10/11/2015 - MOTLEY CRUE + ALICE COOPER + SAINT ASONIA @ Mediolanumforum - Assago (MI)

Pubblicato il 23/11/2015 da

A cura di Dario Cattaneo
Fotografie di Francesco Castaldo

Questa volta dobbiamo ammettere che una lezione ce la siamo portati a casa… e si tratta della differenza tra il concetto di ‘concerto musicale’ e di ‘spettacolo musicale’. Eh sì, con negli occhi ancora le luci degli scoppi e dei flash sul palco dei Motley Crue, e nelle orecchie ancora quelle stesse ammiccanti e scanzonate melodie che per anni hanno accompagnato i nostri cammini adolescenziali, ci siamo ritrovati a pensare che, effettivamente, di ‘spettacoli’ (parola virgolettata e scelta volontariamente) come questo ne abbiamo visti davvero pochi. Per il loro tour di addio, i quattro ‘ragazzacci’ losangelini non hanno infatti badato a spese, portando sul palco del Forum…be’, tutto quanto poteva starci. Bomboni, fuochi d’artificio, fuochi veri, procaci showgirl; e poi ancora: piattaforme mobili, lanciafiamme, strutture appese a decine di metri sopra la folla, montagne russe. Insomma, un vero e proprio festival del divertimento e dell’eccesso, una perfetta bandiera da affiggere sulla sommità di una carriera tra le più estreme, oltraggiose e rock’n’roll mai raccontate. E, perfettamente a loro agio in mezzo a tutto questo entertainment, aleggiano anche gli occhi maligni ma in qualche modo divertiti di quel vecchio volpone di Alice Cooper…

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ALICE COOPER
Della serie “come vincere facile”. Per il principe dello shock rock Alice Cooper e la sua pazza band, una serata più adatta di questa non poteva esserci. Purtroppo, per motivi lavorativi, arriviamo alla venue solo alle 20.00, dopo cioè il concerto del supergruppo Saint Asonia, del quale non riusciamo a vedere nemmeno un minuto. Nonostante l’ora presta, però, l’area antistante lo spazioso palco del Mediolanumforum (forse un pelo meno spaziosa per Cooper & Co, considerato l’ingombro della – ancora coperta – apparecchiatura dei Motley) é già gremita di gente. Gente che vuole una sola cosa: essere intrattenuta. In una serata dedicata alla spensieratezza, ad un addio non visto come occasione di tristezza ma solo come motivo in più per fare festa, uno show come quello del madman di Detroit non può che atterrare sul velluto. Sin dall’iniziale “The Black Widow”, il trasporto e la partecipazione del pubblico sono altissimi, ma niente può prepararci all’assoluto boato che segue di pochi secondi le poche note iniziali della hit “No More Mr. Nice Guy”, una cacofonia di voci e urla in grado di coprire anche il frastuono delle chitarre. Su “Under My Wheels” la band dà il meglio di sé, con l’appariscente chioma bionda della bella e brava Nita Strauss a scapocciare in giro per il palco, sempre affiancata come da un’ombra malvagia dallo zio Cooper. Quasi inutile il carico da novanta che la band ci cala in quarta e quinta posizione: “I’m Eighteen” e “Billion Dollar Babies”, nonostante siano tra le scelte da sempre più amate dal pubblico, non possono scaldare di più un gruppo di persone già di suo incandescente. Forse solo la successiva “Poison” ci riesce, con tutta la forza che può avere un hit stellare come questa, facendo levare grida di sicuro tra le più alte della serata. Lo spettacolo del mattatore del Michigan continua poi con tutto il suo armamentario grandguignolesco: il lettino di Frankenstein compare sul palco, regolarmente colpito dai fulmini, Alice scompare e un grosso mostro sbuca fuori al posto suo; la cadaverica assistente/infermiera sculetta viziosamente sul palco al ritmo di “I Love The Dead”, il tutto mentre un vortice di divertimento e orrore ci conduce alla solita conclusione che vede la decapitazione del frontman stesso. Grazie all’istrionismo dello storico cantante e a una band veramente a punto, con i motori spinti al massimo, il decollo della serata si può dire sia stato davvero verticale!

