Si chiude il sipario sulla “reunion” dei Nasum. I Nostri nel corso dell’estate hanno avuto modo di visitare praticamente tutti i continenti (ad eccezione di Africa e Sudamerica) per congedarsi propriamente dai fan, tributare un ultimo saluto al compianto Mieszko Talarczyk e – siamo franchi – per mettere da parte qualche soldo per il prossimo futuro; ora, con un breve tour europeo con i Black Breath, la band scrive quindi il capitolo conclusivo di questa ultima avventura. Un’avventura che per fortuna è stata protratta soltanto per pochi mesi (vero, At The Gates?) e che è stata davvero ben accolta sia dal pubblico che dalla critica, nonostante le ovvie perplessità iniziali. Quella di Londra rappresenta la prima e unica tappa in Gran Bretagna dell’intero tour di addio, indi per cui non sorprende vedere un Underworld al limite del sold out, nonostante si tratti di un martedì sera, fra l’altro piuttosto freddino. La corposa fila lungo il marciapiede fa intendere che anche i Black Breath sono particolarmente attesi…
BLACK BREATH
… e infatti quando riusciamo ad entrare nel locale il colpo d’occhio è decisamente ottimale: i Black Breath si esibiscono davanti a una folla degna di un headliner e tengono il palco con esperienza ormai consumata. Purtroppo le chitarre risultano un po’ distanti e, in generale, il gruppo a livello esecutivo pare non avere la coesione mostrata soltanto pochi mesi fa nella stessa location. Gira però voce che il batterista Jamie Byrum si sia rotto un piede la sera prima ed è quindi forse questo il motivo per cui alcuni dei pezzi che i Nostri snocciolano sembrano vagamente mancare di tiro. In ogni caso, di certo non si tratta di un’esibizione pessima: il pubblico partecipa con un headbanging forsennato e, dal canto loro, il frontman Neil McAdams e i chitarristi non mancano di dispensare buone performance su una setlist prevalentemente orientata sul materiale più death metal-oriented del repertorio, nella quale spiccano soprattutto “Endless Corpse”, “Children Of The Horn” e “Wewhocannotbenamed”. Nonostante una prova un pochino fiacca (per i loro standard), il nostro giudizio sui ragazzi statunitensi rimane comunque positivo.
NASUM
Tocca quindi ai Nasum… il piatto forte della serata. Avendo già visto il gruppo all’opera in passato, soprattutto in club e centri sociali, sappiamo bene quanto possa essere devastante il loro impatto all’interno di un locale di dimensioni medio-piccole come l’Underworld. Detto fatto… parte “Mass Hypnosis” e il ricordo del comunque piacevole concerto al Maryland Deathfest a maggio sbiadisce immediatamente: è in un club che il grindcore degli svedesi (con finlandese al seguito) non fa davvero prigionieri! Stranamente, il pubblico, a parte una manciata di esagitati stage diver, non si muove granchè, ma l’apprezzamento è comunque nell’aria e questo viene manifestato tramite lunghi applausi nelle poche pause che la band si concede nella prima parte dello show, tra un grappolo di pezzi e un altro. Serve la comparsa dello special guest Shane Embury, chiamato ad imbracciare il basso su “The Masked Face”, per infiammare definitivamente gli animi: si inizia a vedere un po’ di pogo, Jesper Liveröd si butta sulle prime file e qualcuno arriva persino a lanciarsi dalla zona mixer posizionata sul piano rialzato. Per fortuna i suoni sono ben calibrati e così anche coloro che non amano troppo queste pratiche da concerto possono godersi a pieno la performance: il quintetto, dopo mesi a suonare ovunque, appare affiatatissimo e tracce come “Particles” e “The Engine Of Death” fuoriescono dagli amplificatori con una potenza e una precisione tali da far impallidire la resa del CD. La scaletta, da qui in poi, è tutto un classico, con una “Inhale/Exhale” a chiudere ufficialmente lo show con tanto di cori da stadio e una “The Final Sleep” ad aprire i “bis” con un inaspettato tocco di atmosfera (poi spazzato via dal grindcore primordiale della vecchissima “Löpandebandsprincipen”). Insomma, al di là di considerazioni sull’effettiva utilità e sincerità della “reunion”, già ampiamente sviscerate, bisogna riconoscere che i concerti di cui i Nasum si sono resi protagonisti in questi mesi sono stati sempre di alto livello: i Nostri hanno affrontato l’impegno seriamente e hanno regalato a tutti i fan delle serate assolutamente divertenti. Mancheranno a molti, a noi in primis, ma fortunatamente niente e nessuno potrà mai portarci via le registrazioni in studio. Quando avremo nostalgia, ci affideremo ad esse.
Setlist:
Mass Hypnosis
Scoop
Bullshit
Relics
Shadows
Corrosion
Multinational Murderers Network
Parting Is Such Sweet Sorrow
The Masked Face
I See Lies
Tested
Time To Act!
Particles
The Engine Of Death
Twinkle, Twinkle Little Scar
Fury
Wrath
I Hate People
The Black Swarm
Circle Of Defeat
Closer To The End
Inhale/Exhale
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The Final Sleep
Löpandebandsprincipen
The Idiot Parade
Den Svarta Fanan