Report di Maurizio ‘morrizz’ Borghi
Foto di Pamela Mastrototaro
I Motionless In White sono un nome caldo nel metal alternativo da un bel pezzo, e in questo inizio 2025 arrivano in Europa con il tour più imponente della loro carriera: una ventina di date in club di grandi dimensioni, a coronare un percorso omogeneo sorretto da una base di fan devota e in espansione anche nel nostro paese.
Quasi tutte le tappe sono sold-out, e se l’Alcatraz non è pieno fino al limite, almeno la presenza è tale da giustificare uno show allineato alle produzioni dell’Europa continentale, senza alcuna rinuncia nel reparto scenico.
Ad accompagnare la band di Scranton, Pennsylvania, un paio di gruppi molto solidi che promettono scintille: i texani Fit For A King, autori di un metalcore variegato e potente, insieme agli alfieri del deathcore di ultima generazione Brand Of Sacrifice.
Nel tardo pomeriggio di questo mercoledì sera il pubblico è in coda ben prima dell’apertura cancelli, pronto a godersi la line-up per intero.
Aspettavamo da tempo il primo concerto in Italia dei BRAND OF SACRIFICE, a parere di chi scrive una delle migliori band deathcore di ultima generazione, capace di differenziarsi dal resto per qualità, reference e personalità.
Un debutto in grande stile nel contesto di un Alcatraz già ben popolato, con una mezz’ora a disposizione che i canadesi sono determinati a sfruttare nel migliore dei modi: introdotti dalla sigla dei Pokèmon, i nostri iniziano con “Dawn” per proporre un poker di estratti da “Lifeblood”, il disco che li ha fatti conoscere ed esplodere.
La maestria e la tenuta di palco della formazione conferma le premesse e, salvo il solito mix di suoni sbilanciato riservato agli opener, possiamo dire che i Brand of Sacrifice sanno già gestire sia il palco dell’Alcatraz che un pubblico di grandi dimensioni, anche grazie al carisma e alla sicurezza del frontman Kyle Anderson.
Quando arrivano “Exodus” e “Blinded” la risposta dei presenti è ormai travolgente, e il locale è soggiogato dalle partiture di chitarra devastanti, dalle spinte punitive del batterista Chason Westmoreland e dalla prestazione di Anderson. “Eclipse” chiude in maniera brillante un set che lascia tutti affamati: vogliamo rivederli presto.
I FIT FOR A KING si sono ritagliati il loro spazio nel mondo metalcore con costanza e perseveranza, sopravvivendo per intero ai membri fondatori (l’ultimo, il batterista Jared Easterling, è uscito dal gruppo nel 2021) con un’offerta solida ma variegata nei sette album in studio, con l’ottavo in arrivo in questo 2025.
I texani si fanno amare grazie al loro metalcore moderno, asciutto e ben costruito, che trova nel frontman Ryan Kirby il protagonista assoluto della propria attività live: il cantante infatti tiene alta l’attenzione e gestisce la sala come un professionista navigato, dosando le forze con una performance lineare e perfetta, con un tocco teatrale. Anche le incursioni vocali del bassista, dosate con perizia, contribuiscono ad una prova invidiabile e senza sbavature.
La folla gira in cerchio e poga sotto i comandi del gruppo, che esegue una selezione precisa ed equilibrata di brandi dalle pubblicazioni più recenti “Dark Skies”, “The Path” e “The Hell That We Create”. C’è spazio anche per le nuove “Technium” e “Keeping Secrets”, capaci di integrarsi sapientemente nella produzione recente.
Non saranno una formazione di Serie A e probabilmente hanno superato anche il loro ‘prime’, ma in tutta onestà non si può davvero parlar male di loro.
Durante il cambio palco la situazione comincia a farsi elettrica, tanto che tra i brani di sottofondo il pubblico sfoga l’impazienza cantando sopra i Bring Me The Horizon. Finalmente, alle 21 precise si spengono le luci, con “Sandstorm” di Darude che fa salire l’hype in maniera definitiva.
