25/10/2017 - ORDEN OGAN + RHAPSODY OF FIRE + UNLEASH THE ARCHERS @ Circolo ARCI ZR (Zona Roveri) - Bologna

Pubblicato il 02/11/2017 da

Report a cura di Andrea Raffaldini
Fotografie di Enrico Dal Boni

Il fresco mercoledì sera pare non voler attrarre molti metallari al concerto di Orden Ogan e Rhapsody Of Fire. Al nostro arrivo in Zona Roveri, infatti, la solita fila che normalmente troviamo alle casse del locale bolognese è ridotta al minimo, ed anche una volta entrati non possiamo che notare un’affluenza non certo soddisfacente che, va detto, andrà migliorando col trascorrere della serata. Il banco del merchandise offre il minimo indispensabile, invece ci dobbiamo complimentare con il locale per la qualità della birra, non certo a buon mercato, ma di livello superiore a gran parte dei locali concorrenti. Nell’attesa di inizio show osserviamo un po’ l’andazzo generale, tra i presenti troviamo fan di tutte le età, dai più giovani ai metalhead di vecchio stampo. I suoni inizialmente hanno fatto un po’ i capricci, specialmente per quanto riguarda il gruppo di apertura, successivamente verranno sistemati a dovere.


UNLEASH THE ARCHERS

Ad aprire le danze di una serata incentrata sul power metal sono gli Unsleah The Archers, band canadese dedita a sonorità classiche, a doppia cassa e con un cantato pieno zeppo di acuti bruciatimpani. Il perno della band indubbiamente è la cantante Brittney Hayes, dal notevole fascino e dall’altrettanta spiccata attitudine true metal tradotta in un sacco di pose tamarre degne del più convinto Joey DeMaio. Sempre la Hayes dimostra di possedere un’ugola bella potente, ma troppo finalizzata a sparare acuti a destra e a manca che, alla lunga, finiscono per diventare irritanti. “Apex”, “The Matriarch” e la finale “Tonight We Rule” offrono i momenti migliori della formazione canadese, che nei pochi minuti a disposizione si è dimostrata divertente sì, ma tutt’altro che spettacolare. Un buon opening act, nulla più.

 

RHAPSODY OF FIRE
Un breve cambio palco, giusto il tempo per una birra rigeneratrice, e sulle note di “In Principio”, i Rhapsody Of Fire fanno il loro ingresso sul palco. Il pubblico indubbiamente appare più numeroso, a occhio e croce il locale è pieno quasi per metà (arrotondata per difetto), con i presenti pronti sin dall’inizio a supportare degnamente la band triestina. Il concerto attacca con “Distant Sky” e “Dargor, Shadowlord Of The Black Mountain”: il gruppo suona carico e coeso, con Massimo Sala intento a picchiare a tutta velocità il suo basso (munito di camera per registrarsi), Roberto De Micheli a macinare riff e un Giacomo Voli in grande forma a cantare con tutta la sua aggressività. Voli canta in modo perfetto, come su disco, addirittura più incazzato, e se da un lato i vecchi pezzi dei Rhapsody perdono l’operistica delle linee vocali, dall’altro guadagnano una veste più diretta ed aggressiva. “Flames Of Revenge” ci riporta agli esordi della band, con tempi meno veloci e melodie evocative all’inverosimile. Segue un’altra bordata, “Dawn Of Victory”: durante il ritornello anche il leader Alex Staropoli si lascia andare in pose manowariane con il pugno rivolto al cielo. Voli annuncia il brano successivo e lo dedica all’attore scomparso Christopher Lee; ovvio che si tratta di “The Magic Of The Wizard’s Dream”, l’unico momento soft e sognante dell’intero spettacolo. Si prosegue con la battagliera “Holy Thunderforce” e la ballereccia “The March Of the Swordmaster”, che il pubblico supporta cantando insieme ai Rhapsody. L’ultima parte dello spettacolo vede la ferale “When Demons Awake”, splendidamente interpretata, anticipare la finale “Emerald Sword”, cantata a squarciagola da tutti gli astanti, segno che questo inno è ancora fresco e amato come vent’anni fa. Ora, non vorremmo sembrare troppo campanilisti, ma con uno show di questa qualità i Rhapsody Of Fire avrebbero sicuramente meritato la posizione da headliner, non solo per la data italiana, ma soprattutto per un concerto che, a conti fatti, si è rivelato nettamente superiore rispetto a quello successivo degli Orden Ogan. Dopo mesi di rodaggio, tra i quali ricordiamo l’ottima prestazione al nostro Metalitalia.com Festival, possiamo affermare che i ‘nuovi’ Rhapsody Of Fire hanno offerto una prova convincente e si sono dimostrati affiatati e tremendamente credibili dal vivo. Ora non ci resta altro che attendere il loro primo disco di inediti.

 

ORDEN OGAN
Bissare la potenza dei Rhapsody Of Fire a questo punto è impresa ardua e possiamo sostenere in tutta onestà come gli Orden Ogan non ci siano riusciti. Va detto che in Germania la band è molto popolare e ha ottenuto un buon successo, come prova basti vedere la scenografia su cui si stagliano due pistoleri robot, con tanto di occhi luminosi e dalla testa in costante movimento. Il palco così addobbato non è però riuscito a celare la staticità degli Orden Ogan sul palco, spesso troppo concentrati a suonare tanto da dimenticare che il pubblico andrebbe anche intrattenuto, specie se parliamo di una epic power metal band. Unleash The Archers e Rhapsody Of Fire hanno offerto buone prove intrattenitive, Seeb e compagni invece si sono dimostrati molto più statici. La proposta musicale si può descrivere come un mix tra Sabaton e Blind Guardian, con l’aggiunta di elementi folk: l’ingrediente principale comunque resta un approccio melodico a volte fin troppo scontato. Su disco brani come “To New Shores Of Sadness”, “Gunmen” o “F.E.V.E.R.” si ascoltano anche volentieri, ma dal vivo perdono forza proprio perchè Seeb e compagni non scaldano a dovere i presenti. Alla lunga i brani diventano un po’ troppo ripetitivi, soprattutto i ritornelli tutti infarciti da dosi esagerate di cori preregistrati. A metà concerto arriva un bel trittico, “Fields OF Sorrow”, “The Lord Of The Flies” e “Come With Me To The Other Side”, che coinvolge i fan sempre calorosi. Tobi e Niels Loffler svolgono il loro compito in modo esauriente, ma senza brillare di luce propria, per fortuna c’è Seeb a tirare avanti la baracca. A fine concerto la nostra sensazione è di esserci trovati di fronte ad una formazione un po’ troppo statica e perfettina che invece avrebbe potuto offrire uno show di ben altro vigore. Da un confronto con diversi presenti, pare comunque che l’esito complessivo della serata sia molto positivo, pochi fan ma molto carichi, pronti a tornarsene a casa soddisfatti.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.