12/11/2017 - MR. BIG + THE ANSWER + FASTER PUSSYCAT @ Live Music Club - Trezzo Sull'Adda (MI)

Pubblicato il 20/11/2017 da

Report a cura di Carlo Paleari
Fotografie di Tiziano Cardaci

Appuntamento imperdibile per gli appassionati del buon vecchio rock ’n’ roll al Live Music Club. Il motivo principale, ovviamente, è il ritorno dei Mr.Big che non hanno certo bisogno di presentazioni e che da sempre sono sinonimo di concerti infuocati, tanto trascinanti quanto tecnicamente superbi. Non da meno, però, anche l’accoppiata posta come opening act, con i veterani Faster Pussycat ad aprire la serata con un set breve ma intenso a base di sleaze rock sporco e maleducato come si conviene, seguiti poi dai The Answer, solida realtà irlandese dedita ormai da più di quindici anni al miglior hard/blues ‘settantiano’. Ad aggiungere la proverbiale ciliegina sulla torta, la notizia che i Mr. Big avrebbero registrato la data milanese per una futura pubblicazione audio e video, un motivo in più per non perdersi una serata che rimarrà immortalata per sempre nella discografia del gruppo. La risposta del pubblico lombardo è stata degna di un evento del genere e già all’apertura dei cancelli ci troviamo di fronte ad una lunga coda di avventori, pronti a riversarsi nel locale per non perdere nemmeno una nota dei tre nomi in cartellone.


FASTER PUSSYCAT

Quando la band di Taime Downe sale sul palco, ci sono ancora diverse persone in coda all’uscita e anche noi varchiamo la soglia del Live Club quando la formazione di Los Angeles ha già dato fuoco alle polveri. I suoni non sono perfetti, nonostante l’eccellente impianto del locale, e gli strumenti risultano un po’ impastati. Nonostante questo, però, la band americana compensa con una performance intensa e graffiante come ci si aspetta da loro. Brani come “Slip Of The Tongue” o “Number 1 With A Bullet” picchiano a dovere, con il frontman perfettamente a suo agio nel ruolo di rocker maledetto e strafottente. Con somma gioia dei presenti, trova spazio nella breve scaletta anche la sempre splendida “House Of Pain”, struggente ballad che non ha nulla da invidiare alle hit più famose degli anni ’80 e che viene accolta da una meritata ovazione dal pubblico che, lentamente, inizia a riempire il locale. Dopo una manciata di canzoni, con “Babylon” si conclude il set dei Faster Pussycat, per una durata complessiva di poco superiore alla mezz’ora. Peccato, perché il gruppo ha una storia importante e meriterebbe senza dubbio uno spazio più ampio: contando il lungo tempo trascorso nel cambio palco che precede l’inizio del concerto dei The Answer, non nascondiamo che un paio di canzoni in più da quella vecchia volpe di Taime Downe le avremmo ascoltate volentieri!

 

THE ANSWER
Chi vi scrive è un sostenitore di lunga data della band irlandese, avendo avuto il piacere di recensire proprio su queste pagine e con termini entusiastici il loro debutto, “Rise”, del 2006. Le aspettative su questo concerto, dunque, sono piuttosto elevate e fortunatamente i quattro musicisti non deludono, regalando al pubblico milanese uno show elettrizzante. I The Answer aprono le danze con “Solas”, title track del loro ultimo album in studio, e le coordinate sonore sono quelle che conosciamo e amiamo: un hard rock fortemente influenzato dal blues, che richiama direttamente i maestri Led Zeppelin e Black Crowes. Atmosfere calde e polverose, che evocano i colori degli anni Settanta, pur essendo da un punto anagrafico i più giovani musicisti della serata. Lo show prosegue e la band snocciola un’ottima selezione di brani, da “On And On” a “Preachin’”, passando per l’energica e selvaggia cover di “Rock ’n’ Roll Outlaw” dei Rose Tattoo. Bellissima la versione di “Strange Kinda’ Nothing”, riproposta con grande classe e convinzione ed abbellita da un finale elettrico arioso ed intenso. Il cantante, Cormac Neeson, cerca di interagire un po’ con il pubblico, ammettendo candidamente di essere un po’ alticcio e per gran parte del concerto si prodigherà in lodi sperticate (anche troppe!) del vino rosso italiano. Concludono la performance “Spectacular” e la potente “Come Follow Me”, che pongono il sigillo su una performance di alto livello. Fino a questo momento la serata non ha deluso nessuno: ora, però, è arrivato il momento di fare spazio al ritorno dei Mr. Big.

 

MR. BIG
Gli headliner della serata fanno il loro ingresso sul palco del Live Music Club con “Daddy, Brother, Lover, Little Boy” e l’intera platea esplode in una deflagrazione, mentre Eric Martin, Paul Gilbert, Billy Sheehan e Matt Starr sembrano avere tutte le intenzioni di radere al suolo ogni concorrenza. Il chitarrista delizia il pubblico con riff e assoli, cimentandosi subito nel suo tipico siparietto con il trapano. Senza un attimo di respiro si susseguono “American Beauty” ed “Undertow”, poi tocca a Billy Sheehan presentare al pubblico il quarto membro storico dei Mr. Big, Pat Torpey. Il batterista, lo ricordiamo, è stato colpito circa tre anni fa dal morbo di Parkinson e ormai non è più in grado di sostenere un concerto. Ciononostante, con una forza d’animo sorprendente, il musicista continua a seguire i Mr. Big in tour, dove possibile, partecipando alle percussioni o, semplicemente, regalando un sorriso al pubblico che lo acclama con calore e trasporto. L’arrivo di Pat coincide con un altro trittico da urlo: “Alive And Kickin’”, “Temperamental” e la hit “Just Take My Heart”, in cui Torpey riesce a prendere posto al drumkit ufficiale. Molto spazio viene dato ovviamente al nuovo album, “Defying Gravity”, ma la differenza con i grandi classici si sente e, come è prevedibile, anche la risposta del pubblico si fa più accesa con il materiale che tutti conoscono e apprezzano. Non vi annoiamo con un dettagliato track-by-track della serata, ma ci preme almeno segnalare alcuni momenti particolarmente esaltanti. Ci riferiamo, ad esempio, alla splendida “Green-Tinted Sixties Mind”, semplicemente perfetta nella sua sintesi di energia, capacità strumentali eccezionali e armonie vocali da brividi; “Price You Gotta Pay”, con una divertente scenetta in cui Billy Sheehan si mette a suonare l’armonica mentre Eric Martin alle sue spalle porta avanti la linea del basso; la sempre emozionante cover di “Wild World” di Cat Stevens, accelerata e vitaminizzata in salsa Mr. Big; la terremotante “Addicted To That Rush” sul finale del concerto. C’è spazio, ovviamente, per il virtuosismo puro e semplice di Gilbert e Sheehan, che si ritagliano un momento in solitaria a testa; così come alcuni passaggi più delicati ed emozionanti, come la nuova “Damn I’m In Love Again”, ballata di classe dalle tinte pop-rock, e il classico per eccellenza, quella “To Be With You” che ha portato i Mr. Big al successo del grande pubblico con il suo video in rotazione su MTV. Arrivati alla fine dello show, con “Colorado Bulldog” e “Defying Gravity”, ci accorgiamo che le due ore abbondanti di musica sono semplicemente volate. Il pubblico acclama a gran voce i cinque protagonisti della serata, che ringraziano e si godono l’ovazione con una bella foto ricordo che, chissà, forse vedremo stampata sul live album registrato questa sera.

 

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