A cura di Luca Pessina
In Inghilterra per il Nightmare Before Christmas festival, happening il cui bill quest’anno è stato selezionato dai Godspeed You! Black Emperor, i Neurosis si concedono all’audience londinese (e non) per uno show da headliner esclusivo prima di rientrare negli USA. È il capiente ed elegante Koko ad ospitarli, cornice più che adeguata per un evento di questa caratura…
NEUROSIS
Il fatto che durante la performance non rivolgano mai la parola al pubblico o che sullo sfondo vengano proiettate delle immagini ormai non impressiona più nessuno. Del resto, in tema di abbinamento musica-immagini, gli Ulver di recente hanno raggiunto livelli così alti che quanto offerto dai Neurosis (ai quali va ovviamente comunque riconosciuto di essere stati fra i precursori di questo genere di cose) appare striminzito e ripetitivo. Semmai, ciò che del gruppo statunitense lascia a bocca aperta è l’innata passione con cui si esprime sul palco. La carica viscerale, il trasporto smisurato… anche se, in fin dei conti, solo Steve Von Till si muove un po’ sul palco, è difficile non rimanere rapiti dal modo in cui i Neurosis interpretano la loro musica dal vivo. Anche se non si conosce alla perfezione ogni singola nota del repertorio della band, basta concentrarsi sulle figure in piedi su quelle assi, al loro sudore, al loro ondeggiare e contorcersi sugli strumenti, per lasciarsi andare e non pensare ad altro. A maggior ragione se, come nel caso di stasera, i nostri tornano a dare una rispolverata al loro vecchio materiale, mettendo per un attimo da parte quelle setlist un po’ monotematiche degli ultimi anni. Finalmente si ha il piacere di riascoltare una "Locust Star" o una "Through Silver in Blood" assieme a perle recenti come "Water Is Not Enough". Che siano canzoni particolarmente attese lo si capisce dalle urla del pubblico, perchè, come accennato, il gruppo non dice una sillaba. Un pubblico immobile, ma letteralmente adorante, che scruta, ammira, fissa… come se sul palco il post hardcore dei nostri avesse preso vita e forma solida. Le urla di Scott Kelly rimbombano per tutto il Koko… sembra prossimo al collasso quando lascia il palco una volta terminato il set. Non meno stanchi appaiono i suoi compagni, ma lui in particolare sembra sempre vivere lo show della sua band in maniera profondissima, come se ogni goccia del suo sudore rappresentasse un demone da cui liberarsi. Amiamo i Neurosis live perchè in un’ora e mezza riescono sempre a ricordarci che cosa dovrebbe realmente rappresentare un concerto. Un viaggio in un altro mondo, un break in cui portare la nostra mente lontano da tutto e tutti. Che si sia die-hard fan o semplici ascoltatori di musica pesante non ha importanza… i Neurosis vanno ammirati dal vivo almeno una volta.