Data unica in Europa per i Neurosis, che dopo aver deliziato la natìa Oakland volano a Londra per presentare in sede live alcuni brani della loro ultima fatica “Honor Found In Decay”. La data è particolarmente interessante per almeno un paio di motivi: principalmente perché di spalla al quintetto californiano sono stati chiamati a suonare i Godflesh, che proprio con i Neurosis hanno diviso per anni la nomea di gruppo avanguardistico per eccellenza, sebbene i due percorsi musicali abbiano intrapreso sentieri differenti. Poi questa sarà la prima data dei Neurosis senza l’accompagnamento della parte visuale che ha corredato i loro live set da quasi vent’anni a questa parte. E’ di pochissimi giorni fa, infatti, la notizia dello split con Josh Graham, risultato della volontà della band di mettere la musica al centro di tutto. Questa vena più minimale – mutuata direttamente dalle carriere soliste di Von Till e Kelly – è quindi un’ulteriore attrattiva per capire come funzionano dal vivo i Neurosis senza sovrastrutture visuali. La cornice che ha ospitato l’evento è l’ottimo HMV Forum di Kentish Town a Londra, splendida location ricavata da un ex teatro dall’acustica eccellente. Il Forum ha rischiato il tutto esaurito ed in effetti la gente accorsa al live è stata moltissima e proveniente da ogni parte d’Europa, proprio perché per ora la band non terrà altri concerti. Anzi, per assurdo si può dire che questa sia stata la data zero del tour solista di Scott Kelly, iniziato proprio da Londra un paio di giorni dopo la calata della band madre. Di seguito il resoconto della serata.
GODFLESH
Sono le 20 passate da una decina di minuti quando sul palco senza preamboli né particolari entrate si presentano Justin Broadrick e G.C. Green. L’ex Napalm Death ci mette qualche minuto a settare la propria chitarra e poi, tranquillamente e quasi a tradimento, attacca lo show nella maniera più inaspettata. Se infatti tutti si aspettavano il terrificante riff di “Like Rats”, il duo sorprende andando ad eseguire la ridondante ed efficacissima “Love Is A Dog From Hell”, praticamente mai eseguita dal vivo, perlomeno dalla reunion in poi. I suoni sono perfetti, abrasivi e metallici, il duo si dimostra in palla e la drum machine è programmata a dovere; l’unica cosa è che il palco del Forum è davvero troppo grande per due elementi estremamente statici quali Broadrick e Green, che infatti si perdono un po’ a livello scenico. “Like Rats” arriva subito dopo – accolta ovviamente da un boato – ed altrettanto ovviamente seguita dalle mitiche “Christbait Rising”, “Streetcleaner” e “Tiny Tears”, praticamente immancabili in ogni live set dei Godflesh. Nel frattempo proiettati sul telone dietro alla band scorrono immagini di dettagli di opere d’arte frammisti a tematiche care al duo, quali il fuoco, il Cristo in croce e tutto un armamentario industriale bisogna dire pregevole. A metà show purtroppo la voce di Broadrick perde parecchio in potenza ed intensità ma comunque riesce a tenere botta piuttosto dignitosamente. Se la conclusione con la pazzesca “Crush My Soul” era preventivabile, non altrettanto lo era l’inserimento della vecchissima “Weak Flesh” (brano risalente al 1988) e della splendida “Bigot”, estratta da “Selfless” ed anch’essa assente dai live dei Nostri da un’eternità. In totale i Godflesh restano on stage 45 minuti abbondanti: lo show è iniziato un po’ in ritardo per dare modo a tutta la gente ancora in fila fuori dal locale di entrare e di godersi la performance dall’inizio e ciò ha forse comportato la rinuncia all’esecuzione di classici immortali quali “Pure”, “Life Is Easy”, “Spite”, “Mothra”, “Dead Head” o “Avalanche Master Song”. In ogni caso, il pubblico di casa ha comunque potuto godere di un set del tutto particolare ed originale. Complimenti.
Setlist:
Love Is A Dog From Hell
Like Rats
Christbait Rising
Streetcleaner
Tiny Tears
Weak Flesh
Bigot
Crush My Soul
NEUROSIS
Dopo un sound check piuttosto rapido ecco arrivare sul palco – immersi nell’oscurità – i cinque cavalieri di Oakland. Visivamente i Neurosis puntano su delle luci appena accennate e grigiastre su sfondo nero, in modo da offrire una visuale quasi spettrale allo spettatore. In effetti la mancanza dei visual effect si fa sentire, ma la nuova configurazione funziona alla grande ed è addirittura forse più calzante soprattutto per le composizioni degli ultimi tre album della band. La setlist è praticamente identica a quella dello show di Oakland, tranne che per l’esclusione di “An Offering”. Partenza quindi affidata a “Distill (Watching The Swarm)”, dove innanzitutto si evidenziano dei suoni perfetti ed un’esecuzione che praticamente ricalca quanto sentito su album. Il quintetto è in forma, Von Till tira subito fuori una voce assolutamente pazzesca, Kelly ed Edwardson maltrattano lo strumento come solo loro sanno fare, Landis “pesta” letteralmente sulle tastiere senza perdere di precisione e là dietro – nascosto da un drum kit non eccessivo ma con dei piatti altissimi – Roeder è il solito motore ritmico che guida ed orienta il sound. I nuovi brani sono suonati anch’essi con convinzione ed ottengono il meritato tributo da parte del pubblico; la nostra impressione è che soprattutto “My Heart For Deliverance” riceva davvero degli applausi scroscianti e sentiti. Ovviamente le ovazioni maggiori si hanno all’altezza dell’esecuzione di “Times Of Grace” e soprattutto della toccante ed intensissima “Left To Wander”, vero picco emotivo dello show a parere di chi scrive. A differenza dei Godflesh, la front line dei Neurosis è composta da quattro elementi di peso (con Roeder appena dietro) e quindi il palco del Forum risulta oltremodo perfetto come dimensione per fare risaltare la fisicità della musica dei Nostri. La predominanza della vocals spetta a Von Till, ma anche Scott Kelly quando viene chiamato in causa dimostra ampiamente di non avere perso l’abrasività dei giorni migliori. La band non ha nessun cedimento, niente passi falsi, niente piccole imperfezioni, una vera macchina da guerra perfettamente oliata in ogni suo meccanismo. Si potrebbe stare a disquisire per ore sull’esclusione dei capolavori del passato, degli estratti da “Souls At Zero”, “Enemy Of The Sun”, “Through Silver In Blood” ed anche “A Sun That Never Sets”; questa è solo la scelta di un gruppo maturo, che preferisce guardare sempre avanti e non voltarsi indietro, che da sempre suona quello che vuole e non ciò che chiede il pubblico. Giusto o sbagliato che sia, questi sono i Neurosis oggi. Probabilmente, nel tour vero e proprio che intraprenderanno verosimilmente tra qualche mese, qualche brano differente verrà proposto, ma oggi siamo qui a godere comunque di una setlist coesa e formidabile che – se ce ne fosse ancora bisogno – fa conservare ai Neurosis uno dei gradini più alti e prestigiosi dell’intero universo post metal. Applausi.
Setlist:
Distill (Watching The Swarm)
My Heart For Deliverance
At The End Of The Road
Times Of Grace
At The Well
Left To Wander
We All Rage In Gold
Bleeding The Pigs
Given To The Rising