I MOTIONLESS IN WHITE sono headliner sul palco principale dell’Alcatraz, portando con sé l’intera produzione di palco e offrendo ai fan italiani in maniera integrale lo spettacolo che li sta facendo crescere sia nel Nuovo che nel Vecchio Continente.
Il locale ora è davvero gremito ed il pubblico è chiaramente presente per gli headliner, diviso tra giovani fan affezionatissimi ma anche ascoltatori più attempati e curiosi di ampie vedute, (nel mezzo della calca scoviamo una maglia dei Powerwolf, giusto per fare un esempio). Tutti vogliono immortalare l’entrata del gruppo, che avviene sulle note di “Meltdown”.
Il palco è composto da un impianto luci di prim’ordine e alcuni schermi verticali sul retro, che andranno a proiettare visual dedicati ad ogni singolo brano, i quali spesso integrano riprese dal vivo o i testi per i sing-along più attesi dal pubblico. Chris Motionless è truccato e vestito a puntino, in contrasto con la mise ‘scazzata’ con tuta e cappellino dell’ultima volta: esprime esplicitamente tutta la sua gioia e ringrazia il pubblico per aver portato la band dal Palco B dell’Alcatraz – in cui la band si è esibita nel giugno 2023 – al palco principale, ormai la condizione naturale del gruppo, guardando (come si diceva nell’introduzione) la lunga fila di sold-out in questa serie di date europee.
Visto che la maggior parte degli estratti è pescata tra “Scoring The End Of The World” e “Graveyard Shift” la scaletta è forte ed omogenea, con un susseguirsi di hit che mettono in mostra la sicurezza di una band in grado di mettere in piedi uno spettacolo efficace, professionale e senza punti morti. Sul palco arriva presto il quartetto di ballerine Cherry Bombs (proprio quello di Alicia Taylor, moglie di Corey degli Slipknot) a movimentare la situazione, che sparano sul pubblico col fucile ad acqua e sventolano bandiere e mazze da baseball – tutte soluzioni semplici quanto efficaci.
Non mancano nemmeno gli ospiti alla voce, ovvero Ryan Kirby dei Fit For A King in “Slaughterhouse” e Kyle Anderson dei Brand Of Sacrifice in “Reincarnate”.
Il pubblico canta a gran voce ogni ritornello, Chris Motionless spreca parole di miele e, oltre ai soliti cartelloni e bandiere, ad un certo punto arriva sul palco anche una maglia del Napoli, come regalo definitivo da parte di qualche appassionato fan in trasferta. Essendo lo spettacolo molto coreografato, c’è spazio per una sola variazione giornaliera alla setlist, e questa sera è “Break the Cycle”, singolone dark da “Reincarnate”, accolto tra gli applausi.
Da sottolineare ancora una volta la performance del frontman, protagonista di una prova assolutamente convincente al microfono, a cui le basi fanno solamente da contraltare e non da stampella, mentre il resto della band, che pur tenta di attirare l’attenzione con outfit e makup fantasiosi, resta perlopiù in disparte, esclusa dai riflettori, impossibilitata a grandi variazioni sul tema e sommersa dal mix ‘pop’ che predilige voci e tastiere/synth. La setlist arriva molto velocemente agli encore, che si consumano struggenti con le melodie di “Another Life” ed “Eternally Yours”: le ballerine lanciano rose nere e lo spettacolo giunge al perfetto finale.
I Motionless In White centrano perfettamente l’obiettivo e regalano agli accorsi una serata memorabile, meritando il successo che stanno costruendo lentamente ed inesorabilmente ad ogni tour. La serata è stata letteralmente perfetta, l’appuntamento col sold-out è solo rimandato.
BRAND OF SACRIFICE
FIT FOR A KING
MOTIONLESS IN WHITE