17/05/2011 - MY DYING BRIDE + AVA INFERI – Londra @ Carling Academy - Londra (Gran Bretagna)

Pubblicato il 23/05/2011 da

A cura di Luca Pessina

Con il loro “Albion In Ruin” tour, i leggendari doom-gothic metallers My Dying Bride decidono – per la prima volta in circa un decennio – di imbarcarsi in un mini-tour nel Regno Unito e in Irlanda, in modo da celebrare in maniera speciale i loro vent’anni di carriera. La prima tappa è prevista alla Islington Academy di Londra (inizialmente era stata però fissata presso l’Electric Ballroom) e, nonostante si tratti di un mercoledì sera, la risposta del pubblico si rivela essere assolutamente confortante. Passano gli anni e i nostri non sono certo un nome che fa di tutto per rimanere costantemente presente sulle scene, tuttavia il proprio fascino sui fan della prima ora così come sulle nuove leve pare sempre ben lungi dall’affievolirsi.

 

AVA INFERI

Dato il divieto di uscire dal locale una volta entrati e il ritardo nell’inizio dello show, gli Ava Inferi riescono a esibirsi di fronte a un pubblico molto nutrito, per lo più arrivato in loco pensando di dover presto assistere alla performance degli headliner (di cui è ben visibile il telone con logo alle spalle del palco). Invece è ancora il turno del gruppo con base in Portogallo, che si presenta guidato da una Carmen Simões reggente una lanterna e con il viso coperto da un velo. Dei suoni ben equilibrati conferiscono all’attacco della band un buon tiro, ma l’effetto sorpresa dura poco. La proposta della band, molto teatrale e spesso ruotante quasi esclusivamente attorno alla voce della cantante, non si presta particolarmente a essere presentata dal vivo e la sensazione che i nostri siano anche poco rodati su questo fronte si fa presto largo, soprattutto quando li si vede rimanere immobili anche nelle (poche) parti concitate. L’attenzione viene sempre destata dalla Simões, che interpreta i brani come su disco e che in un paio di circostanze cambia anche pazialmente “abito di scena”, ma, alla fine dei conti, coloro realmente coinvolti dallo show si rivelano essere soltanto i die-hard fan assiepati nelle prime file.

MY DYING BRIDE

Non si fanno attendere troppo, i My Dying Bride, e già solo per questo vogliamo loro bene, visto che all’interno della Islington Academy inizia a fare un certo caldo. Poi, quando il batterista Dan Mullins attacca con l’inconfondibile incipit di "Sear Me", l’impulso di correre sul palco e di abbracciarli uno per uno è davvero forte! Mantenendo sin da subito la promessa di offrire uno spettacolo volto a celebrare i loro vent’anni di carriera, i nostri danno il via allo show con uno dei loro più grandi classici, direttamente da quel "As The Flower Withers" che ne sancì ufficialmente l’esordio sulle scene. Bastano pochi minuti per rimanere folgorati dalla classe e dall’esperienza della formazione: non solo i suoni sono perfetti, ma il gruppo suona senza sbagliare una virgola. Si stenta a credere che questa sia a tutti gli effetti la prima data del tour e che i nostri arrivino da un lungo periodo di inattività, almeno sul fronte live. Ad entusiasmare più di tutti è comunque Aaron Stainthorpe, che, in questo campo, a oggi è sicuramente il cantante più in forma della sua generazione. Negli ultimi anni ci è capitato diverse volte di assistere a concerti dei vari Anathema, Paradise Lost, My Dying Bride e di tanti altri gruppi che mossero i primi passi agli inizi degli anni ’90; Stainthorpe è l’unico che è riuscito a preservare in maniera più che decorosa il suo growling, oltre che ad affinare il cantato pulito. Questa sera in particolare è un vero piacere vederlo esibirsi sul palco, anche perchè adotta sin da subito un approccio molto amichevole con il pubblico, dilungandosi nella presentazione dei brani e non risparmiandosi alcune battute in perfetto humour inglese. Dal canto suo, il resto della band si dimostra ampiamente all’altezza del frontman, suonando appunto con estrema precisione ogni singolo brano. Convince la prestazione del giovane Shaun MacGowan al violino e alle tastiere – sicuramente un valido acquisto per la Sposa Morente – mentre si confermano dei performer navigati i vari Andy Craighan, Hamish Glencross e Lena Abè. Quest’ultima con il suo sguardo perennemente truce e il basso che sembra quasi più grande di lei, strappa più di un sorriso di simpatia, rivelandosi ormai uno dei membri più caratteristici della lineup. Inoltre, la scaletta confezionata per la serata fa letteralmente spavento… in senso buono! Pezzi vecchi (tanti) e recenti si alternano senza soluzione di continuità e, in certi casi, stupisce la maniera con cui questi si legano gli uni agli altri: il medley di "The Whore, The Cook And The Mother" e "Like Gods Of The Sun", ad esempio, appare mirabilmente studiato e ci auguriamo di sentirlo ancora in un prossimo futuro! Non sorprendono, ma ovviamente commuovono come la prima volta, i mega-classici "The Cry Of Mankind" e "Your River", mentre strappa applausi convinti la poco conosciuta "The Sexuality Of Bereavement", questa sera suonata live per la prima volta in assoluto. Registrata durante le sessioni di "Turn Loose The Swans" e poi inclusa in un EP omonimo che però non venne mai ufficialmente pubblicato, la canzone ha iniziato a comparire come b-side e bonus track negli ultimi anni, nelle varie ristampe e compilation curate dalla Peaceville Records. Essendo grandi fan del gruppo, abbiamo a dir poco gradito la scelta di suonarla in una serata speciale come questa, in cui il repertorio passato e presente è stato saccheggiato di quasi tutti i propri episodi più significativi. Certo, non ci sarebbe dispiaciuto ascoltare una "Two Winters Only" oppure una "My Hope, The Destroyer", ma davanti a una setlist comunque tanto variegata e completa c’è assai poco da recriminare. I My Dying Bride si congedano sulle note del capolavoro "The Dreadful Hours" e le centinaia di persone che gremiscono la sala si spellano le mani. Non poteva proprio andare in maniera diversa, d’altronde… performance sostanziosa (più di un’ora e quaranta minuti), tecnicamente impeccabile ed emotivamente intensissima. Senza dubbio, il miglior concerto commemorativo fra tutti quelli che hanno avuto luogo negli ultimi tempi.

Setlist:

Sear Me
Bring Me Victory
The Whore, The Cook And The Mother / Like Gods Of The Sun
Catherine Blake
The Crown of Sympathy
For You
The Cry Of Mankind
The Sexuality Of Bereavement
She Is The Dark
Your River
My Body, A Funeral
The Dreadful Hours

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