Setlist:
Vincent Price (intro)
The Black Widow
No More Mr. Nice Guy
Under My Wheels
I’m Eighteen
Billion Dollar Babies
Poison
Dirty Diamonds
Go To Hell
Feed My Frankenstein
Ballad of Dwight Fry
Killer (non intera)
I Love the Dead (non intera)
School’s Out

 

MOTLEY CRUE
Anche se la melliflua e intossicante melodia di “Poison” non mollerà mai veramente il nostro cervello per tutta la serata, non possiamo dirci non eccitati per lo show che sta per partire: probabilmente l’ultimo in Italia per la band di Nikki Sixx, Tommy Lee, Vince Neil e Mick Mars. Gli sguardi di tutti sono puntati ai doppi binari da rollercoaster che si inarcano e si intrecciano sopra di noi: si sa che a breve Tommy Lee si ‘farà un giro’ su quelle montagne russe, e in fondo ognuno dei presenti non vede l’ora di vederlo in azione. Spari e fuochi d’artificio sono il piatto forte fin da subito e, dopo l’intro “So Long”, parte a razzo l’evergreen “Girls, Girls, Girls”, che ci catapulta immediatamente negli Anni ’80 e nella calda e sudaticcia casa del piacere di Sixx e compagni. Lo stesso bassista è chiaramente colui che guida le danze, confermandosi potente ed esplosivo come sempre, mentre Mick Mars sta un po’ defilato sullo sfondo, badando come al solito più alla sua chitarra che al pubblico. Su Vince e Tommy, almeno nelle prime quattro canzoni, non riusciamo a farci subito un’idea…chiaramente ‘sul pezzo’ il primo, ma sfiatato per via della non perfetta forma fisica (siamo gentili), e un po’ svagato ma atleticamente convincente il secondo, entrambi danno l’impressione almeno inizialmente di perdersi un po’ via, anche se l’impressione che tutti, sul palco e non, si stiano divertendo sicuramente rimane. “Wild Side” e “Primal Scream” sono due sparate r’n’r senza mezzi termini, ottimo modo di buttare benzina sul fuoco con un pubblico già incendiato da zio Alice solo mezzora prima. Sul palco cominciano a comparire le prime ‘cose strane’, come il tamarrissimo lanciafiamme montato sul basso di Nikki, e l’impianto luci comincia a far valere tutta la sua imponenza sparandoci negli occhi un numero improponibile di watt luminosi. Il concerto prosegue tra acclamate hit (“Same Ol’ Situation (S.O.S.)”) e anche una paio di riuscite cover (“Smokin’ in the Boys’ Room” dei Brownsville Station e “Anarchy in the UK” dei sempre mitici Sex Pistols), che sottolineano l’aspetto tutto sommato svagato dello spettacolo e la voglia di divertirsi dei Nostri. Il momento da tutti atteso – quello del luna park durante l’assolo di batteria – si avvicina, ma prima si fa ancora in tempo a sentirsi di una ventina di anni più giovani grazie all’infuocata versione di “Shout At The Devil”, un vero e proprio inno della nostra spensierata giovinezza. L’epica di Carl Orff  “O Fortuna” dalla raccolta “Carmina Burana” esce sinuosa infine dagli altoparlanti, mentre il blocco sotto il drumkit si mette in moto: tra gli sguardi divertiti e anche un po’ ammirati del pubblico Tommy Lee comincia a suonare su – francamente discutibili – basi elettroniche , sovrastando il palazzetto da una ventina di metri d’altezza e compiendo almeno un paio di veri e propri giri della morte. Dopo lo show del pazzo batterista interviene Mick Mars con un breve e dissonante assolo di chitarra, prima che la musica torni protagonista con le hit indiscusse “Live Wire”, “Dr. Feelgood” e “Kickstart My Heart”. Dopo i più fragorosi scoppi artificiali cui chi scrive ha mai assistito ad un concerto, il sipario sul palco si chiude, e non per i soli dieci minuti prima degli attesi encore. Le luci si riaccendono infatti su un piccolo palco posto in mezzo alla folla, contenente un drumkit striminzito, un pianoforte e un paio di chitarre e bassi, e la band esegue la ballad “Home Sweet Home” in questa più raccolta cornice, chiudendo definitivamente lo show in maniera più intima ed emozionale. Cos’altro dire…se non spettacolo! Siamo consci che tutto quanto abbiamo visto stasera era artefatto, costruito apposta per colpire gli occhi, l’attenzione, con l’effetto (voluto?) di allontanare il focus da un Vince Neil chiaramente imbolsito e da un sound non perfetto; però, almeno questa volta, ammettiamo che volevamo farci intrattenere. E, di sicuro, in questo i Motley si sono rivelati dei campioni.

Setlist:
So Long (intro)
Girls, Girls, Girls
Wild Side
Primal Scream
Same Ol’ Situation (S.O.S.)
Don’t Go Away Mad (Just Go Away)
Smokin’ In The Boys’ Room (Brownsville Station cover)
Looks That Kill
Mutherfucker Of The Year
Anarchy In The U.K. (Sex Pistols cover)
In the Beginning (intro)
Shout At The Devil
Louder Than Hell
O Fortuna (Intro – Carl Orff song)
Drum Solo
Guitar Solo
Saints Of Los Angeles
Live Wire
T.N.T. (Terror ‘N Tinseltown)
Dr. Feelgood
Kickstart My Heart

Encore:
Home Sweet Home
My Way (Frank Sinatra song)

 

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