Anche il metal non può nulla contro l’enorme ondata di influenza che ha colpito il nostro paese nelle ultime settimane. A poche ora dall’evento che avrebbero dovuto chiudere, gli Antropofagus sono infatti costretti a dare forfait a causa di uno stato di salute precario. Si era curiosi di vedere la storica death metal band italiana all’opera con il nuovo frontman, ma l’appuntamento dovrà essere rimandato. La defezione prima di tutto promuove al ruolo di headliner i Neocaesar, la realtà olandese che molti oggigiorno considerano – anche a ragione, per certi versi – i “veri” Sinister, e in secondo luogo fa spazio nel cartellone ai lombardi Blasphemer, nelle cui fila militano i ragazzi della Necrotheism Productions, ovvero gli organizzatori della serata. A fornire ulteriore supporto agli headliner, esattamente come previsto, Blood Of Seklusion e Uncreation, gruppi solidi e affamati senza dubbio in grado di scaldare i (purtroppo pochi) presenti. Guardandosi attorno una volta all’interno del capiente – e freddo, in questo periodo dell’anno – Circolo Svolta, è infatti impossibile non notare come l’affluenza sia purtroppo piuttosto scarsa. Il death metal propriamente detto, soprattutto a livello underground, ha di rado trovato terreno fertile in Italia, tuttavia continua a fare un certo effetto notare come a concerti di questo tipo accorrano sempre le stesse persone. Sembra quasi che dagli anni Novanta non vi sia stato alcun ricambio generazionale in questo settore. In ogni caso, un plauso va comunque alla Necrotheism per credere in queste sonorità e per il suo desiderio di smuovere l’ambiente e creare situazioni in cui le tante realtà valide del nostro panorama possano esprimersi con e davanti ad appassionati come loro.
UNCREATION
Il set degli Uncreation è iniziato da pochi minuti quando entriamo nel locale. Il quartetto emiliano è composto da veterani della scena e si vede e si sente. Pochi orpelli scenici e tanta sostanza per la death metal band originaria di Parma, la quale basa tutto su un riffing ruvido e serrato e una ritmica linearissima, andando a richiamare spesso e volentieri i vecchi padri della scuola svedese, ma senza disdegnare una vena più vicina al thrash. Il bassista/cantante Carlos domina la scena e non potrebbe essere altrimenti vista la sua stazza: per fortuna già a questo punto gli astanti tendono ad avvicinarsi al palco anzichè a starsene in disparte, distratti da stand e bar, e il concerto può dunque godere di un minimo di partecipazione. La band, del resto, si impegna tanto, cosa evincibile soprattutto guardando la foga del batterista Christian Colelli, davvero coinvolto dietro i tamburi. Un set breve, quello degli Uncreation, ma più che discreto sotto ogni punto di vista.
BLASPHEMER
I Blasphemer, aggiunta last minute al cartellone della serata, non tergiversano nel portare sul palco tutta la loro esperienza. Il gruppo è fresco reduce da una data a Malta con i Beheaded e appare ben rodato. La nuova line-up si sta evidentemente affiatando giorno dopo giorno e oggi possiamo effettivamente godere di uno show ancora più compatto e convincente di quello a cui avevamo assistito mesi fa in quel di Bresso, quando i ragazzi supportarono i Blood Incantation. Questa sera il quartetto, coadiuvato da suoni potenti e ben definiti, ha insomma vita facile nell’attirare i presenti in prossimità del palco e nel scaldare l’ambiente. Non si può parlare di chissà quale presenza scenica, ma la vena più old school death metal del nuovo materiale rende particolarmente bene dal vivo e di nuovo ci troviamo a sottolineare la notevole resa in sede live degli scambi vocali fra il bassista/cantante Claudio De Rosa e il chitarrista/cantante Nicolò Brambilla, una vera marcia in più per il gruppo. Dopo questa nuova ottima prova, la curiosità per il prossimo album della formazione non può che aumentare.
BLOOD OF SEKLUSION
L’atmosfera si mantiene euforica con l’arrivo dei Blood Of Seklusion, che chi scrive ha già avuto modo di ammirare al tedesco Party.San Open air la scorsa estate. Con i ragazzi emiliani ci addentriamo completamente in territori old school death metal, fra Dismember e Benediction, e il pubblico over trenta presente in sala (ovvero la stra-grande maggioranza) non può che apprezzare. Il gruppo, proprio come i Blasphemer, si presenta allenato e famelico, non mettendo alcun freno alla propria foga. Ovviamente non siamo di fronte ad una proposta che brilla per personalità, ma i brani del quintetto, grazie in primis a dei cambi di tempo azzeccati e ad una versatilità notevole sul fronte vocale, funzionano e fanno divertire gli astanti. La stessa band sembra proprio divertirsi e fra vari estratti dall’ultimo album “Servants of Chaos” riesce a trovare posto anche una schietta cover di “Wolverine Blues” degli Entombed, giusto per sottolineare ulteriormente da quale ceppo provenga buona parte del sound caro ai Blood Of Seklusion. Bella prova per questi ragazzi.
NEOCAESAR
Per l’arrivo degli headliner le fila in sala si compattano e la distanza fra palco e pubblico si riduce al minimo. Giusto dare a questi veterani una cornice perlomeno discreta e fare sentire loro almeno parte di quel calore che più volte avranno assaggiato nel corso delle loro vecchie calate italiane con i Sinister. Diciamo che l’unico potenziale neo della performance del quartetto di Rotterdam è l’assenza in scaletta di una o due “cover” dei suddetti Sinister: ascoltare una “Bastard Saints” o una “Awaiting The Absu” ci avrebbe fatto molto piacere, ma rispettiamo la decisione della band, che evidentemente crede molto nel materiale uscito a nome Neocaesar e non vuole “vincere facile” chiamando in causa un passato glorioso ma ormai lontano. Voto dieci all’integrità artistica, ma da applausi anche la prestanza e la precisione con le quali gli olandesi interpretano il loro concerto. Sappiamo di essere al cospetto di veri e propri veterani, ma restiamo comunque sorpresi dalla sicurezza e dall’impatto che sprizzano da questa loro prova, davvero sentita sotto ogni punto di vista. Abbiamo apprezzato il debut album “11:11”, ma dal vivo i brani acquistano una marcia in più, grazie anche alla grande prova di Mike van Mastrigt, frontman navigato, entusiasta e perfettamente a proprio agio anche in questo locale poco gremito. Una grande dimostrazione di attitudine che esalta ulteriormente l’esecuzione strumentale: una performance in cui come ovvio spicca il riffing chirurgico di Bart van Wallenberg, che coi Neocaesar sembra davvero tornato ai fasti degli anni Novanta. Lo show è breve, ma un pubblico ormai decisamente coinvolto e infervorato riesce a richiamare il quartetto sul palco per la riproposizione di un paio di brani che riescono anche ad innescare un po’ di pogo, giusto per non farsi mancare nulla. Insomma, non neghiamo di essere accorsi con la speranza di ascoltare anche un vecchio classico dei Sinister, tuttavia la resa di pezzi come “Valhalla Rising” e “Sworn To Hate” ci ha definitivamente convinto della rilevanza dei Neocaesar. Non possiamo che augurarci che la band riesca sempre a mantenersi su questi livelli.