Live report a cura di Claudio Giuliani
Il Rock in Roma 2009 trova la sua consacrazione, ma forse anche il motivo della sua genesi, nella calata di coloro che da trent’anni circa vanno in giro a devastare i palchi del mondo intero nel nome del rock and roll: i Motörhead. Lemmy e soci tornano a Roma dopo che un paio di anni fa aprirono per gli Iron Maiden nello stadio Olimpico; questa volta sono loro i numeri uno della serata, i numeri uno del rock sporco e distorto, pronti a infiammare una folla che ha risposto alla grande, assiepando l’ippodromo delle Capannelle in ogni ordine di posto, diremmo, per usare un gergo calcistico. Che bello vedere fra la gente le famiglie, papà e figli, tutti quanti con le maglie del gruppo inglese; ma anche giovani coppie che assistono allo show con il figlio che guarda stralunato i suoi miti futuri. Signore e signori, questo succede solo quando siamo di fronte a una band che va oltre le generazioni, un gruppo che unisce, che entusiasma, che sembra esistere da una vita e che vi auguriate non smetta mai, perché con il loro “we are Motorhead and we play rock and roll” voi, come del resto noi, vorreste iniziare ogni vostra serata. Ad aprire il concerto, organizzato dalla Live, due band italiane: i veneti Merendine Atomiche e gli Extrema.
MERENDINE ATOMICHE
Sul palco per circa mezz’ora, le Merendine Atomiche hanno proposto un suono che deve tanto, tantissimo, forse troppo, ai Pantera. Ma è sempre un piacere, almeno per chi ne è fan, ascoltare un gruppo che si rifà ai mostri sacri americani. Tanto groove nelle loro canzoni, quindi, che sono semplici e possono dunque fare breccia nei cuori di chi – come chi scrive – si ritrova a sentire la loro musica per la prima volta. Il gruppo, dotato di un nome che dovrebbe essere oggetto di psicoanalisi, ha lanciato durante il concerto delle merendine in busta (merendine radioattive?), suscitando l’ilarità dei presenti. I suoni sono stati di una potenza allucinante, altissimi, tanto è vero che subito si è pensato a cosa avrebbero fatto i Motorhead di lì a poco. In definitiva, prova sufficiente dei nostri, chiamati a scaldare un’audience che non vedeva l’ora che arrivassero gli inglesi sul palco.
EXTREMA
Altra cosa sono stati i milanesi Extrema, gruppo fra i più famosi in Italia che ha da poco pubblicato un nuovo album dal titolo “Pound For Pound”. Il complesso, a livello di proposta musicale, si va a collocare nel filone thrash moderno: i suoni sono stati ottimi anche per loro e il pubblico ha dimostrato di gradire di più – rispetto alle Merendine Atomiche – la loro esibizione. Ottimo frontman si è dimostrato il cantante Gianluca ‘GL’ Perotti, che ha dialogato molto con il pubblico; bravo anche il chitarrista storico Tommy Massara, autentico perno del gruppo. Fra le canzoni proposte ricordiamo “Selfishness”, “Six Six Six Is Like Sex Sex Sex”, “New World Disorder” e “Money Talks”. Quaranta minuti o giù di lì di concerto, terminati con la doppietta composta da “The Bad Itself” e “This Toy”. Prova granitica e pubblico caldo per la calata dei mostri del rock.
MOTORHEAD
Nel 2009 c’è bisogno ancora di descrivere minuziosamente un concerto dei Motorhead? C’è qualcuno che ancora non li ha visti dal vivo? Qualcuno che non ha mai visto neanche su dvd o su YouTube di cosa sono capaci Lemmy e compagni su un palco? Non ci crediamo. I Motorhead sono un pezzo enorme di Storia del Rock e riteniamo non serva descrivere la potenza dei loro brani, l’emozione di alcuni classici, il punk di alcune loro canzoni e soprattutto il vortice di emozioni e di ricordi che l’esecuzione dei loro pezzi provoca dal vivo. La scaletta è li, pronta a darvi un’idea di quello che Lemmy e compagni hanno suonato per circa due ore. Saliti sul palco fra l’ovazione della gente, con Lemmy vestito da cow-boy con degli stivali a tema, è bastata la classica presentazione del gruppo “we’re Motorhead, we play rock and roll” a scatenare l’inferno sulle note di “Iron Fist”. Una bella scaletta è andata avanti fino alla mezzanotte circa: diversi i brani del loro ultimo album “Motorizer”; sono stati eseguiti infatti la punk song “Rock Out” e la fantastica “The Thousand Names Of God”. Due brani dal vecchissimo “Another Perfect Day” (tracklist e la commovente “I Got Mine”) e tanti altri classici, tutti a testimoniare la loro importanza. Gli inglesi dovrebbero suonare per una settimana di fila per accontentare tutti i fan, che chiedono sempre di più. Lemmy ha annunciato (“ok, here it comes”) il classico “Ace Of Spades” per scatenare la bolgia, ha chiuso con la mitica “Overkill” e ha promesso di tornare presto a Roma. La presentazione del gruppo (come se ce ne fosse bisogno) e il saluto con inchino – con tanto dei figli del batterista Dee al loro fianco – hanno chiuso un concerto di quelli vecchio stile. Di quelli rock and roll vecchia maniera, quello che la gente voleva e quello che i Motorhead hanno dato. Che poi è l’unica cosa che sanno fare: rock and roll!
Setlist:
Iron Fist
Stay Clean
Be My Baby
Rock Out
Metropolis
Over The Top
One Night Stand
I Got Mine
Guitar Solo
The Thousand Names Of God
Another Perfect Day
In The Name Of Tragedy
Drum Solo
Just ‘Cos You Got The Power
Going To Brazil
Killed By Death
Bomber
Whorehouse Blues
Ace Of Spades
Overkill