Report di Alessandro Elli
Gli Octoploid sono il gruppo formato dallo storico bassista degli Amorphis Olli-Pekka Laine nel 2022, giunto all’esordio quest’anno con l’album “Beyond The Aeons”.
L’artista è riuscito a coinvolgere nel progetto alcuni colleghi della scena finlandese tra cui Mikko Kotamäki degli Swallow The Sun e Jón Aldará degli Hamferð), oltre che musicisti attuali e passati della sua band principale (Tomi Joutsen, Tomi Koivusaari, Kim Rantala, Kasper Mårtenson), per un suono che ricorda da vicino il progressive death metal melodico degli anni ’90, arricchito in questo caso da una sana attitudine psichedelica. Il disco ha fatto ovviamente discutere gli appassionati di queste sonorità, che si sono ritrovati nel centro di Helsinki in una serata organizzata per la presentazione ufficiale dell’opera.
Ad aprire i Sumea, formazione locale dedita ad uno stoner rock sanguigno e diretto di cui si dice un gran bene. Ecco il report delle due esibizioni, buona lettura!
L’On The Rocks è uno dei molti pub a Helsinki dedicati alla musica rock e metal con uno spazio dedicato alle esibizioni dal vivo; dalla sala principale si accede a quella per i concerti attraverso delle strette scale, e la coda per fare il biglietto ci fa capire che l’affluenza sarà piuttosto alta.
Quando i SUMEA si presentano sul palco, infatti, c’è già una discreta folla ad attenderli e molti sembrano essere qua proprio per loro: il quartetto, proveniente dalla città, propone uno stoner sullo stile dei Mastodon, possente, con una marcata vena psichedelica e qualche deviazione verso onirici territori post hardcore.
Mentre filmati in bianco e nero fanno contrasto con i colori delle luci, la band esplora tutta la sua ancor breve discografia fatta di un EP e qualche singolo, e presenta anche alcuni pezzi nuovi, con energia e personalità, interagendo a più riprese con il pubblico.
A rendere suggestiva la prestazione è la capacità del cantante di spaziare tra diversi registri per passare, con estrema facilità e rigorosamente in finlandese, da una voce stentorea ed imponente ad un parlato sommesso, fino a qualche urlo vicino al growl. Al termine dei quarantacinque minuti di show, è chiaro perché i quattro abbiano già un seguito consistente e, in prospettiva, potranno diventare una realtà altrettanto importante.
Alle 22 arriva finalmente il momento degli OCTOPLOID: quello dei finlandesi è il primo concerto in assoluto, la prima occasione per presentare il debutto “Beyond The Aeons”, e probabilmente, considerati gli impegni dei musicisti con le loro band, anche una delle poche possibilità di vederli live per lungo tempo.
Ci si chiede quale sarà la formazione sul palco per questa serata, e le sorprese non mancano: a fianco di Olli-Pekka Laine e dei fidi Mikko Pietinen e Peter Salonen, infatti, troviamo il tastierista Antti Myllynen dei Barren Earth (non Kim Rantala come su disco) e, prevedibile ma non scontato, alla voce il solo Mikko Kotamäki degli Swallow The Sun, senza l’alternanza di cantanti che caratterizza l’album.
Si apre con una breve intro dal gusto morriconiano che si trasforma subito in “The Dawns In Nothingness”: i riff arcigni e le voci cavernose si accompagnano a melodie suadenti che risultano perfettamente percettibili anche dal vivo, pur nel marasma di suoni che bombarda gli spettatori in un locale di piccole dimensioni come l’On The Rocks.
Kotamäki, in maglietta raffigurante Jim Morrison, è statico, serioso e poco propenso a parlare oltre il necessario ma, quando si tratta di cantare, si dimostra assolutamente all’altezza della situazione e dotato di una versatilità che gli permette di far propri, con le dovute differenze, pezzi scritti per altri; tra questi spicca sicuramente “Coast Of the Drawned Sailors”, un tuffo nelle atmosfere magiche di “Tales From The thousand Lakes”, originariamente interpretata da Tomi Koivusaari.
Salonen, all’apparenza di gran lunga il più giovane di tutta la compagnia, è un chitarrista vulcanico, che si produce spesso in lunghi assoli, mentre il continuo tappeto di tastiere raffigura alla perfezione l’anima psichedelica della band, supportata dai colorati visual proiettati su uno schermo alle spalle dei musicisti. “Human Amoral” si perde in derive pinkfloydiane e la mancanza di Tomi Joutsen viene sopperita da un rinnovato fervore; lo spirito da jam session che accompagna tutta l’esibizione traspare in tutta la sua forza nel lungo interludio strumentale che sfocia nel brano finale, “A Dusk Of Vex”, con il suo ritornello gridato all’unisono dai presenti.
Una breve pausa ed il gruppo rientra per suonare una cover spaccaossa di “Children Of The Grave” dei Black Sabbath, la chiusura definitiva della serata.
E’ il momento di ritornare alla brezza serale di Helsinki, sicuri di aver assistito ad un evento che ha pareggiato le pur alte aspettative e che, secondo le considerazioni iniziali, potrebbe essere irripetibile.
Setlist Octoploid:
Intro
The Dawns In Nothingness
Human Amoral
Shattered Wings
Coast Of The Drawned Sailors
Concealed Serenity
Monotony
Beyond The Aeons
Relief
The Leer
A Dusk Of Vex
Children Of The Grave