love Crimes” è un’esplosione, ora ne siamo certi: stiamo assistendo alla mise-en-scène dell’intero “Wolfheart”. Eppure, questa è ben lontano dall’essere solo un’operazione nostalgia. I lusitani sul palco sono guidati da una forza invisibile ma palpabile ed eseguono ogni singolo brano con un entusiasmo così genuino e un’intensità tale da spazzare via gli oltre venti anni che ci separano da quella che fu la prima volta. Le sonorità folk di “Ataegina” sorprendono qualcuno. Il brano, infatti, nella prima edizione del disco era stato inserito solo come bonus track della versione digipack, per poi entrare a fare parte ufficialmente dell’album con la ristampa successiva. L’incredibile voce di Ribeiro ci accompagna in questo viaggio fra tenebre e suggestioni, di cui uno dei momenti più emozionanti è sicuramente il trittico rappresentato da “Vampiria”, “An Erotic Alchemy” e l’epica “Alma Mater”. Brano che lo stesso frontman dedica a tutti i presenti, ringraziandoli per essere lì nonostante gli impegni del lunedì alla porte. Il pubblico, a sua volta, risponde con un tripudio di cori e applausi. “Opium” introduce il vero festeggiato della serata. La prima traccia da “Irreligious” non ha tempo. È uno di quei brani che per ogni ascolto riesce a mettere a nudo, toccare e suscitare emozioni inedite. Lo show va avanti snocciolando tutte le tracce del disco in rigoroso ordine. Il pubblico continua a cantare, a incitare, si nutre famelico di questa lezione di grinta e di classe che la band portoghese sta impartendo, condendola con una dose di umiltà e gratitudine verso i fan che caratterizza poche, pochissime band in circolazione. Ogni brano è eseguito alla perfezione. Non c’è spazio per le sbavature questa sera, complici anche dei suoni ben calibrati e assolutamente degni di un concerto metal. Con “Full Moon Madness” si chiude il sipario, ma prima c’è ancora spazio per altri ringraziamenti: ‘Buongiorno Italia, Buongiorno Maria’ – dice Ribeiro – e con questa (crediamo involontaria e probabilmente inconsapevole) citazione di Toto Cutugno a noi gli occhi si riempiono davvero di malinconia, perché è il momento di risvegliarsi dall’incantesimo della luna, consapevoli di aver assistito a qualcosa che difficilmente si ripeterà. Uno spettacolo davvero sentito e dedicato a chi per anni ha sostenuto questa band che ha lasciato un marchio distintivo nella storia della musica metal. Una band che ancora oggi riesce a salire sul palco con genuino entusiasmo, combinato a un’incredibile professionalità e soprattutto immensa riconoscenza verso il suo pubblico, quello di un tempo e quello di oggi.
Setlist:
Wolfshade (A Werewolf Masquerade)
Love Crimes
…of Dream and Drama (Midnight Ride)
Lua d’Inverno
Trebaruna
Ataegina
Vampiria
An Erotic Alchemy
Alma Mater
Opium
Awake
For a Taste of Eternity
Ruin & Misery
A Poisoned Gift
Subversion
Raven Claws
Mephisto
Herr Spiegelmann
Full Moon Madness