A cura di Maurizio “Morrizz” Borghi
La data italiana del Taste Of Anarchy Tour viene spostata all’ultimo a Milano, con un cambio data che di sicuro non gioverà a un martedì sera dedicato all’hardcore più heavy in circolazione. Non sono della partita i giapponesi Sand, che capeggiano nel cartellone ma prendono parte solo a una parte del tour, i Nasty li abbiamo visti non troppo tempo addietro e non c’è alcuna novità discografica a separarci dal live precedente; ma come rifiutare qualche ora in compagnia della delicatissima line-up? Sfortunatamente, il solito traffico in tangenziale ci mette lo zampino, di conseguenza mettiamo piede al Lo-Fi quando l’esibizione dei Vitja è già arrivata al capolinea…
MALEVOLENCE
Poco dopo i Desolated (passati a giugno vicino a Padova), tocca ai Malevolence rappresentare la MLVLTD: abbiamo la conferma di essere davanti ad un’altra formazione made in UK che sa come incendiare il palco, senza sprecare un minuto del tempo a loro disposizione. La resa sonora è incredibile e i giovani farabutti ci sembrano compattissimi, in palla e sinceramente divertiti; ne consegue che, anche se sotto il palco il pubblico è ridotto, lo scambio di energie è davvero elettrico e consistente. Il sound è realmente migliore che su disco, rendendo lo spettacolo coinvolgente ed esaltante, nonostante il territorio hardcore sia in molti casi abbandonato per il cosiddetto groove metal. Con un disco all’altezza potrebbero fare il botto, già da oggi son da seguire live. Una bellissima sorpresa.
AVERSIONS CROWN
La band più fuori dal coro di questo Taste Of Anarchy sono sicuramente gli Aversions Crown, formazione dedita a un deathcore abbastanza canonico, che stasera risulterà lontana dal regalarci i sussulti di chi li ha preceduti e della band headliner, tanto da porci qualche quesito su come abbiano fatto a portare a casa il prestigioso deal con Nuclear Blast. Di sicuro qualcuno non è del nostro parere: un esagitato fan delle prime file, dopo aver urlato più di un ritornello al microfono, viene invitato per una strofa sul palco dal frontman che, soddisfatto e divertito, quasi fatica a riprendersi il microfono. Per loro sfortuna, il resto del set scorre liscio senza impressionare nessuno, tanto che una fetta del pubblico, già esiguo di per sé, preferisce far due chiacchiere fuori dal locale che seguirli. Probabilmente farebbero meglio esibendosi in un carrozzone più vicino al death, stasera si meritano comunque una sufficienza.
NASTY
Arrivano finalmente i Nasty e, come prevedibile, prendono le distanze da tutto ciò che è avvenuto prima in serata. Come detto altre volte, la band di Kelmis è in crescita verticale, chi scrive non esiterebbe a definirla la miglior beatdown band del mondo intero. Lo testimonia lo strepitoso singolo “At War With Love”, lanciato recentemente e slegato dagli album, o la futura data di Colonia, dove i Lionheart al farewell tour si esibiranno come co-headliner ma comunque prima di loro. Lo dimostra ulteriormente il concerto di stasera, un po’ fiacco, come capita anche ai migliori. Sì, perché senza essere ai livelli delle esibizioni passate, i Nasty spaccano, grazie alla viscerale ignoranza delle composizioni, all’attitudine della formazione e, come sempre, alla fisicità esasperata del frontman Matthi, stasera un po’ giù con la voce ma sempre totalmente sopra le righe nel suo stile unico e inimitabile. Abbiamo visto più agitati anche i compagni di ventura a dire il vero, ma chi assisterà per la prima volta ad un loro live non avrà nulla da lamentare. Dal palco, un saluto particolare a Luca degli Embrace Destruction, orgoglio HC-beatdown italico, che troneggia con la sua stazza nelle prime file e movimenterà il pit tipo caterpillar nei breakdown più violenti. Sfortunatamente, si arriva alla fine troppo in fretta: dopo soli quaranta minuti i Nasty ci spediscono al banco del tessile, dove capeggiano felpe e tees ripoff-Nike, una bella longsleeve ripoff-Fila e una spettacolare maglia commemorativa col faccino di Justin Bieber sul roccioso corpo di Matthi. Poche novità, ma al contempo un’enorme conferma!