A cura di Maurizio “MorrizZ” Borghi
Foto di Francesco Castaldo
Sono passati otto anni dalla pubblicazione del fortunato “Beyond the Valley of the Murderdolls”, e dopo il ritorno nel 2010, complice (guarda caso) la pausa degli Slipknot, i Murderdolls tornano in carreggiata, con la stessa formula horror-punk dell’esordio e con un palco e un pubblico tutto a loro disposizione, a qualche mese di distanza dall’esperienza importante ma non del tutto soddisfacente di fronte al pubblico degli “Axl’N’Roses”. La fauna dei Magazzini Generali è quanto di più trasversale abbiamo sperimentato di recente: rocker ordinari, scene queen invecchiate che rispolverano l’abbigliamento da MySpace, punk con la cresta, parecchi goth freaks da Circo Togni con le sopracciglia disegnate, fan degli Slipknot esagitati e pure qualche rockabilly!
MARIONETTE
Ad aprire la serata i Marionette, perfetti come concept per un pubblico attento tanto alla proposta musicale quanto all’aspetto: il gruppo Svedese (a differenza di quanto il nome può suggerire) è alfiere di un death melodico/metalcore abbastanza ordinario ma di discreta fattura, si presenta però in formazione da sei con eleganti riferimenti alla scena visual key giapponese, e come ciliegina sulla torta ha un frontman dalle mimiche à la Till Lindemann ossigenato e senza muscoli. Il gruppo sa come attirare l’attenzione, e i pezzi proposti nella mezz’ora a disposizione spronano il pubblico a volerne di più. Menzione particolare per il cantante Axel Widén, che sfodera una prestazione super energica e si strappa i vestiti di dosso canzone dopo canzone. Se analizzati con superficialità sembrano la solita proposta tutto fumo e niente arrosto, visti dal vivo si confermano interessanti.
MURDERDOLLS
Puntualissimi, i Murderdolls salgono sul palco sulle note dell’intro “The World according to Revenge”, con un Wednesday 13 magrissimo, pittato di nero e con la sua chioma cotonata riempita di talco, che imbiancherà le sue spalle e tutta la prima fila a colpi di headbang. E’ chiaro a tutti che la band è solo Wed e Joey, a completamento ci sono turnisti più o meno sconosciuti e l’ottimo Racci Shay alla batteria (Genitorturers, Dope, W13), ma a dire il vero questi dimostrano un grande affiatamento e un’ottima tenuta di palco. Più di un dubbio salta alla nostra mente esaminando la prova di un Joey Jordison con la faccia pitturatissima (un misto tra Abbath e il gatto dei Kiss): il piccoletto ha la chitarra a zero e non usa mai il microfono davanti a lui, potrebbe essere benissimo un figurante, soprattutto per chi conosce la discografia e il talento del frontman, che potrebbe prestare il suo nome al progetto in cambio di uguali tornaconti. Tralasciando le speculazioni tutti sono d’accordo nel dire che il marchingegno funziona, e “Chapel Of Blood” smuove l’intero locale, dando inizio a una carrellata esaustiva delle canzoni del gruppo, che saccheggia a fondo i due album in discografia. Wednesday 13 se la cava bene anche senza chitarra, e calca la mano sui complimenti all’audience (al limite del ridicolo per i presenti più scafati) aumentando la ricettività di un pubblico eterogeneo, rumoroso ed energico, anche se abbastanza educato. Da segnalare il ripescaggio della rara “Welcome To The Strange”, dedicata con commozione a Paul Gray, e di “Bad Things”, tratta dall’eccellente “Transylvania 90210” di Wednesday 13. Quasi a retaggio della recente performance coi Guns’N’Roses inoltre, durante l’esecuzione di “People Hate Me” viene citata la celeberrima “It’s So Easy”, facendo esplodere l’audience prima dell’assolo. Il gruppo finge l’uscita di scena ben due volte, finendo il set regolare con “Motherfucker, I Don’t Care”, i bis con la celeberrima “Dead In Hollywood” e concludendo il concerto con ironia: durante “I Love To Say Fuck” Jordison agita una parrucca rosso fuoco e Wednesday improvvisa balletti sotto un ombrellino nero dov’è impressa la parola di quattro lettere. Dopo l’esibizione di oggi come negare una promozione a pieni voti ai maestri dell’horror punk? Comunicazione di servizio: se avete ritrovato le sopracciglia di Jordison e Wednesday 13 siete pregati di rispedirle ai legittimi proprietari.
Setlist:
The World according to Revenge
Chapel of Blood
Death Valley Superstars
Homicide Drive
Slit My Wrist
Twist My Sister
She Was A Teenage Zombie
My Dark Place Alone
Drug Me To Hell
Summertime Suicide
Die My Bride
People Hate Me
Blood-Stained Valentine
Pieces Of You
Bad Things
Nowhere
Welcome To The Strange
197666
Motherfucker, I Don’t Care
Dawn Of The Dead
I Take Drugs
Dead In Hollywood
I Love To Say Fuck